Siria, Comitato Internazionale: due anni dopo, l'immensa sofferenza non vede fine

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@ICRC/R. Garcia Vilanova

Ginevra/Damasco (ICRC) – Due anni dopo l’inizio della violenza in Siria, i bisogni umanitari sono sempre maggiori. I civili continuano a pagare il peso del conflitto armato e lottano duramente e quotidianamente per sopravvivere. Resistono a un atroce conflitto e a un continuo deterioramento delle loro condizioni di vita senza una prospettiva di fine alle loro sofferenze.”In centinaia sono giornalmente sul punto di morte in Siria. Milioni gli sfollati all’interno del paese mentre molti altri sono fuggiti nei paesi limitrofi per vivere comunque in durissime condizioni”, ha detto Robert Mardini, Capo delle Operazioni dell’Area Medio-Oriente del Comitato Internazionale della Croce Rossa.”Decine di migliaia sono dispersi o detenuti. Le famiglie sono alla ricerca disperata dei loro cari, senza alcuna informazione disponibile sul dove siano. Gli standard di salute sono drammaticamente crollati, le strutture mediche sono state bersaglio di attacchi, il personale sanitario ucciso, minacciato o catturato mentre cercava di salvare vite. Le proprietà e le infrastrutture sono state seriamente danneggiate, lasciando ampie aree in macerie….”.Il destino e le condizioni delle persone detenute per motivi legati al conflitto armato restano questione di estrema preoccupazione per il Comitato Internazionale della Croce Rossa. “Nonostante i ripetuti tentavi di riprendere le nostre visite ai detenuti, molto poco è stato ottenuto finora. Ad oggi non abbiamo informazioni di prima mano sulla situazione dei detenuti e questo ci sta davvero preoccupando. Continueremo a cercare un’azione concreta da parte dell’autorità siriana che ci permetta di visitare i detenuti. Questa resta una delle nostre priorità assolute”, ha aggiunto Mardini.”E’ deplorevole che l’alto numero di vittime civili sia adesso diventato qualcosa al quale le persone sono sfortunatamente e quotidianamente abituate”, ha detto Mardini. “Numerose atrocità contro i civili sono state riportate o testimoniate negli ultimi due anni e abbiamo inoltre visto attacchi indiscriminati contro la popolazione civile e attacchi contro il personale medico e sanitario. Queste violazioni del Diritto Internazionale Umanitario e dei principi umanitari da tutte le parti in conflitto devono finire”.Le parti in conflitto non sono vicine a una soluzione politica, così come la comunità internazionale non ha avuto successo nella negoziazione di una fine di questo conflitto armato. Allo stesso tempo e nonostante gli immensi sforzi fatte dalle organizzazioni umanitarie sul campo, l’aiuto fornito alla popolazione siriana è molto lontano dal raggiungere dei bisogni che sono sempre più in crescita.Il Comitato Internazionale della Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa Siriana stanno facendo più di quanto non sia mai stato fatto. Lavorando in prima linea, portano soccorso alle aree più duramente colpite sotto il controllo dell’opposizione e dell’autorità governativa. Solo nelle ultime tre settimane, hanno avuto accesso a tre aree sotto il controllo dell’opposizione e fornito assistenza nelle provincie di Homs, Hama e Idlib. “Negli ultimi due anni in milioni hanno ricevuto aiuto ma non è abbastanza. Le necessità stanno crescendo più velocemente rispetto alla nostra capacità di risposta. Le restrizioni legate alla sicurezza e la mancanza di accesso ad alcune aree ci impedisce di agire per rispondere come dovremmo fare”.”Attualmente non abbiamo la possibilità di raggiungere tutta la popolazione colpita. Crediamo fermamente che gli Stati debbano giocare un ruolo positivo nell’esercitare una forte influenza su coloro che sono coinvolti nel conflitto al fine di assicurare un maggiore rispetto del Diritto Internazionale Umanitario. Ciò potrebbe forse creare un ambiente in cui un’azione umanitaria imparziale può avere luogo in tempo reale”, ha concluso Mardini.

  

  

          

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