Ragazzo gay suicida, lettera aperta del Presidente della CRI di Roma, Ronzi: “Apriamo le nostre sedi al territorio, più nessuno ai margini”.

Car*l’episodio riportato dalla stampa – il suicidio a Roma di un ragazzo omosessuale di 14 anni – non può lasciare indifferente la Croce Rossa Italiana.La morte, la decisione di morire, ad un età in cui si sta ancora assaggiando la vita, ci obbliga a riflettere sulla solitudine, la sofferenza sommersa, il disagio di coloro a cui non è permesso entrare a far parte della società se non con maschere che diventano armature da indossare, gabbie che ci separano dalle relazioni con l’altro. Coloro a cui sono negati i diritti che spettano alla maggioranza, le aspettative di futuro, a volte la vita stessa.Credo fortemente che la diversità di genere, di nazionalità, di orientamento sessuale, ecc, non debba essere pretesto di esclusione sociale: la diversità caratterizza ogni essere umano e lo distingue dall’altro, favorisce la costruzione dell’identità, rappresenta una opportunità di crescita attraverso il confronto, permette ad una comunità di prendersi cura dei propri membri, tutti i suoi membri.Perché una comunità possa prendersi cura di tutti i suoi membri è necessario educare alla diversità: non basta una legge repressiva verso comportamenti omofobi e/o discriminanti, bisogna diffondere una cultura che comprenda la diversità, che smonti le paure per chi non assomiglia al luogo comune o alla proiezione del nostro io.Noi, come Croce Rossa Italiana, abbiamo il dovere di raggiungere e accogliere chi viene marginalizzato dalla comunità, abbiamo l’obbligo di educare i giovani alla ricchezza della diversità, contrastando i meccanismi di esclusione e fornendo un’ alternativa di inclusione.È necessario aprire le nostre sedi al territorio, ai giovani che vivono con disagio la propria diversità, ai migranti, alle donne e a tutti coloro che hanno bisogno di sentirsi appartenenti a questa società, di realizzare la propria personalità all’interno di essa: Croce Rossa deve essere il punto di riferimento di chi si sente ai margini della comunità, del proprio gruppo di amici, dei propri colleghi, della propria stessa famiglia.Da Roma vogliamo far partire il progetto di un network di persone LGBT* (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender o qualsiasi cosa si sentano) che, attraverso il confronto e lo scambio di esperienze, possa incidere sul territorio con una strategia di inclusione della diversità e prevenzione di comportamenti escludenti, come risposta ai sempre più frequenti episodi di omofobia, bullismo e discriminazione.Quel ragazzo, forse, se avesse saputo di non essere solo, se avesse saputo che, anche se gay, può essere felice come tutti… e magari diventare Presidente della CRI di Roma, potrebbe oggi essere nella nostra sede di San Basilio, a pochi metri da casa sua, a seguire il corso per diventare volontario.La nostra Associazione deve diventare un luogo di accoglienza, bussola per coloro ai quali non è permesso trovare il proprio percorso nella comunità, per chi è lasciato ai margini: la casa di Croce Rossa deve essere la casa di tutti.Siamo un movimento di gente per la gente, vi chiedo di continuare a stare al mio fianco nelle battaglie quotidiane per il rispetto della dignità umana.Il PresidenteFlavio Ronzi

  

  

          

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