Piemonte, “I care your children 2012”: l'impegno delle Crocerossine nel campo per i bimbi delle province di Vercelli, Novara, Biella e delle zone terremotate dell'Emilia
Più di settanta bimbi, divisi in due turni, provenienti dalle province di Vercelli, Novara e Biella hanno partecipato dal 22 luglio al 4 agosto al campo tenda estivo allestito a Scopa (Vc) dai volontari della Croce Rossa Italiana afferenti ai tre comitati provinciali. Il progetto prende il nome di “I care your children”. I ragazzi, provenienti da situazioni sociali precarie e di emergenza e segnalati dai servizi sociali, hanno trascorso una settimana di vacanza all’aria aperta durante la quale hanno svolto attività ludiche e manuali, hanno visitato le località della Valsesia e hanno assistito a esercitazioni messe in atto dai Soccorsi speciali della CRI, in particolare dagli operatori SMTS e Unità Cinofile. Nel corso della seconda settimana è stato donata l’opportunità di godere di questa esperienza estiva anche a 7 piccoli ospiti provenienti dalle zone terremotate dell’Emilia, centrando così uno degli obiettivi legati alla finalità del progetto: aiutare le piccole vittime di situazioni di emergenza a ritornare per quanto possibile a una vita ordinaria e serena. Beppe Beltrametti, Delegato Regionale Attività Emergenza CRI, che nel 2002 ha dato vita al progetto insieme a Stefano Schena, Delegato Provinciale Attività Emergenza CRI, si dichiara soddisfatto dei risultati raggiunti: “Grazie alla partecipazione di più di 150 volontari che si sono dedicati interamente ai bimbi siamo riusciti nel duplice obiettivo di garantire un periodo di svago sereno e proficuo ai nostri ospiti e a rendere efficaci le relazioni sia tra gli operatori che tra gli operatori e gli ospiti”.
Tra i volontari della Croce Rossa, ventuno Infermiere Volontarie (II.VV.) provenienti dagli Ispettorati del territorio si sono alternate in varie turnazioni, non solo garantendo l’assistenza presso l’infermeria in dotazione al campo e il trasporto dei piccoli dalle località di residenza, ma anche fornendo un valido supporto nelle attività logistiche: dalla cucina alla lavanderia, dal montaggio tende alla pulizia. Oltre al servizio prestato all’interno del campo, le Sorelle hanno svolto una preziosa opera di assistenza sanitaria sul territorio, visitando le persone anziane che vivono in località isolate attraverso la misurazione della pressione arteriosa e della glicemia ma, soprattutto, fornendo un segno concreto di condivisione delle loro realtà. L’attività di coordinamento delle II.VV. è stato svolta da Sorella Angela Rossi, Vice Ispettrice e Referente Attività per Emergenza CRI presso l’Ispettorato provinciale di Vercelli, mentre l’attività di Capogruppo delle II.VV. in servizio è stata affidata a Sorella Livia Cecconetto, che vanta una lunga esperienza in Emergenze nazionali e internazionali ed è stata recentemente impegnata presso l’ambulatorio CRI di Mineo (CT). “Ho partecipato per la prima volta al campo CRI di Scopa nel 2011 e mi sono appassionata al tipo di attività condividendone in pieno le finalità. L’atmosfera che si respira, nonostante il lavoro quotidiano sia intenso, è calda e costruttiva: operatori e ospiti si integrano in modo armonico e spesso i primi sono coloro che ricevono le gratificazioni maggiori: un abbraccio e un sorriso spontaneo da parte del bimbo con il quale svolgi la tua attività ripaga da ogni fatica” racconta commossa Sorella Livia Cecconetto. “Ritengo che le Infermiere Volontarie con la sensibilità che le contraddistingue da più di cento anni di operato abbiano rappresentato una valido contributo durante queste due settimane e che il nostro impegno in questo progetto già solido possa costituire una ulteriore risorsa”, conclude la Crocerossina piemontese.Il valore di questa esperienza, conclusasi domenica 5 agosto con una festa per tutti i volontari impegnati nell’intero decennio e vissuta dalle Sorelle al fianco degli appartenenti alle varie componenti CRI, si consolida sempre più ad ogni edizione e rafforza la consapevolezza che avere la possibilità di regalare un piccolo pezzo della propria umanità a chi è vulnerabile rappresenta il motore per ulteriori gesti di generosità.