La Croce Rossa Italiana non entrerà nella Protezione Civile SPA. Sarà l'attività di vigilanza sulla CRI a passere dal Ministero della Salute alla Protezione Civile.

Il voto dell’Aula del Senato sul DL Emergenze non porta a un radicale cambiamento, ma solo a un importante cambio culturale nella storia della Croce Rossa Italiana e una forte razionalizzazione visto le affinità operative con Protezione Civile. Croce Rossa infatti non è solo salute, anzi l’attività della salute svolta da CRI prevalentemente nel settore emergenza-urgenza è affidata all’Associazione dalle Regioni e non dal Ministero della Salute a cui rimaneva il compito di controllare i bilanci e approvare i regolamenti di carattere economico (regolamento di organizzazione del personale, regolamenti di contabilità, tesoreria ecc.). Contemporaneamente Croce Rossa Italiana ha rapporti e mandati operativi, nella sua qualità ausiliaria, dal Ministero dell’Interno (immigrazione, gestione CARA, gestione CIE ecc), dal Ministero per gli Affari Esteri (alcune attività all’estero) e come a tutti noto dal Ministero della Difesa per quello che riguarda l’attività di ausiliarietà alle forze armate, in particolare con il Corpo Militare e le Infermiere Volontarie. Senza dimenticare che la maggior parte delle attività dell’Associazione è dedicata all’assistenza ai vulnerabili, ai poveri, a chi ha bisogno. Questo provvedimento segue la strada tracciata al meeting di Jesolo sullo statuto dove, alla presenza dei rappresentanti del Comitato Internazionale di Croce Rossa, tutti i Commissari regionali e i Vertici di Componente si erano espressi favorevolmente all’unanimità ad un passaggio di questo tipo, proprio per avere una struttura più incisiva, snella e operativamente dinamica.

  

  

        

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