Il discorso del Presidente Nazionale CRI, Francesco Rocca, in occasione dei 150 anni dalla fondazione della Croce Rossa Italiana
Essere il Presidente della Croce Rossa Italiana e servirla nell’anno in cui compie 150 anni per me è un onore. Il 15 di giugno del 1864 vedeva la luce il primo “Comitato dell’Associazione Italiana per il soccorso ai feriti ed ai malati in guerra” a Milano. Due mesi prima della firma della prima Convenzione di Ginevra. Oggi, dopo un secolo e mezzo, la Croce Rossa è patrimonio di questo Paese, ne rappresenta la parte migliore. Per me è motivo d’orgoglio rappresentare 150 mila volontari che ogni giorno, tutti i giorni, in 660 sedi, insieme alle proprie comunità si adoperano per essere al fianco dei vulnerabili, senza distinzione, e che fanno da pungolo delle amministrazioni locali per sensibilizzarle alle tematiche umanitarie ed ai bisogni della gente. In questa opera costante e quotidiana il lavoro e l’esperienza di operatori e dipendenti, in collaborazione con quella dei volontari, è e sarà, essenziale. In questi 150 anni la storia della CRI è stata parte integrante della storia d’Italia. La nostra Associazione è sempre stata pronta e vicina al popolo italiano in ogni conflitto, in ogni emergenza, in ogni evento drammatico. Le sfide però cambiano, come cambia l’Italia e come cambiano i bisogni delle comunità che assistiamo. Oggi ci sono migranti che fuggono dalle guerre, donne e bambini che bussano alla porta dell’Europa per cercare accoglienza e cibo. In Europa, dal 2008 ad oggi, la crisi economica ha cambiato il perimetro d’azione umanitaria. Intere categorie di popolazione fino a ieri autosufficienti hanno bisogno di aiuto. La Croce Rossa in Italia ha raddoppiato in un solo anno il numero degli individui a cui fornisce assistenza, cibo, sostegno. Questi solo alcuni dei nuovi fronti di intervento che in questo anniversario ci chiamano all’azione. Unitaria. Forte. Immediata.Non possiamo dimenticare quello che accade fuori dai nostri confini. Troppe le violazioni del Diritto Internazionale Umanitario di cui dobbiamo essere garanti ovunque. Non possiamo non pensare ai 37 volontari siriani e 7 palestinesi uccisi in Siria dall’inizio del conflitto. Un crimine vigliacco. Serve sicurezza per i soccorritori ed accesso incondizionato per le organizzazioni umanitarie nei terreni di conflitto e la nostra voce in questo senso deve essere forte, sempre. In questi giorni in cui celebriamo il nostro anniversario, la Croce Rossa Italiana sta vivendo un momento cruciale di rinnovamento. La CRI sta tornando nelle mani dei volontari. La nostra torna ad essere una associazione di volontariato. In questo percorso la tutela dei dipendenti e della loro professionalità sarà un punto cardine. Senza l’efficace unione fra la forza e la passione dei volontari da una parte e l’esperienza dei dipendenti non potremo rispondere alle prove a cui verremo chiamati dalle nostra comunità, non potremo onorare la nostra storia, non consegneremo a chi verrà dopo di noi una Croce Rossa nuova, efficiente e forte. Grazie a tutti voi Francesco Rocca