I murales, la scuola e un lavoro. Nello Sprar di Alcamo si incrociano vite e storie di chi cerca un futuro diverso

murales scritta

Di Alessia LaiNel grande spazio di una struttura antica, al centro della cittadina di Alcamo, in Sicilia, c’è lo Sprar gestito dalla Croce Rossa assieme alla cooperativa Badia Grande.Qui ti accolgono dei disegni pieni di significato fatti qualche tempo fa dagli ospiti: colori e simboli che raccontano le loro speranze. Un albero dipinto riprende quello, vero, che si trova oltre il muro: il concetto di andare oltre alle apparenze non trova espressione migliore. Uno stormo di uccelli, nati tutti grigi, cambiano colore in volo. Un gruppo di persone cerca di afferrare la Sicilia. E poi, all’interno della struttura, frasi e parole in tante lingue. Il principale autore dei murales, che ha regalato al centro anche numerosi quadri, è un ragazzo senegalese che ora vive in Germania. È lui l’esempio di quel che deve fare uno Sprar: preparare un bagaglio di sicurezze, a partire dalle proprie competenze e passioni, da portarsi dietro nella vita futura. Un altro grande disegno all’ingresso di una delle strutture dedicate all’accoglienza dei migranti lo spiega in due parole: “Ovunque andrai, porterai con te il bagaglio della tua vita”.

  murales sicilia

Quando entro nel cortile c’è chi si avvicina, chi sta in disparte, chi aspetta di andare a scuola o a lavorare. Fuori dal cancello Mark attende con due suoi compagni il furgoncino che lo porterà a lavoro, in una ditta che si occupa di raccolta differenziata e sta offrendo un contratto a quaranta ragazzi. Il giubbetto rifrangente, le scarpe antinfortunistiche: sono pronti. “Ciao capo”, salutano. “Qui non ci sono capi”, risponde con un sorriso Davide Bambina, il presidente della CRI di Alcamo, che di tutti questi ragazzi richiedenti asilo conosce il nome e la storia. Nel cortile dello Sprar, mentre passeggia, parlo con Daniel. Oltre 17 anni fa è scappato dalla Sierra Leone, il suo paese sconvolto da una lunga guerra civile, ma non vuole raccontare. Troppo dolore, mi dice: ogni volta è come rivivere una storia fatta di sofferenze e di una fuga lunga anni. Non si può spiegare a chi non le ha vissute cosa siano la guerra e la paura, “puoi solo provare a capire, ma non ci riuscirai davvero” mi dice. In ogni paese nuovo in cui arrivava, in Africa, non si è sentito mai a casa, era sempre straniero. Poi l’Italia e la sua certezza che in questo lungo viaggio della vita “il futuro è nelle mani Dio”. Nella sala comune una partita a biliardino consente di rompere il ghiaccio con altri ragazzi e finisce in pareggio. Soprattutto perché i telefonini squillano e rispondere è più importante di un goal. Mebra, uno dei mediatori culturali dello Sprar, il mio compagno di squadra, mi racconta la sua storia. In questo posto, infatti, anche i mediatori hanno un passato difficile. Ed è probabilmente questo che li rende capaci di fare da tramite tra altre storie e la nuova vita in Italia.

  murales con uccelli

Sanno cosa si prova a scappare, a rischiare la vita e mettono tutto questo nella loro opera di mediazione. Le loro vicende e quelle degli ospiti si incrociano, si somigliano pur essendo lontane, anche nel tempo. Mebra è andato via dall’Eritrea molti anni fa, ha conosciuto le prigioni egiziane per i migranti e il rimpatrio forzato. Poi la nuova fuga, la Libia e infine il viaggio in mare per l’Italia. Erano un centinaio di persone, ricorda, tanti bambini. Il poco cibo reso immangiabile dall’acqua di mare, l’acqua finita dopo pochi giorni. Arrivarono stremati sulle coste italiane. Uno di loro morì durante il viaggio, in molti furono ricoverati in ospedale per le conseguenze della disidratazione. Ma ora è qui, ad Alcamo, con un passato duro che è diventato un racconto e un futuro forse nel nord Europa, dove si trova suo fratello.Lo Sprar di Alcamo è formato da due strutture, una è questo grande edificio storico nel centro della città, dal quale si vede il mare, l’altra si trova a poche centinaia di metri, è nuovissima e tra poco verrà ultimata per potere accogliere al meglio nuovi ospiti. Persone in viaggio che troveranno sul loro percorso un luogo sicuro. Impareranno l’italiano e un lavoro, troveranno qualcuno che li accoglierà e renderà meno difficile l’attesa del foglio di carta più importante, quello che gli permetterà di pensare ad un futuro fuori da qui, lontano da un passato spesso difficile da raccontare.

          

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