Giornata Internazionale per la Riduzione dei Disastri 2010

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foto IFRC

Quest’anno un gran numero di gravi disastri ha attirato l’attenzione del pubblico e dei media: il terremoto di gennaio ad Haiti, il forte terremoto in Cile del mese successivo, l’ondata di caldo estivo e gli incendi in Russia, e mesi di inondazioni continue in Pakistan. Mentre questi grandi eventi hanno causato ingenti perdite e sofferenze, sono generalmente i più piccoli e frequenti disastri che minano lo sviluppo sostenibile e proibiscono alle popolazioni di ottenere stabilità economica e crescita. Disastri “dimenticati” o “ignorati” minacciano il sostentamento delle popolazioni, limitando il nostro collettivo raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs). In tempo di disastri, la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR) mira a salvare vite, proteggere i mezzi di sostentamento e rafforzare la ripresa. Adottiamo un approccio globale che mira alla riduzione del rischio di disastro, a rafforzare sia la sicurezza sia la ripresa della comunità. Quando si provvede a dare priorità e a gestire i rischi, la capacità di una comunità di assorbire uno shock – che sia relativo alla sicurezza alimentare, ai mezzi di sostentamento, alla salute, alle infrastrutture o ad altri settori – aumenta. Attraverso questo approccio a lungo termine, si permette la crescita economica. La riduzione del rischio è quindi l’approccio più economicamente efficiente per la gestione dei disastri. Studi recenti sulla Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in Nepal, nelle Filippine e in Sudan, mostrano che la riduzione del rischio procura risparmio finanziario. Quando i fondi sono investiti nella riduzione del rischio, i governi ottengono significativi risparmi nei costi di risposta, risparmi che normalmente eccedono gli investimenti iniziali nella riduzione del rischio. Se solidamente radicati nelle comunità, i benefici della riduzione del rischio possono essere goduti a lungo termine, come dimostrato dal programma di preparazione ai cicloni in Bangladesh. Da una prospettiva umanitaria, la riduzione del rischio fa risparmiare non solo denaro, ma soprattutto vite e mezzi di sostentamento. Si consideri la crisi alimentare del 2009 e 2010 in Niger e la siccità del 2005 e 2006. Con i migliori sistemi predittivi e i programmi a lungo termine attualmente in corso, le comunità sono state in grado di rispondere alle recenti crisi molto più rapidamente. Attraverso questo approccio a lungo termine al rafforzamento della resilienza, la Croce Rossa e Mezzaluna Rossa prendono in considerazione anche le dinamiche di cambiamento del mondo nel quale lavoriamo. Il cambiamento climatico è sempre più determinante nel nostro lavoro, riconoscendo che più una comunità è flessibile più è in grado di adattarsi ai diversi modelli climatici e all’incertezza crescente.

  

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Inoltre, come mostra l’edizione 2010 del World Disasters Report, 2.57 miliardi di abitanti urbani delle nazioni a reddito medio-basso sono esposti a livelli inaccettabili di rischio, alimentati da rapida urbanizzazione, scarsa governance locale, crescita della popolazione, scarsi servizi sanitari e, in molti casi, l’aumento di ondate di violenza urbana. Una percentuale significativa di questa popolazione urbana è anche particolarmente vulnerabile alle conseguenze del cambio climatico. Bisogna far fronte al divario sul rischio urbano esistente tra le città ben governate e in possesso di risorse rispetto a quelle che lottano contro la carenza di risorse e conoscenze, per assicurare un ambiente urbano ben funzionante. In linea con il tema del World Disasters Report 2010, la FICR appoggia l’attuale campagna sulla Strategia Internazionale di Riduzione del Rischio (ISDR) per rendere le città resilienti. In diretto supporto alla campagna ISDR, la FICR sta intraprendendo un programma di ricerca di 12 mesi per chiarire la propria direzione politica e gli approcci relativi all’urbanizzazione. Come membro attivo dell’ISDR, il Movimento di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa è impegnato nel Hyogo Framework for Action (HFA) che, sta esaminando i progressi compiuti quest’anno. Il nostro obiettivo per i rimanenti cinque anni del HFA è quello di accelerare i progressi, particolarmente nell’area di priorità della “riduzione dei rischi fondamentali”, affinché si possano continuare a salvare vite.

  

          

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