Giornata internazionale dei migranti, il Comitato Internazionale della Croce Rossa cerca di aiutare le famiglie dei migranti dispersi

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Foto archivio @Marco Alpozzi/Itrc

Ginevra – “Le famiglie dei migranti possono essere lasciate in condizioni molto vulnerabili, soprattutto quando non hanno notizie dei loro cari per periodi prolungati di tempo”, afferma il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) in occasione della Giornata Internazionale dei Migranti. “Ci sono molte ragioni per cui si perdono le tracce dei membri di una famiglia migrante”, spiega Marianne Pecassou, della “Central Tracing Agency” del CICR a Ginevra. “In alcuni casi il migrante può essere morto, o è stato arrestato. In altri casi, egli o ella possono essere fermi nel transito senza avere le risorse per andare avanti o tornare a casa. Spesso i migranti possono essere riluttanti ad andare nelle organizzazioni locali, o anche a contattare le loro famiglie, a causa del loro status di irregolari”.”Le famiglie sono costrette a sopportare la stessa sofferenza delle famiglie di coloro che sono scomparsi dopo un conflitto o una catastrofe naturale”, aggiunge la Pecassou. “C’è una grande tensione emotiva in quanto non sanno se la persona è viva o morta. Ma questa incertezza può avere anche conseguenze giuridiche o finanziarie per coloro chi si sono lasciati alle spalle. La mancanza di un contatto può anche lasciare le famiglie esposte a sfruttamento da parte di persone che sostengono di avere informazioni o il controllo del migrante assente”.Per contribuire ad alleviare questi problemi il CICR lavora con le Società Nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa nei paesi di origine, nei paesi lungo le rotte migratorie e nei paesi di destinazione. In collaborazione con queste Società Nazionali mira a ristabilire un contatto tra i migranti e le loro famiglie attraverso attività di ricerca, lo scambio di messaggi di Croce Rossa, telefonate o altri mezzi come il suo sito web familylinks (familylinks.icrc.org).Il CICR, insieme a diverse Società Nazionali europee, ha recentemente lanciato il progetto “Family Links Poster” che prevede la pubblicazione su manifesti e internet di immagini di familiari che sono alla ricerca di migranti dispersi in Europa (http://familylinks.icrc.org / europe / it / Pages / search – persons.aspx). A titolo di esempio, a fine novembre un padre siriano in Turchia ha riconosciuto il volto di sua figlia sul sito e quindi entrambi hanno potuto riprendere i contatti. Viveva come rifugiato in Germania e avevano perso il contatto in fuga durante i combattimenti nei pressi di Damasco.In Senegal una ricerca del CICR e della Croce Rossa senegalese ha evidenziato che il numero di famiglie con membri migranti mancanti era molto più grande di quanto previsto. Insieme hanno effettuato una valutazione approfondita per comprendere meglio le esigenze di queste famiglie e per proporre risposte adeguate. Oltre a venire a conoscenza di ciò che è accaduto ai loro cari, le famiglie hanno identificato il sostegno socio-economico, psicologico e legale quale bisogno più urgente. Lo studio è stato distribuito alla società civile e alle autorità competenti in Senegal, inoltre è in fase di preparazione una distribuzione più ampia fuori dal paese. Uno studio analogo sulle esigenze delle famiglie dei migranti dispersi è in fase di ultimazione in America Centrale (Guatemala, Honduras e El Salvador), così come in Messico.Oltre alla riconnessione con le loro famiglie, il Comitato con le Società Nazionali, possono anche fornire ai migranti supporto materiale come l’accesso all’assistenza sanitaria, il primo soccorso, servizi di ortopedia, acqua potabile, il miglioramento delle strutture igienico-sanitarie, forniture per l’igiene personale e le informazioni per i viaggi più sicuri. In diversi paesi si visitano anche i luoghi dove i migranti vengono detenuti per monitorare le loro condizioni e il trattamento.”Il CICR si concentra sul problema dei bisogni dei migranti più vulnerabili e delle loro famiglie, indipendentemente dal loro status giuridico”, spiega la Pecassou. “Tuttavia ciò non cerca di prevenire o incoraggiare la migrazione”.

  

  

          

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