Gaza: la Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa invita a rispettare il cessate il fuoco permanente e ad aumentare il sostegno alla popolazione colpita
Younis Al Khatib e Francesco Rocca
Ginevra/Gaza – Da Gaza la Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FICR) chiede un sostegno maggiore per la popolazione colpita affinché sia garantita una fase di recupero veloce dopo il cessate il fuoco permanente nella Striscia. L’appello arriva dal Vice Presidente della FICR, Francesco Rocca, al termine della sua visita nella Striscia di Gaza, 50 giorni dopo l’inizio delle operazioni belliche. Nella delegazione FICR c’era anche il Presidente della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS), Younis Al Khatib. “Noi, la FICR e le nostre 189 Società Nazionali, non possiamo accettare la sofferenza degli abitanti di Gaza. Durante la mia visita ho potuto constatare la drammaticità della situazione: è stata distrutta ogni cosa. Abbiamo bisogno di accrescere il nostro sostegno alle attività della PRCS ed è per questo che invito la comunità internazionale a una forte mobilitazione di risorse per Gaza”, ha detto Rocca. Il Vice Presidente della Federazione ha inoltre sottolineato l’assoluta necessità di togliere il blocco sulla Striscia di Gaza per consentire agli aiuti umanitari di raggiungere le popolazioni colpite. A Gaza sono state uccise 2.101 persone e altre 10.224 sono state ferite. Circa il 70 per cento erano civili. Le conseguenze di 50 giorni di combattimento sono estremamente allarmanti. La FICR è molto preoccupata per la situazione, infatti oltre 475.000 sfollati palestinesi non hanno i mezzi fondamentali di sopravvivenza. Inoltre un gran numero di esplosivi, residui dei combattimenti, sono disseminati in tutte le aree civili, aggiungendo ulteriori pericoli alle popolazioni.
La delegazione della Federazione è rimasta sconvolta dall’entità dei danni alle infrastrutture della Striscia. Più di 17.000 case sono state distrutte o gravemente danneggiate, tra cui 216 scuole. Circa 373.000 bambini hanno bisogno di sostegno psicosociale diretto e specializzato. Secondo le prime stime, almeno 1000 bambini feriti riporteranno una disabilità permanente. La delegazione ha incontrato le squadre della Mezzaluna Rossa Palestinese, che quotidianamente assistono donne e anziani, nonché al collasso delle infrastrutture nella Striscia. Gli stessi volontari della PRCS sono stati minacciati direttamente e due di loro, membri delle squadre di emergenza medica, sono stati uccisi mentre svolgevano il proprio dovere; altri 46 sono stati feriti e numerose ambulanze della Mezzaluna e ospedali sono stati colpiti e danneggiati. A Jabalia e Beit Hanoun, nella Striscia di Gaza, le squadre della PRCS hanno espresso molta preoccupazione per la carenza di forniture mediche, combustibile ed energia elettrica, e la mancanza di chirurghi specializzati. Le priorità umanitarie comprendono articoli per il primo soccorso, attrezzature e forniture mediche, generatori e carburante per i servizi sanitari, ambulatori mobili, sostegno psicosociale e rifugi temporanei. Inoltre c’è urgente bisogno di trasferire alcuni dei feriti negli ospedali specializzati fuori da Gaza. “Come Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa dobbiamo continuare a sostenere con forza il rispetto delle regole del diritto internazionale umanitario, che proibisce tutti gli attacchi contro i civili e gli obiettivi civili”, ha detto Younis Al Khatib. Egli ha inoltre invitato la comunità internazionale ad aumentare il proprio sostegno per consentire alla Mezzaluna Rossa Palestinese di rispondere concretamente alle necessità delle persone più vulnerabili. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha lanciato il 14 luglio un primo appello di emergenza nazionale per 14.570.915 dollari per garantire, nel breve e medio termine, servizi sanitari, soccorso, rifugi e sostegno psicosociale alla popolazione colpita. La copertura dell’appello attualmente è pari al 36 per cento circa. Con il drammatico aumento dei bisogni umanitari, la Mezzaluna Rossa Palestinese ha compiuto una rapida valutazione al fine di rivedere il suo appello in base alle esigenze umanitarie urgenti e tenendo conto della necessità di un processo di recupero forte e sostenibile.