Firenze, nona Conferenza Regionale Europea. Usichenko, Croce Rossa Ucraina: “La situazione non dà cenni di miglioramento”

Un minuto di raccoglimento durante la sessione plenaria per ricordare la volontaria della Mezzaluna Rossa Siriana uccisa oggi in Siria
Un minuto di raccoglimento per ricordare la volontaria della Mezzaluna Rossa Siriana uccisa oggi in Siria

Nel pomeriggio, la prima riunione plenaria della 9° Conferenza Regionale Europea della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in svolgimento a Firenze si è aperta con un minuto di raccoglimento. Il Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana e Vice Presidente della Croce Rossa Internazionale Francesco Rocca ha chiesto alle 53 delegazioni presenti di ricordare la volontaria della Mezzaluna Rossa Siriana morta oggi durante gli scontri in Siria. Un lutto che si unisce a quello di ieri quando un altro volontario siriano era caduto durante le attività di soccorso. I lavori della plenaria dal tema “Conseguenze umanitarie della crisi economica” si sono aperti con la relazione del prof. Andrew Cartwright della Central European University di Budapest. “La crisi economica – ha descritto Cartwright – ha delle caratteristiche contradittorie. Su alcune zone e su alcune popolazioni continua ad avere effetti ancora oggi, in altre zone no. Ci sono popolazioni che addirittura aumentano il loro benessere. In Spagna la disoccupazione giovanile sale fino al 50 per cento, ma altrove la povertà si riduce. Se prendiamo come indicatore macroeconomico quello della mancanza di lavoro vediamo che nella fascia fra i 16 ed i 25 anni questa aumenta. Un altro indicatore è l’aumento del consumo di antidepressivi ad esempio, nel Regno Unito. Se però abbandoniamo i parametri classici e teniamo presente felicità e benessere il panorama cambia. La Danimarca è il paese più felice, e quello più felice dal 2008 (anno di inizio della crisi) ad oggi è l’Albania. La disoccupazione quindi non può rappresentare l’unico parametro”.

  

I lavori della sessione plenaria
I lavori della sessione plenaria

“Sedici milioni di persone in Europa non vivono dove sono nati – continua – se hai vicino a te una rete di sostegno è più facile resistere quando perdi il lavoro. Il problema delle migrazioni e della povertà in Europa sono connessi. Il volontariato sta cambiando profondamente e lo scambio fra società nazionali è essenziale per reagire bene ai cambiamenti. La catena alimentare ci lega ed aiutare lo scambio fra paesi a economia sviluppata e quelli ad economia rurale è la strada per aumentare la qualità della risposta alla crisi”.   Le delegazioni della Bosnia Erzegovina, della Croazia e della Serbia hanno presentato tre video per descrivere le differenti attività sui loro territori ed in particolare la risposta all’emergenza causata dalle recenti drammatiche alluvioni. “Gli eventi degli ultimi sei mesi ci hanno ricordato, dopo 70 anni di pace, che la Croce Rossa è nata sui campi di battaglia – ha raccontato il Presidente della Croce Rossa Ucraina Ivan Usichenko -. Un milione di persone sono state coinvolte negli scontri iniziati nel novembre scorso a Kiev. Nei giorni più caldi, dal 19 al 24 di febbraio, sono stati 105 i morti, 581 i feriti e 8 volontari hanno subito traumi. I nostri punti di soccorso erano dislocati ovunque. Abbiamo soccorso manifestanti e poliziotti. Una guerra senza senso, che vede anche l’utilizzo di armi pesanti, un dramma a cui stiamo rispondendo innanzitutto con una immediata preparazione dei volontari al soccorso ai feriti negli ospedali ed alla donazione sangue. La situazione è imprevedibile, ed il numero degli sfollati interni è in continuo aumento e non c’è nessun segno che possa far intendere che la tensione politica potrà allentarsi. A nome della Croce Rossa Ucraina ringrazio la FICR ed il CICR e tutte le società nazionali che ci sono state vicine”.

  

              

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