Diario da Lampedusa

E dopo 48 ore il Maestrale regala una calma surreale a Lampedusa. La sensazione è quella di sempre, da quando si mette piede sull’isola: ovvero che la quiete può essere interrotta da un momento all’altro. Dopo 48 ore quasi ininterrotte di sbarchi e di assistenza 24 ore su 24, ora si può rifiatare. Anche questo tempo però è utile ai volontari di Croce Rossa Italiana: si fa il punto della situazione, si organizzano le prossime ore, si pensa all’intervento che sull’isola diventerà sempre più grande. Ieri notte, l’ultimo sbarco di 83 migranti che, come sempre, si sono sentiti al sicuro quando hanno visto sulle divise dei volontari l’emblema di Croce Rossa. Le storie sono quelle che si ripetono in questi giorni: giovani tunisini che sfidano il mare per cercare un futuro e una speranza. E che quando approdano sull’isola si sentono in Europa e gioiscono per avercela fatta. Negli occhi dei volontari e di quelli che operano sul molo del porto di Lampedusa, dopo ogni sbarco, si trova sempre la stessa immagine: un aneddoto, un sorriso, un segno addosso. Questo è l’effetto che fa, questo è quello che ti senti addosso a vivere ora dopo ora quella che è diventata la frontiera dell’Europa e in questi giorni l’ombelico del mondo.Tommaso Della LongaPortavoce del Commissario straordianrio della CRI

  

  

       

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