Cuneo, il “Truccabimbi” della Croce Rossa per portare un sorriso ai bimbi che vivono l’esperienza del ricovero ospedaliero
“Entrare in un mondo in cui prevale il dolore, la sofferenza e le innumerevoli difficoltà fa crescere ed emozionare”
«Quando curi una malattia puoi vincere o perdere. Quando ti prendi cura di una persona, vinci sempre». Così ha spiegato l’attività di “Truccabimbi” della Croce Rossa, il Presidente del Comitato locale della CRI di Cuneo, Francesco Aquilina.Il servizio è offerto da sabato 29 novembre 2014 e viene svolto ogni 15 giorni presso il reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Croce di Cuneo e in altre numerose occasioni. Questo tipo di attività inizialmente si svolgeva in occasione di feste, eventi e manifestazioni con lo scopo di far divertire i bambini, ma anche per portarli a conoscere una piccola parte del mondo della Croce Rossa. Successivamente si è deciso di intraprendere un progetto più stabile e duraturo, che coinvolgesse i bambini meno fortunati e più vulnerabili, costretti dalla malattia a restare in ospedale e che forse, più di tutti, avrebbero avuto bisogno di un sorriso.«È vero quello che si crede – spiega Adela, una delle volontarie impiegate nel “Truccabimbi”- questo è un mondo delicato, si ha a che fare con bambini sofferenti, ma coraggiosi in un luogo che non è la loro casa con persone che non sono la loro famiglia, costretti a subire anche i sensi di colpa vedendo mamma e papà preoccupati e sempre pensierosi. A volte di fronte alle loro sofferenze mi sono sentita quasi impotente e ridicola nei panni che vestivo, ma ciò che maggiormente mi ha toccato è la loro forza d’animo che è stata in grado di commuovermi quando sul loro viso esplodeva un sorriso inaspettato di fronte al lavoro che stavamo facendo. E vi assicuro che non c’è cosa più gratificante». Il “truccabimbi” in Croce Rossa è nato come un’attività di fundraising, ovvero chiedere aiuto economico per poter aiutare altre persone. Il Comitato Locale CRI di Cuneo ha però deciso di rendere quest’attività un modo per avvicinare i bambini a conoscere “quelle persone che indossano l’uniforme rossa”, con il desiderio di voler intervenire e aiutare in modo diretto i bambini e gli adolescenti affetti da patologie che richiedono lunghi periodi di degenza o semplicemente donare un po’ di sollievo durante l’attesa nel pronto soccorso pediatrico.
Storie significativeElena è una volontaria della CRI di Cuneo, che ha scelto di dedicare il proprio tempo libero all’attività di “Truccabimbi” ed è la responsabile del servizio. Questa è la sua “storia”.«Ricordo bene un pomeriggio in cui presso il reparto erano ricoverati pochissimi bambini e l’infermiera mi ha detto che i pochi pazienti erano immobilizzati nel letto. Ho indossato il mio naso da clown per entrare nella stanza e fare capire ai bimbi che volevo farli divertire. In una di queste stanze era ricoverata una bambina di quattro anni ingessata nel letto, stava imparando i colori su di un libro. Ricordo di averle disegnato sul braccio “il fiore della guarigione” con ogni petalo di un colore differente: voleva ripassarli assieme a me. Essendo curiosa di vedere tutti i colori, quando accennava ai genitori di avere un dolore, le mostravo come, mischiando dei colori, se ne creavano altri; lei, stupita, dimenticava il suo dolore. Non dimenticherò mai i sorrisi dei bambini e degli adulti che hanno potuto distrarsi per un po’, chi ridendo e chi facendo un riposino».L’attività è finanziata da coloro che scelgono di fare truccare i bambini durante le feste di compleanno dalle face-painter della Croce Rossa. Il ricavato se supera le spese viene destinato ad altre attività, come ad esempio in passato, per sostenere le spese mediche di alcune famiglie.L’obiettivo è quello di portare un sorriso, una distrazione ed anche un po’ di svago in luoghi dove ce né più bisogno; gli ospedali infatti sono i luoghi in cui i bambini hanno maggior bisogno di distrazioni per evadere dalla realtà. Ciò che Croce Rossa fa è dedicare una parte del tempo per far sorridere dei bambini che stanno vivendo un periodo delicato della loro vita.
Aggiunge un’altra volontaria, Adela: «In termini emotivi c’è tanto in un reparto pediatrico, noi volontari entriamo con riverenza per portare un sorriso, ma succede sempre che il sorriso che ci portiamo a casa è il loro. Si ha sempre il timore di non fare abbastanza, di non essere all’altezza, ma più passa il tempo e più ci accorgiamo che ai bambini basta poco per divertirsi e così le nostre paure vengono superate. Ricordo con piacere un episodio che mi colpì nel profondo: fu lo sguardo di uno dei genitori dei bambini che stavamo truccando, lì presente, un po’ in disparte, al quale l’allegria e l’entusiasmo del proprio figlio ha riempito gli occhi di gioia, ma anche di gratitudine nei nostri confronti. Più passa il tempo e più mi accorgo che coinvolgerli ed estraniarli per un po’ dall’ambiente in cui si trovano è il più bel modo di impiegare il mio tempo libero. Ciò che facciamo, lo facciamo con la gioia, la passione, l’entusiasmo e anche una certa discrezione visto l’ambito, ma soprattutto con il cuore. Questa attività ha tirato fuori il meglio di noi».«Questa esperienza – conclude Martina, anche lei volontaria nel servizio – mi ha fatto aprire gli occhi di fronte al dolore che provano i bambini e le famiglie e mi ha fatto capire quanto possono essere forti e coraggiosi per affrontare una situazione del genere: è molto difficile cercare di confrontarsi con ciò che si ha di fronte, che sia un braccio rotto o una malattia grave. Ma vedere come i genitori riescano a sostenersi a vicenda e trovino la forza di sorridere di fronte ai loro figli nonostante tutto, è molto confortante. Entrare in un mondo in cui prevalgono il dolore, la sofferenza e le innumerevoli difficoltà fa crescere ed emozionare. Sicuramente è un segno indelebile che porterò sempre con me». «Il “Truccabimbi” in pediatria è l’attività che ho pensato, sostenuto, spronato e aiutato – conclude il presidente del Comitato CRI di Cuneo, Francesco Aquilina – per cui è questa l’attività, tra le tante che vengono svolte dalla Croce Rossa ogni giorno, di cui sono più orgoglioso».