Ha tra i 35 e i 40 anni, è italiana e sposata con figli. È l’identikit delle donne che nel corso dell’ultimo anno si sono rivolte agli sportelli e ai Centri della Croce Rossa Italiana che, ormai da 4 anni, offre accoglienza, ascolto e orientamento alle vittime di violenza. Non solo donne, però. La CRI nell’ultimo anno ha preso in carico anche uomini maltrattanti. È il caso del centro “L’Orecchio di Venere” di Asti che, dal 2015, con la nuova sede a Mondovì e lo sportello informativo presso la Croce Rossa di Monastero Bormida, sta accogliendo tre uomini che hanno chiesto un ascolto e un aiuto concreto. “Continuo a sostenere la necessità di lavorare sul piano culturale – ha detto il Direttore Generale della Croce Rossa Italiana Patrizia Ravaioli – in famiglia, nel lavoro e nella vita sociale in generale, ambiti in cui continuano a resistere comportamenti discriminatori che degenerano in violenza. Sono orgogliosa del lavoro della CRI che è in grado di rispondere a ogni tipo di vulnerabilità. Infatti, in linea con il Principio di Umanità – conclude Ravaioli – oggi, con i nostri centri, oltre ad assicurare il massimo sforzo per aiutare le donne vittime di violenza, Croce Rossa garantisce la formazione di operatori sanitari e forze dell’ordine coinvolti nella rete antiviolenza, ma offre anche ascolto e sostegno a quegli uomini che, da autori materiali di violenze, chiedono di essere aiutati”. Gli sportelli di ascolto e i centri antiviolenza della Croce Rossa Italiana:
Avezzano – Qui è stata fatta una scelta di campo fondamentale che guardasse alla violenza a 360 gradi. Quella fisica, psicologica, e infine quella economica. Il centro nasce nel 2011. Nel giro di tre anni è stato contattato da 567 utenti, tra cui 222 presi in carico. Solo nell’ultimo anno 81 utenti di cui il 90% sono donne, il 7,4% uomini e il restante minori, sono stati presi in carico. Il 68% è di nazionalità italiana, mentre per il 32% dei casi si tratta di cittadini stranieri. La percentuale maggiore di donne che si sono rivolte al centro di Avezzano ha riferito di subire violenza psicologica, poi quella fisica e quella assistita. Percentuali più basse indicano una violenza economica, sessuale e per stalking (3,5%). Nel 56% dei casi l’autore della violenza è il convivente/coniuge. Nel 18,7% è l’ex partner, un familiare nel 14,7% dei casi. La struttura ha preso in carico anche uomini che hanno subìto violenza psicologica (50%), mobbing esercitato attraverso il terrore psicologico sul posto di lavoro da parte di colleghi e superiori (33,3%) e fisica (16,7%). Il centro antiviolenza della CRI di Avezzano fa parte della Rete Nazionale Antiviolenza dei centri di tutta Italia, collegato da settembre dello scorso anno al numero nazionale 1522. Lo scopo, oltre all’accoglienza delle vittime di violenza, è quello di accompagnare le persone verso una propria autonomia.
Asti – Nella stessa direzione va il Centro di ascolto “L’Orecchio di Venere”, attivo dal 2009, che offre accoglienza, ascolto, orientamento e sostegno a tutte le persone che attraversano un momento di disagio e di confusione, legato a fenomeni di violenza subita, praticata o assistita e che temono per la propria vita. Il personale, altamente qualificato, è costituito da circa 15 operatori volontari: medici, psicologi, counsellor, avvocati, operatrici di segreteria. Aderisce alla Rete Nazionale Antiviolenza, al servizio 1522 e all’Associazione Nazionale D.I.Re. (Donne in Rete contro la violenza). Nel periodo compreso tra gennaio e ottobre 2014, sono state accolte allo sportello circa 70 persone, in gran parte donne, di età compresa tra i 35 e i 60. Il Centro è convenzionato con una struttura che offre accoglienza per nuclei madre – bambino, a disposizione di tutto il territorio provinciale nelle ore notturne e festive e ha competenza e pertinenza su tutta la Provincia di Asti e nelle zone transfrontaliere: il territorio è infatti presidiato dalle 18 sedi di Croce Rossa. Dal 2015 il Centro è anche provider regionale per gli ECM e ha ideato e realizzato il primo corso regionale propedeutico per la formazione di operatori di centri di ascolto antiviolenza della CRI. “L’Orecchio di Venere” per la giornata del 25 novembre, in collaborazione con La Commissione Pari Opportunità del Comune di Asti, pone l’attenzione su una forma antica di violenza: le mutilazioni genitali femminili.
Padova – “Donne al Centro” è una Casa di seconda accoglienza per donne vittime di violenza domestica e loro figli minori che per la loro incolumità non possono tornare presso la loro abitazione abituale. Nel periodo ottobre 2014-ottobre 2015 sono state accolti 19 minori e 24 donne che hanno seguito progetti personalizzati di reinserimento sociale, lavorativo e di reinserimento scolastico, quando necessario. L’età delle donne ospitate va dai 18 ai 40 anni, italiane e straniere, di diverse classi sociali a conferma che quello della violenza domestica e di genere è un problema trasversale e in aumento. Il Centro Antiviolenza di Padova affronta quotidianamente i temi del reinserimento lavorativo e sociale, per le donne, e il reinserimento scolastico per i minori. Grazie a una stretta collaborazione con il Centro antiviolenza e Centro veneto Progetto Donna (CVPD), si è creato nel tempo un lavoro di rete necessario ed efficace per risolvere al meglio le difficoltà delle donne vittime di violenza. “Donne al Centro” ha potuto contare su importanti partecipazioni con la rete, in particolare con i servizi dell’azienda sanitaria e dell’Ulss, con i servizi dei comuni di Padova, della provincia, con le forze dell’ordine e con professionisti privati.
Genova – Qui c’è “SOS bambino”, il cui titolo già trasmette l’essenza delle attività svolte al suo interno. La casa, che ospita dalla fine degli ‘90 fino a 6 nuclei familiari (mamma e bambino), è nata dall’esigenza di attuare interventi per la tutela del minore in situazioni di maltrattamento e abuso, a rischio di disagio psicologico o vittima di relazioni disfunzionali. Una casa che è un centro antiviolenza a tutti gli effetti, ma che ha uno sguardo rivolto ai più piccoli, spesso vittime di violenza assistita. È qui che mamma e bambino vivono in camere spaziose e colorate per cercare, con l’aiuto di psicologhe ed educatrici, quell’armonia di cui sono stati privati per favorire un sano ed equilibrato processo di crescita del piccolo. Nell’anno 2015 sono stati accolti sei nuclei mamma e bambino, tre di nazionalità italiana, uno proveniente dalla Nigeria, uno boliviano, e uno ecuadoriano. Complessivamente quindi sedici persone di cui 6 madri tra i 23 e i 45 anni e 10 minori di età compresa tra i 6 mesi e 13 anni. Tre di questi minori sono portatori di handicap neurologici. Quest’anno poi all’interno di due progetti educativi è stata prevista anche l’organizzazione d’incontri protetti padre-figli, ovviamente fuori dalla casa e gestiti dalle psicologhe della struttura. Un modo per fare un lavoro anche sul papà e in particolare sulla figura maschile per quei bimbi che un giorno saranno adulti.
Crescentino – È attivo da poche settimane il neonato Sportello di Ascolto per le vittime di violenza istituito dalla locale Croce Rossa. Gli obiettivi primari, oltre al supporto diretto alle vittime, sono: l’informazione e la sensibilizzazione della popolazione finalizzate a produrre una cultura che non offra più spazio di tolleranza alla violenza e consenta la prevenzione, attraverso specifiche campagne sul fenomeno, di violenze intra ed extra familiari, sessuali, fisiche, psicologiche ed economiche.
Cassìne – E’ stato attivato, dall’estate 2014, uno sportello d’ascolto rivolto ai casi di persone vittime sia di violenze sia di discriminazioni (quindi non solo rivolte a donne vittime di violenza). Prima dell’apertura, è stato realizzato un percorso formativo sperimentale sotto l’egida del DTR Piemonte/DTN Area 2, in collaborazione coi Comitati Regionali CRI di Piemonte e Sicilia, nonché dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) del Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il corso, realizzato su base regionale, ha visto la formazione di una sessantina di Volontari, con gli obiettivi non solo informativi ma anche formativi, giacché poi la maggior parte di loro si è fatta promotore, nel proprio Comitato, di mettere in pratica quanto imparato promuovendo, così, in modo capillare, la sensibilizzazione su questi temi.Lo sportello d’Ascolto della CRI di Cassìne è attivo 24h su 24, raggiungibile sia telefonicamente (0144.750100) sia attraverso la pagina ufficiale di supporto (facebook.com/sportelloascoltocricassine) e offre dapprima assistenza, informazione, orientamento delle persone che lo contattano e poi, qualora il caso lo richiedesse, anche assistenza fisica e di supporto logistico, potendo attivare una rete di psicologi e legali utili a fornire una più approfondita assistenza alla persona, nonché offrire la possibilità di una sistemazione alternativa, quand’ora non sia più possibile tornare nella stessa casa.Lo sportello opera sull’intero territorio della provincia di Alessandria: è entrato nelle rete sociali già attive e altre ne ha create e ampliate; sono stati sottoscritti protocolli d’intesa con partner già operanti sul territorio ed è stata maggiormente rafforzata la cooperazione con i servizi sociali dell’Azienda Sanitaria Locale unica per la Provincia, nonché con la Prefettura e il Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri. La CRI – Comitato di Cassine facebook.com/crocerossa.cassine è stata inserita nel Nodo Provinciale Antidiscriminazione della Provincia di Alessandria.