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Concluso con successo il primo intervento di ricostruzione nasale per Lal Mohamed, il contadino afghano mutilato dai Talebani, arrivato in Italia per ricevere cure.

Lal Mohamed ha effettuato la sua prima operazione di ricostruzione dell’assetto nasale mercoledì 7 ottobre 2009. L’intervento è durato 8 ore: i medici riferiscono che si è concluso con successo e che a breve – la settimana prossima – potrà essere dimesso. Lal Mohamed trascorrerà poi un periodo di circa un mese, durante il quale dovrà recarsi più volte all’ospedale per effettuare medicazioni e controlli, prima di passare alla seconda delle quattro operazioni che saranno necessarie completare la ricostruzione di naso e orecchie. Il paziente attualmente è molto debole ed ha bisogno di riposo; lo zio che lo accompagna (che svolge per lui anche la funzione di interprete) in queste ore così delicate non lo ha mai lasciato solo per fornirgli l’appoggio e l’affetto necessari a superare il peso di un’operazione così delicata, considerando anche lo stato emotivo di Lal Mohamed. L’Ufficio Affari Internazionali del Comitato Locale di Firenze della Croce Rossa ha accettato l’incarico di gestire l’intera logistica riguardante l’accoglienza e la permanenza di Lal Mohamed in Italia. I Volontari del Comitato dal 2 di ottobre, giorno in cui sono andati a prenderlo a Roma per accompagnarlo a Firenze, si adoperano quotidianamente al fine di consentire le cure del cittadino afghano e di garantire risposte ai suoi bisogni ed a quelli del suo accompagnatore a partire dai pasti e dall’alloggio, fino agli spostamenti e agli abiti. Dal giorno del ricovero i Volontari di Firenze si recano in ospedale tutti i giorni ogni due ore e il Delegato dell’Ufficio Affari Internazionali si tiene in contatto costantemente con i medici per qualunque aggiornamento sul suo stato di salute. Il Commissario del Comitato Locale di Firenze, Federico Rosati, si dichiara soddisfatto per questa prima fase. “Anche se si prospettano ancora diversi mesi per la completa guarigione di Lal Mohamed i miei volontari di Firenze, come è già stato nel caso dei bambini palestinesi, offriranno tutto il loro impegno per far sì che il paziente possa completare le cure per le quali è arrivato in Italia nel modo più confortevole possibile, prolungando gli sforzi finché sarà necessario.”

  

      

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