Comitato Internazionale Croce Rossa – No ad un unico tipo di soluzione per risolvere le problematiche mondiali relative all'acqua
La sofferenza di decine di milioni di persone che nel mondo affrontano una battaglia disperata e quotidiana per trovare acqua potabile e che vivono in condizioni scarsamente igieniche è seriamente aggravata da conflitti armati e altre situazioni di violenza. In occasione del Sesto Forum Mondiale dell’Acqua, nella città portuale francese di Marsiglia, dove gli esperti si riuniscono al fine di cercare di trovare soluzioni alle problematiche connesse all’acqua nel mondo, il Comitato Internazionale della Croce Rossa sta richiamando l’attenzione sulle sfide connesse alla questione dell’acqua e vissute dai civili coinvolti nei conflitti. “Per chi tra noi che ha la fortuna di aprire il rubinetto e fare una doccia calda ogni mattina, è quasi impossibile immaginare cosa si prova ad essere una persona sfollata a causa di un conflitto e vivere sotto un albero nel Sahel colpito da siccità o essere intrappolato in una città assediata come Homs, impossibilitato a muoversi per cercare cibo o acqua”, ha detto il capo dell’unità water and habitat del CICR, Jean-Philippe Dross. “E’ abbastanza duro essere assetati e affamati. E’ tutt’altra cosa essere assetati, affamati e vivere sotto minaccia di violenza o spargimenti di sangue tutti insieme”. A livello mondiale, si stima che oltre 780 milioni di persone – il 40 per cento dei quali vive nell’Africa sub-sahariana – non hanno accesso all’acqua potabile, mentre circa 2,5 miliardi non hanno servizi igienici o latrine. Al sesto Forum Mondiale dell’acqua, il CICR condurrà la riflessione sull’importanza della cooperazione a livello territoriale e della comunicazione al fine di trovare soluzioni pratiche, in particolare nelle zone colpite dal conflitto, dove conflitti prolungati o intensi, dispute politiche ed embarghi possono compromettere l’adeguato accesso delle comunità ad acqua e servizi igienici per settimane, anni o addirittura decenni.”Stiamo osservando alcuni preoccupanti trend di ‘causa ed effetto’ che provocano una maggiore esposizione a vulnerabilità e violenza”, ha detto il Consigliere regionale water and habitat del CICR per il Medio Oriente, Michael Talhami. “La distribuzione fortemente iniqua di risorse, le questioni connesse alla sostenibilità ambientale e delle risorse naturali, la mancanza di cooperazione tra le Autorità, la rapida crescita della popolazione e il cambiamento climatico sono tutti fattori che contribuiscono ad una maggiore competizione in un contesto di risorse scarse, ostacolano la crescita economica e conducono ad un incremento forzato dei flussi migratori e delle tensioni “.Il CICR, che realizza progetti su acqua, servizi igienici e costruzioni per più di 20 milioni di persone in 48 paesi del mondo colpiti dalle guerre, è fermamente convinto che la cooperazione territoriale, il dialogo e l’innovazione siano le chiavi per affrontare alcune di queste sfide umanitarie complesse.Un nuovo progetto pilota del CICR ??in Etiopia, condotto congiuntamente con le autorità idriche regionali, offre un esempio di come la semplice tecnologia possa essere sfruttata per aiutare villaggi rurali nel migliorare l’accesso all’acqua. Il progetto collegherà 32 tavole idriche locali a un database centrale. Le informazioni caricate dagli utenti tramite il cellulare saranno utilizzate per mappare e tracciare lo stato di 7.000 singole pompe e stazioni, offrendo aggiornamenti in tempo reale del luogo in cui sono necessarie riparazioni e revisioni. Ci si augura che il progetto possa essere ampliato a livello regionale e replicato altrove.Un altro esempio di ingegno locale nell’azione si può trovare a Rafah, nella Striscia di Gaza, dove le restrizioni sulle importazioni di materiali da costruzione, la carenza cronica di acqua e un sistema fognario fatiscente hanno reso necessario giungere a piani di costruzione ecocompatibili e semplificati per il trattamento delle acque reflue. Utilizzando materiali riciclati e tecnologie innovative, è stato costruito un impianto che serve 180.000 persone e ha il potenziale per trasformare le acque reflue in una risorsa abbastanza pulita per l’irrigazione degli alberi da frutto. Progetti come questo servono anche a proteggere le acque sotterranee della Striscia e a impedire che il Mediterraneo diventi un luogo di scarico per le acque reflue dannose.”Quando le comunità riconoscono l’acqua come una questione di comune interesse e preoccupazione e decidono di lavorare insieme, piuttosto che combattersi, possono trovare soluzioni condivise e sostenibili che costruiscono la resilienza e la spinta all’innovazione”, ha detto Mr Dross. “L’acqua può essere un problema che può incredibilmente dividere, ma può anche essere una straordinaria fonte di collaborazione, creatività e capacità building”.