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Brasile: Croce Rossa, caos a Teresopolis come dopo uno tsunami

Foto FICR

(Adnkronos/Dpa) Teresopolis – “Uno tsunami, oppure Haiti, potete chiamarlo come volete. La situazione qui è caotica”. Questo il commento di Herculano Abrahao, coordinatore della Croce Rossa a Teresopolis, la città brasiliana più colpita dalle piogge torrenziali che in meno di 24 ore si sono abbattute sulla zona montana dello stato di Rio, causando oltre 360 morti. Il triste bilancio di morti in un solo giorno è il più elevato nella storia recente brasiliana e supera ampiamente la tragedia, causata sempre dalla pioggia, che fece registrare 300 vittime in un giorno di gennaio del 1967. Una cifra che potrebbe aumentare rapidamente nei prossimi giorni, poiché le squadre dei soccorsi non sono ancora riuscite a raggiungere alcune delle zone più colpite di Teresopolis, ma anche di Nuova Friburgo e di Petropolis. “La situazione è catastrofica, ci sono interi quartieri distrutti, come se ci fosse stato un terremoto”, ha detto il sindaco di Teresopolis, Jorge Mario Sedlacek, spiegando che sono ancora isolati quattro quartieri cittadini dove l’ acqua “ha spazzato via tutte le strade e i ponti”. Secondo il geologo Moacyr Duarte che ha visitato la zona, i fiumi sono esondati con una forza e rapidità inusuali, intorno agli 80 chilometri/ora, allagando e distruggendo ogni cosa. “E’ avvenuto tutto così rapidamente ieri mattina che non c’è stato il tempo per alcuna reazione”, ha detto l’esperto. La neoeletta presidente Dilma Rousseff ha lasciato per la prima volta Brasilia dal suo insediamento del primo gennaio scorso, per un incontro con il governatore di Rio, Sergio Cabral, anche lui rientrato in città, interrompendo un periodo di vacanza all’estero. La presidente ha stanziato l’equivalente di 464 milioni di dollari per il ripristino delle infrastrutture e per l’aiuto agli alluvionati nella regione. Il sindaco di Teresopolis ha giudicato la cifra insufficiente, stimando che solo per la ricostruzione di ponti e strade nella sua città serviranno circa 350 milioni di dollari. Al momento, comunque, la priorità è dare un tetto agli oltre 2mila sfollati, identificare i morti e recuperare le vittime dalle macerie.

  

  

          

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