Afghanistan, persistono i bisogni umanitari e la situazione rimane disastrosa

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© ICRC/Jacob Simkin – Ospedale Mirwais, Kandahar, Afghanistan. Un medico osserva un neonato prematuro in incubatrice

Il conflitto armato in Afghanistan non sembra placarsi, i bisogni di assistenza umanitaria alla popolazione rimangono quindi immutati. Questo è un aggiornamento sulle attività che il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha realizzato nel Paese da gennaio a settembre.”Combattere in aree densamente popolate continua a causare vittime civili. Le persone vengono uccise o ferite dal fuoco incrociato”, ha detto Gherardo Pontrandolfi, capo della delegazione del CICR in Afghanistan. “Gli afghani sono costretti ad abbandonare le proprie case e a rifugiarsi altrove. Allo stesso tempo, sta diventando sempre più difficile per le organizzazioni umanitarie raggiungere le persone che hanno urgente bisogno di aiuto. Questa situazione è insostenibile”.Il CICR continua a garantire il suo aiuto agli afghani. Insieme alla Mezzaluna Rossa Afghana, sta fornendo i beni primari di assistenza alle vittime del conflitto. La comunità internazionale non dovrebbe permettere che le sofferenze del popolo afghano vengano offuscate da altri conflitti. L’aiuto internazionale per l’Afghanistan dovrebbe essere garantito nonostante il richiamo ad affrontare altre questioni di politica e sicurezza.

  

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© ICRC/Jacob Simkin – Ospedale Mirwais, Kandahar, Afghanistan. Un ragazzo giace ricoverato a causa delle ferite di mortaio derivanti da recenti scontri tra forze armate

“Mio figlio è stato ferito nell’esplosione di uno IED (Ordigno esplosivo improvvisato) e per poterlo curare l’ho portato al ‘Mirwais Hospital’ di Kandahar. Sulla strada, in più punti, diversi gruppi armati e di sicurezza hanno fermato il nostro taxi. Quando arrivammo all’ospedale, la situazione di mio figlio era già molto critica e i dottori mi dissero che loro avrebbero fatto il meglio per salvare la sua vita. Ero sfiduciata ma lhamdullah (grazie a Dio) l’operazione ebbe successo, mio figlio è vivo”, ha raccontato Juma Khan, dal distretto Gezab della provincia di Uruzgan.”In base al Diritto internazionale umanitario, i feriti e i malati devono avere accesso ai servizi medici”, ha detto Pontrandolfi. “Gli operatori sanitari e le strutture sono protette e devono essere risparmiati in modo che il medico possa fornire assistenza a chi ne ha bisogno”.Il CICR fornisce attrezzature sanitarie e competenze professionali a due ospedali principali nel nord e nel sud del Paese. Supporta anche 44 cliniche della Società di Mezzaluna Rossa Afghana che forniscono trattamento e cura a pazienti feriti e malati in tutte le parti del Paese.Migliaia di vittime del conflitto con gli arti amputati e vittime di incidenti che li hanno resi disabili si sottopongono a servizi di riabilitazione fisica in sette centri protesi del CICR in tutto il Paese. Con il sostegno del CICR, molti pazienti seguono corsi di formazione professionale e ricevono piccoli prestiti che consentono loro di ricongiungersi alle proprie comunità e di guadagnarsi da vivere.Il CICR resta in dialogo con le parti in conflitto. Promuove la conoscenza e il rispetto delle leggi di guerra. Lavora anche con le parti per proteggere i civili. Inoltre, il CICR visita le persone detenute in relazione al conflitto e cerca di tenerle in contatto con le famiglie.

  

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© ICRC/Jacob Simkin – Ospedale Mirwais, Kandahar, Afghanistan. Una madre e la sua bambina malnutrita. Soprattutto i neonati nel reparto di pediatria soffrono di malnutrizione. Molti degli altri bambini sono affetti da poliomielite e da tubercolosi-meningite

In poche parole, da gennaio a settembre 2013, il CICR ha:? visitato 2.752 detenuti, 1.164 dei quali per la prima volta, e aiutato 22 ex detenuti a tornare a casa ; ? registrato circa 6.750 nuovi pazienti, inclusi 910 amputati, presso i sette centri di riabilitazione fisica del CICR; ? creato opportunità di lavoro per più di 5.000 persone che hanno partecipato a progetti di lavori temporanei; ? fornito un mese di razioni alimentari e articoli per la casa a più di 7.500 famiglie sfollate dal conflitto o da calamità naturali; ? informato più di 10.000 portatori di armi, membri della società civile, e le persone che ricevono aiuti sul suo mandato e sul suo lavoro; ? mantenuto il suo sostegno agli ospedali di Mirwais e Sheberghan, che hanno ricoverato 36.550 pazienti e visto oltre 173.000 esterni. Alcuni dei 10.850 interventi sono stati eseguiti nei due ospedali.

   icona croce rossaLeggi l’articolo in inglese sul sito del Comitato Internazionale.       

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