Afghanistan: l'impegno del CICR rimane solido nonostante l'attacco
Reuters
Mercoledì 29 maggio 2013, in un attacco contro gli uffici del Comitato Internazionale della Croce Rossa a Jalalabad, è rimasta uccisa una delle nostre guardie e sono stati feriti altri tre membri del personale. Questo è stato il primo attacco del genere nel paese. Gherardo Pontrandolfi, capo della delegazione del CICR a Kabul, racconta l’attacco e le sue implicazioni.Sapete chi è responsabile dell’attacco?No. Stiamo cercando e abbiamo iniziato un’approfondita revisione, con l’obiettivo di scoprire perché l’attacco ha avuto luogo. Ciò significa parlare con quante più persone e gruppi possibili.I talebani hanno rilasciato una dichiarazione negando ogni responsabilità. Qual è la vostra reazione?Siamo consapevoli di questa affermazione e ne teniamo conto nella nostra analisi.Sospenderete le vostre operazioni in Afghanistan?Non sospenderemo tutte le operazioni in Afghanistan. Stiamo ancora raccogliendo informazioni e completando le nostre analisi iniziali, quindi è prematuro dire quali effetti questo incidente avrà sul nostro lavoro in Afghanistan. In tutto il paese ci sarà il mantenimento dei servizi di riabilitazione fisica, le attività sanitarie, gli sforzi per mantenere il contatto tra i membri della famiglia separati e alcune altre attività.A Jalalabad abbiamo chiuso il nostro ufficio, pur continuando i nostri servizi di riabilitazione fisica presso il nostro centro lì.L’attacco avrà un effetto sul personale?Abbiamo temporaneamente ritirato, come misura precauzionale rapida, alcuni membri del personale non-afgano, e naturalmente, ciò avrà un impatto sulle operazioni.
Abdul Bashir Khan
Qual è il futuro a lungo termine delle operazioni del CICR in Afghanistan?Il CICR resta impegnato a fornire protezione e assistenza umanitaria alle persone colpite dal conflitto, bilanciando questo impegno, allo stesso tempo, con la sicurezza del nostro personale. Una volta che avremo completato una revisione approfondita dell’incidente saremo quindi in grado di determinare il livello dei servizi umanitari che saremo in grado di fornire al Paese.Come sta reagendo il personale all’attacco?Tutti sono molto colpiti dalla morte del nostro collega. La nostra attenzione è attualmente rivolta alla famiglia di Abdul Basher Khan. Le abbiamo fornito tutto il sostegno necessario, sia finanziario che psicologico, e continueremo a farlo.In onore della memoria di Abdul Bashir Khan, la guardia CICR uccisa nell’attacco a Jalalabad, il CICR chiuderà tutti i suoi uffici in Afghanistan per un giorno, il 6 giugno 2013, e in quel giorno non effettuerà nessuna operazione.