Afghanistan, CICR: a 10 anni di distanza, i civili pagano ancora le conseguenze del conflitto

Ginevra/Kabul (CICR) – Dieci anni dopo l’inizio di un nuovo capitolo per l’Afghanistan, a seguito della guerra trentennale, gli Afgani subiscono ancora la violenza armata. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa dichiara come la sicurezza e l’assistenza sanitaria siano i problemi umanitari più rilevanti con cui la popolazione del paese deve confrontarsi. “Nonostante i miglioramenti nella qualità della vita di alcuni settori della popolazione nell’ultimo decennio, le condizioni di sicurezza in molte aree del paese rimangono allarmanti”, ha detto Jacques de Maio, capo delle operazioni CICR in Sud Asia.”E’ imperativo che le vittime di questo conflitto continuo e dalle diverse sfaccettature ricevano protezione e assistenza”, ha aggiunto. “Siamo particolarmente preoccupati per i civili coinvolti, le famiglie sfollate cui non rimane più nulla, i malati e feriti che non possono ricevere cure mediche, gli operatori sanitari che incontrano ostacoli nel fornire assistenza ad una popolazione disperata”.L’accesso a cure mediche ha raggiunto livelli di criticità allarmante nelle aree colpite dal conflitto armato, alcuni ospedali sono stati chiusi a causa dei combattimenti, degli attacchi alle strutture o intimidazione del personale. “Le strade sono minate o sorvegliate da posti di blocco, ritardando il trasporto di malati e feriti in ospedale, spesso con tragiche conseguenze”, ha detto De Maio. Inoltre, a causa della diffusa povertà, molti Afgani non hanno le possibilità economiche per far fronte ai costi di trasporto di malati e feriti da zone rurali all’ospedale.Molte comunità nelle aree rurali si sentono vulnerabili come mai prima d’ora. Gli sfollati in alcune zone del nord sono aumentati del 40% rispetto allo scorso anno. “La gente in molte aree, incluse le regioni centrali di Wardak e Logar, dice di non sentirsi più sicura in quanto minacciata e costretta da tutte le parti in causa a schierarsi”, ha aggiunto de Maio. “Tutto ciò che desiderano è rimanere fuori dal conflitto”.  La malnutrizione è aumentata nel sud del paese negli ultimi anni. Molte sono le ragioni – scarsa istruzione, mancanza di sicurezza, povertà e scarsa igiene, per citarne alcune – ma il conflitto in corso è un ulteriore fattore. Le epidemie stagionali, come il morbillo, sono aumentate significativamente nei luoghi in cui imperversa il conflitto.  Man mano che le truppe internazionali lasciano il paese e la responsabilità per la sicurezza ritorna alle autorità afgane, il CICR assicura un monitoraggio sulle attività delle forze di sicurezza e difesa afgane, incluse quelle relative ai detenuti. L’organizzazione condivide le sue preoccupazioni per la popolazione civile con tutte le parti in conflitto, inclusa l’opposizione armata, ribadendo il loro obbligo di rispettare e assicurare il rispetto del diritto internazionale umanitario.Il CICR ha lavorato per 25 anni in Afganistan, una delle sue più estese operazioni nel mondo e continua ad essere impegnato nel portare aiuto alle fasce più vulnerabili della popolazione afgana. “Continueremo il nostro lavoro esclusivamente umanitario, restando indipendenti da tutte le iniziative politiche e diplomatiche e impegnandoci con tutte le nostre forze affinché le persone ricevano l’assistenza di cui hanno disperatamente bisogno”, ha concluso de Maio.

  

  

          

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