(Adnkronos) Afghanistan: Onu, aumentano del 31% in sei mesi le vittime civili. La Croce Rossa Internazionale: necessari più centri di assistenza sul territorio

Il numero di civili uccisi e feriti a causa dei combattimenti in Afghanistan è aumentato del 31 per cento nel primo semestre del 2010 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo rivela la missione di assistenza dell’Onu in Afghanistan (Unama), precisando che almeno mille vittime di guerra sono state ricoverate nell’ospedale della provincia di Kandahar tra agosto e settembre, il 100 per cento in più dello stesso periodo del 2009. A fargli eco è la Croce Rossa Internazionale che, dopo l’apertura del settimo centro di ortopedia e protesi nel Paese, ribadisce la necessità di maggiori istituti di assistenza sul territorio. Alberto Cairo, che da 20 anni guida il programma di ortopedia della Croce rossa in Afghanistan, dichiara che mai come ora si trova a visitare quotidianamente persone nuove che hanno subito amputazioni. “Stiamo lavorando sempre qui”, ha detto Cairo all’agenzia Irin nel centro a Kabul, dove vi è uno staff di 300 persone, tutte con disabilità permanenti. L’ultimo centro della Croce Rossa è stato aperto ad agosto a Lashkargah, la capitale della provincia meridionale di Helmand, dove vi sono ora 60 amputati. “E’ praticamente impossibile per le persone del distretto di Marjah (nella provincia di Helmand, ndr) portare i loro pazienti a Kabul – ha detto Cairo -. Penso siano necessari altri 6 o 7 centri”. Negli ultimi vent’anni almeno 100mila persone sono state assistite nei centri ortopedici della Croce Rossa internazionale. Di queste, oltre 24.667 sono vittime dell’ esplosione delle mine, gli altri sono paraplegici o disabili di guerra, o affetti da poliomelite. La Croce Rossa internazionale ha speso quest’anno circa 18 milioni di dollari nei suoi centri ortopedici. “Stanno arrivando da noi più del doppio di amputati (persone che hanno perso entrambe le gambe, ndr)” in seguito alla deflagrazione di esplosivi improvvisati, ha detto Cairo, precisando che l’85 per cento delle vittime sono maschi adulti. “Non tutte le vittime di guerra vengono da noi, solo quelli che hanno bisogno di arti artificiali o di cure ortopediche”, ha aggiunto (Adnkronos).

  

  

          

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