A Port au Prince con la ERU Relief (unità di risposta all'emergenza che si occupa della distribuzione degli aiuti umanitari) americana

“La parte più importante del lavoro è quello fatto nei giorni precedenti alla distribuzione”, ci spiega il team leader della ERU Relief (unità di risposta all’emergenza che si occupa della distribuzione degli aiuti umanitari) della Croce Rossa Americana, Steve McAndrew. Infatti, basta dare un’occhiata veloce all’organizzazione in uno dei campi sfollati nati spontaneamente a Port au Prince per capire che senza un lavoro precedente non si potrebbe fare nulla: la tensione, infatti, è sempre dietro l’angolo. Siamo in un campo dove vivono 1250 famiglie, circa 6000 persone in tutto. Gli operatori della Croce Rossa qui son venuti tre volte prima di iniziare la distribuzione: conoscere le persone, fare il censimento delle necessità, registrare tutti quelli che devono ricevere gli aiuti, preparare il luogo rendendolo sicuro. Un lavoro certosino e diplomatico che poi porta alla distribuzione vera e propria. E in massimo tre giorni tutti gli abitanti del campo ricevono il kit di aiuti: due zanzariere, due coperte, 1 kit igienico per un mese, 1 kit di utensili da cucina, 1 tanica per l’acqua. In pratica un modo per promuovere la ripresa dell’autonomia di ogni singolo nucleo familiare. Oggi sono circa 500 le persone che riceveranno gli aiuti. La distribuzione viene fatta all’interno di quello che rimane di un asilo. Dall’altra parte della strada l’entrata del campo. Gli operatori di Croce Rossa formano le file all’interno del campo. Poi fanno defluire piccoli gruppi sulla strada fino al cancello dell’asilo. E lì, a gruppi di dieci si entra per la distribuzione. Il tutto grazie al rapporto con la comunità locale. La situazione è sostanzialmente tranquilla: in questo campo hanno capito che nel giro di 72 ore massimo tutti avranno gli stessi aiuti. Entrando nel campo, le famiglie sono già al lavoro. Tende di fortuna vengono sostituite con i teli impermeabili della Croce Rossa. E la gente già è in fila al potabilizzatore della Croce Rossa francese che già lavora da giorni. Quello che colpisce è l’organizzazione: le file sono ordinate, il livello di tensione molto basso, quasi un miracolo ricordando le immagini di altri tipi di distribuzione. Il metodo delle ERU di Croce Rossa evidentemente funziona sul campo. Nel campo i bambini si divertono tantissimo davanti all’obiettivo della macchina fotografica e hanno una grande voglia di giocare: tanti sono gli aquiloni costruiti con mezzi di fortuna e la gara a chi lo fa volare più in alto è già in corso quando arriviamo. Alla distribuzione partecipano anche il Delegato nazionale di Protezione Civile e responsabile della sala operativa nazionale CRI, Roberto Antonini, e l’emergency manager, Fabio Carturan, che aiutano la popolazione a portare le scatole di aiuti: la gente accoglie positivamente e con tanti sorrisi i simboli della Croce Rossa Italiana. Dopo un paio d’ore risaliamo in macchina, fatti 300 metri vediamo un altro campo immenso: “qui ci sono circa 10mila persone – ci dice sempre Steve McAndrew – abbiamo già finito la distribuzione alcuni giorni fa, torneremo tra un mese”. Intanto il lavoro non manca: ci sono ancora tante distribuzioni da organizzare, tanti aiuti da far arrivare alla popolazione. Tommaso Della Longa Portavoce Commissario Straordinario Croce Rossa Italiana

  

 icona croce rossaLe foto della distribuzione della CR americana agli sfollati.    

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