20 giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato. Il Presidente della CRI, Francesco Rocca: “Mettiamoci nei panni di chi chiede solo la possibilità’ di scegliere”
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“Nei panni loro per capire da cosa scappano. Nei panni loro per sentire la gioia di essere vivi anche dopo la traversata in mare che non è comunque né l’ultima tappa, né quella più difficile. Nei panni loro per capire la rabbia che si prova a dover tornare indietro dopo tanta fatica e tanto dolore. Nei panni di chi ancora una volta si sente rifiutato, allontanato, respinto e dimenticato come persona”, afferma Francesco Rocca, Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana e Vice Presidente della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. “Se ogni giorno, e non solo oggi per la Giornata Mondiale del Rifugiato, si tentasse di mettersi anche per soli cinque minuti nei panni di chi sta solo chiedendo la possibilità di scegliere, forse oltre alle parole, avremmo dei fatti che proteggano le persone e non le frontiere. Oggi più che mai sono orgoglioso degli uomini e delle donne della Croce Rossa Italiana che dal sud d’Italia a Ventimiglia stanno mostrando a tutto il mondo cosa vuol dire mettere al centro l’essere umano. Stasera nella tradizionale Fiaccolata della CRI a Solferino urleremo ancora più forte ‘Siamo tutti fratelli!’”.
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La migrazione, come è stato ricordato anche ieri nel corso di un workshop organizzato dalla CRI a Castiglione delle Stiviere (Mn), è un fenomeno mondiale. Secondo le stime attualmente ci sono 73 milioni di migranti nel mondo: 43 milioni hanno lasciato le loro case a causa di conflitti e violenze, 15 milioni in seguito a disastri e calamità naturali, 15 in seguito a cambiamenti economici nel proprio paese. Nel 2014 sono arrivate in Italia 170.100 persone, tra cui 26.122 minori. Sono state effettuate 63.041 richieste di protezione internazionale. Delle persone sbarcate 106.959 tra uomini, donne e minori hanno viaggiato attraverso il Paese diretti altrove; si tratta dei cosiddetti “migranti in transito”, che non hanno la possibilità di accedere ai servizi sanitari e sfuggono ad ogni sorveglianza medica tranne quella svolta all’arrivo nel porto. La Croce Rossa nel 2014 ha assistito oltre 140.000 persone giunte sulle nostre coste.
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