Rientrate in Italia le 4 Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana partite per prestare assistenza sanitaria alla popolazione del Nepal, a seguito del devastante sisma dello scorso 25 Aprile. Non particolarmente stanche e molto soddisfatte dell’attività svolta, hanno incontrato il Presidente Nazionale Avv. Francesco Rocca e l’Ispettrice Nazionale delle Infermiere Volontarie S.lla Monica Dialuce Gambino e relazionato loro sul servizio svolto in oltre 4 settimane di missione. Sono state impegnate prima a Kathmandu e poi a Bidur, nel distretto di Nuwakot, sede dell’epicentro della seconda forte scossa di terremoto del 12 maggio scorso. Hanno operato dirigendo l’ospedale da campo allestito dalla Protezione Civile Italiana, proprio accanto al vecchio nosocomio, in parte compromesso dal terremoto, dove per fortuna era rimasta ancora agibile la sala operatoria e il reparto maternità. “Nel periodo in cui siamo rimaste a Bidur-sottolinea S.lla Renata Dalzini-sono nati circa 150 bambini.” Inoltre, attraverso una “clinica mobile”, in team con il personale sanitario locale, hanno raggiunto i villaggi più isolati e curato persone che altrimenti non avrebbero avuto modo di ricevere assistenza e prestazioni sanitarie, poiché in Nepal la sanità è a pagamento, quindi non accessibile a tutti. “Per me-continua S.lla Angela Luparia-la difficoltà maggiore è stata nel confrontarmi con il limite delle nostre possibilità in azione. Noi potevamo intervenire nei casi urgenti, per il pronto soccorso e per le donne in gravidanza. Per il resto al limite potevamo stabilizzare i casi che però poi necessitavano di assistenza in ospedale. In quelle situazioni si cerca di fare il possibile”.

  

Un grande lavoro di squadra, operato in sinergia con i rappresentanti delle numerose organizzazioni umanitarie intervenute per prestare soccorso al Paese martoriato. “È evidente il passaggio del terremoto-spiega S.lla Domenica Gabriella Graffeo-ma è altrettanto chiara la forza psicologica di questo Paese che non vuole mollare. C’è chi ha perso i propri cari, chi non ha più niente eppure nessuno rinuncia alla voglia di ricominciare”. Le Infermiere Volontarie che, a seguito dell’incontro con i vertici dell’Associazione hanno poi raggiunto le loro città (Genova, Milano, Torino, Palermo) non abbandonano l’idea di essere ancora utili per il Nepal. A loro infatti è stato demandato l’incarico di individuare come poter investire i soldi di una donazione fatta alla Croce Rossa Italiana all’indomani del terremoto. “Stiamo pensando all’acquisto di un’incubatrice, credo sarà molto utile nel campo per salvare le vite di tanti bambini”, ha spiegato la Capogruppo S.lla Zarini, al fine di rispettare il desiderio espresso dagli anonimi benefattori che, nel biglietto che accompagnava il dono, spiegavano espressamente “affinché questa donazione possa aiutare a salvare la vita di tanti, soprattutto bambini, che si sono ritrovati senza più nulla”.

       

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