Nepal: le Infermiere Volontarie della CRI operative in prima linea

Pazienti evacuati fuori dall'ospedale di Bidur, in attesa di assistenza presso la tenda ospedale italiana.

Prosegue nonostante le numerose difficoltà date anche dalle continue scosse di terremoto, la missione in Nepal delle 4 Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, partite lo scorso 6 maggio per dare supporto sanitario alla popolazione colpita dal sisma.Le Crocerossine, specializzate in area critica, nei primi giorni della loro missione hanno operato nel campo allestito dalla Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa a Kathmandu e sono attualmente impiegate a Bidur, nel distretto del Nuwakot. Lavorano, senza un attimo di tregua, in un’equipe traumatologica, fianco a fianco con la Federazione, la Croce Rossa Nepalese, la Croce Rossa del Bhutan e quella della Gran Bretagna presso l’ospedale da campo allestito in sostituizione dell’ospedale che è stato danneggiato e reso inagibile a seguito del terremoto.

  Macerie

La situazione umanitaria è difficile: le case sono in pezzi ma la popolazione continua a viverci dentro, il cibo non manca ma i costi dell’acqua potabile sono proibitivi, gli approvvigionamenti sinora giunti non sono ben distribuiti ed un largo numero di villaggi situati in posizione più remota e difficile da raggiungere ha ricevuto poco o nulla. Fortunatamente il presidio campale di Bidur è provvisto di tutto il necessario, medicinali, forniture mediche, attrezzature della Protezione Civile Italiana. Un’ulteriore criticità è attualmente data dalla presenza dei monsoni, che rappresenta un problema di salvataggio e soccorso della popolazione e che aumenta il rischio di un’epidemia di colera. La missione delle Crocerossine durerà circa 40 giorni ed è la prima risposta della Croce Rossa Italiana all’emergenza sanitaria in Nepal. 

       

Copy link
Powered by Social Snap