La delegazione coreana UNCMAC in visita all’Ispettorato Nazionale

  

Una delegazione militare della
Repubblica di Corea dell’UNCMAC (United
Nations Command Military Armistice Commission), con sede a Seul, ha fatto
visita lo scorso 10 giugno all’Ispettorato Nazionale del Corpo Militare CRI.

Ne hanno fatto parte il maggior generale
Cho Yeong Jin, il tenente colonnello Kim Yoon Yeal e il tenente Hwang Se Won,
accompagnati dal colonnello Hwang Ingook, addetto militare per la Difesa presso
l’Ambasciata della Repubblica di Corea in Italia e dal signor Jeong Bung Sun in
qualità di interprete.

Ad attendere i graditi ospiti presso la
caserma “Luigi Pierantoni” di Roma, l’Ispettore Nazionale maggior generale
Gabriele Lupini e i gli altri vertici del Corpo.

Nel corso del colloquio il generale
Lupini, dopo aver rivolto il saluto di benvenuto per la cortese visita, ha
ribadito: “Intendo innanzitutto sottolineare
la testimonianza di gratitudine e il rafforzamento dei vincoli di amicizia che
legano la Repubblica di Corea al Corpo Militare CRI.  Mi fa piacere anche ricordare che la missione
del personale militare della Croce Rossa in terra coreana, impiegato nell’opera
umanitaria e di soccorso presso l’Ospedale n. 68, si protrasse dal novembre 1951
al  dicembre 1954, ovvero un anno e mezzo
dopo la fine delle ostilità. E’ stata la prima operazione fuori dai confini
nazionali di una nostra unità militare dopo la Seconda guerra mondiale”.

Il generale Cho, che attualmente riveste l’incarico di Senior
Member dell’UNCMAC, si è così espresso: “Ringrazio
Lei e tutti i veterani del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana per il
contributo offerto nel corso della guerra di Corea, che dal 1950 al 1953
funestò l’intera penisola asiatica. Oggi, purtroppo, solo tre di quei valorosi
reduci sono ancora in vita. La vostra missione riscosse il plauso del Governo
coreano, dei vertici militari americani e delle autorità dei Paesi alleati”.

 

L’alto ufficiale coreano, nella sua
qualità di direttore della Commissione per l’armistizio militare in Corea, dopo
aver illustrato i compiti e le finalità dell’organizzazione delle Nazione Unite
che presiede, della quale fa parte anche l’Italia, si è così rivolto al
generale Lupini: “Propongo una
collaborazione dei servizi sanitari tra le due Unità che rappresentiamo e un
maggiore coinvolgimento dei rispettivi comandanti a tutti i livelli”.

Come risposta il generale Lupini ha
sottolineato come: “La Croce Rossa Italiana è in prima linea per la
salvaguardia dei diritti e il rispetto delle regole internazionali. Per altri
ulteriori aspetti di politica estera è comunque competente il Governo italiano
e non le singole Istituzioni. Parimenti, per un attività addestrativa sanitaria
con le Forze Armate coreane saremo sicuramente disponibili a partecipare previa
l’autorizzazione dei nostri vertici”.

Successivamente, nell’aula
multimediatica “Raffaele Soru” si è tenuto un briefing illustrativo sui
compiti e le peculiarità del Corpo Militare CRI, con approfondimenti sull’operato del personale sanitario impegnato al fianco di quello della
Marina Militare italiana, prima nell’Operazione Mare Nostrum e poi in quella
denominata Triton. Sempre nell’ambito dell’emergenza migranti, è stata posta l’attenzione sull’impiego, da parte del Corpo, di un’unità di
Gestione dei corpi senza vita, impegnata tutt’ora nel ritrovamento delle oltre
700 vittime della sciagura marittima occorsa il 18 aprile dello scorso anno in
relazione all’affondamento di una nave carica di migranti.

E’ stato esposto, inoltre, il contributo
prestato in favore all’operazione Resolute
Support in corso in Afghanistan e negli Emirati Arabi Uniti, sottolineando
il costante impegno in queste attività di ausiliarietà alle Forze Armate dello
Stato.

Al termine del briefing, il maggior generale Cho si è detto
meravigliato positivamente per la presentazione esposta e per le numerose
attività operative nelle quali è coinvolto il personale del Corpo Militare CRI,
sottolineando l’importanza e la peculiarità offerta nell’ambito dei flussi
migratori che negli ultimi anni stanno coinvolgendo oltre ogni misura i Paesi
europei. 

 

  

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