un'esperienza dello “Youth Mediterranean Exchange on Blood Donation”

Un'immagine di repertorio con uno polo Pionieri in primo Piano e dei bambini sfocati in secondo piano

Rosaria Cinzia Cardillo, giovane volontaria appartenente al gruppo donatori di sangue della Croce Rossa Italiana, ci ha raccontato la sua esperienza allo “Youth Mediterranean Exchange on Blood Donation”, un incontro internazionale che si è svolto a Barcellona dal 9 al 16 maggio 2010. Perché questo incontro dei “giovani del Mediterraneo”?Questo incontro è stato organizzato dal CCM (Centro per la Cooperazione nel Mediterraneo) in collaborazione con la Croce Rossa Spagnola Giovani . Promosso dalla World Health Organization, con il supporto della Genaralitat di Catalogna e della International Society of Blood Transfusion ( ISBT), ha riunito giovani volontari e coordinatori provenienti da 13 nazioni del Mediterraneo che rappresentano la Croce Rossa e la Mezza Luna Rossa. L’idea base era creare una piattaforma di discussione e scambio, analizzare i bisogni dei partecipanti e stimolare una forte e comune azione dei giovani della Croce Rossa del Mediterraneo sui temi della donazione del sangue e della prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Come si sono svolte le giornate?Insieme alla collega Francesca Mara, appartenente al Gruppo Giovani C.R.I e a tutti i partecipanti delle 13 nazioni del Mediterraneo, abbiamo preso parte a diversi incontri formativi e partecipato a molti lavori di gruppo. Abbiamo visitato la Banca del Sangue presso l’Hospital de la d’Hebron e la Facoltà di Medicina di Barcellona. Quest’ultima visita è stata particolarmente interessante per noi, perché abbiamo potuto osservare come nell’Università spagnola sia possibile donare sangue in modo diverso da quanto avviene in Italia. All’interno della Facoltà, infatti, vi sono lettini, macchinari e personale specializzato. Ci sono anche attività di sensibilizzazione per gli studenti?Nei giorni precedenti e durante i periodi di donazione si svolge una fortissima sensibilizzazione alla cultura trasfusionale e i giovani sono al centro dell’attenzione. Formatori specializzati stimolano gli studenti a creare degli slogan sul tema della donazione. Poi li fanno scrivere su lenzuola, che vengono affisse all’esterno della Facoltà. In questo modo i ragazzi diventano essi stessi artefici del messaggio che si vuole veicolare. Credo che sarebbe molto utile se questo potesse realizzarsi anche all’interno delle Università Italiane. Con i rappresentanti delle altre nazioni siete rimasti in contatto? A conclusione dell’incontro, abbiamo stilato un documento che riassume gli impegni presi. Ci siamo ripromessi di lavorare per trovare nuove strategie di promozione e sensibilizzazione al dono del sangue mantenendo sempre vivo il confronto, la sinergia e lo scambio di idee. Abbiamo creato una rete e tramite i social network riusciamo a tenerci continuamente in contatto e aggiornati su tutte le iniziative realizzate dai singoli Paesi. È molto importante mantenere questo filo rosso che ci tiene uniti perché solo attraverso il confronto aperto e continuo con gli altri è possibile crescere e accrescere il proprio modo di fare volontariato all’interno delle singole comunità. Vorrei esprimere qui i miei ringraziamenti, anche a nome della mia collega Mara, alla Sig.ra R. Fusacchia, che è stata con noi per tutta la mission, al Commissario Nazionale Donatori di Sangue C.R.I. D.ssa Maria Vittoria Torresi, al Vice Donatori di Sangue C.R.I. Sig. Paolo Scura, all’Ispettore Nazionale Giovani C.R.I. AVV. Rosario Valastro per l’opportunità datami di confronto con altre culture e società di Croce Rossa e Mezza Luna Rossa, utili alla mia crescita intellettuale e morale. Ed inoltre al DTN C.R.I. Dott. Fabio Majo, all’Ispettrice Regionale Giovani C.R.I della Lombardia Sabrina Turrin e al Pioniere Daniele Contarino per l’aiuto ed il conforto insostituibile prima e durante la missione. Fonte: www.centronazionalesangue.it

 

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