Sarajevo: ferragosto da clown in Bosnia
Sarajevo, 15 agosto 2009 I neonati clown, che ieri hanno ricevuto il naso rosso con una “cerimonia iniziativa” magica e segreta, oggi si confronteranno con la sfida più difficile del Campo di formazione: saranno infatti impegnati nel pomeriggio presso una residenza per anziani di Sarajevo. In mattinata, si ultimano gli sketch da presentare agli ospiti della struttura e si raffinano le tecniche di close-up e di approccio alla persona anziana. Una sfida ed un impatto emozionale elevato per i partecipanti, che dovranno mettere a frutto quanto imparato in questa settimana di lezioni, confrontandosi con la difficile realtà della casa di riposo. Finalmente è giunto il momento in cui dimostrare di aver imparato chi è un clown di Croce Rossa e quali sono le sue peculiarità.
la cucina della Croce Rossa per i collettivi vulnerabili
Nella giornata di ieri, 14 agosto, un membro della delegazione dei Pionieri è stato invitato a conoscere meglio le attività assistenziali svolte dalla Croce Rossa. Visita alla “cucina pubblica” di Sarajevo, progetto che è stato sostenuto fin dalla guerra grazie alla cooperazione internazionale: un importante servizio sociale che garantisce ogni giorno 1600 pasti alle famiglie più povere di tutta l’area urbana. Il direttore, Refik Kravi?, ha ringraziato in particolare la Croce Rossa Italiana per l’aiuto durante gli anni terribili dell’assedio di Sarajevo, grazie al quale sono state sfamate ogni giorno migliaia di persone. La “cucina pubblica” è molto di più che una semplice distribuzione di pasti agli indigenti: attraverso questo canale, si possono conoscere situazioni e circostanze che possono diventare oggetto di intervento più mirato, come ad esempio l’assistenza domiciliare.
Il Pioniere Matteo Cavallo con il Segretario Generale Dusan Kulusic
La mattinata è proseguita con la visita alla sede centrale della Croce Rossa della Bosnia Erzegovina: il neo eletto Segretario Generale, Dusan Kulu?i?, ha illustrato le principali attività svolte dalla società nazionale: ricerca delle persone scomparse, programmi sulle mine, assistenza sociale, prevenzione del traffico di esseri umani, preparazione e risposta ai disastri, primo soccorso.In particolare, il Segretario si è soffermato sull’importanza delle attività giovanili: la Croce Rossa Bosniaca dedica molte risorse sia alle attività interne che alla cooperazione internazionale. È rilevante che i giovani volontari possano confrontarsi con i colleghi del Movimento, per condividere esperienze e apprendere nuove modalità operative, proprio come è avvenuto con lo scambio Torino – Roma – Sarajevo, da cui è nato il progetto del Campo di clownerie. Fondamentale è stata la possibilità per la Bosnia di rientrare anche nell’ambito della cooperazione del Mediterraneo, potendo partecipare ai workshop ed alle iniziative promosse dal Centro con sede a Barcellona. “I giovani sono una nostra priorità: molte delle attività che svolge la Società Nazionale che rappresento si svolgono con la partecipazione ed il contributo dei giovani volontari. Per questo continueremo ad investire su di loro.”
I clown dopo l’investitura
Nel pomeriggio, il momento centrale per i partecipanti al corso di formazione: ricevere il celebre naso rosso che rappresenta un’investitura.I formatori dei Pionieri hanno arricchito questo fondamentale momento con un rito avvolto da un alone di mistero, in cui è stata celebrata la nascita del nuovo clown. Alla fine della cerimonia, i neonati clown attendevano i colleghi tutti insieme in quella che è stata rinominata la nursery.Alcune scenette, giochi di micro-magia, scherzi e dispetti allo staff, ma sempre con estrema poesia e delicatezza, segno questo che la formazione ricevuta ha saputo far maturare la consapevolezza di chi sia veramente un clown. “Ogni volta che aprivo la porta della nursery per accogliere i neonati clown non potevo nascondere la mia emozione nel vedere il loro naso rosso. «Riponi il cuore nel tuo naso rosso.» È con questa frase che si possono riassumere gli obiettivi del corso che come formatori ci eravamo prefissati e che, con un pizzico di orgoglio, possiamo affermare siano stati raggiunti.Fisicamente, i ragazzi dovevano salire al primo piano dove erano attesi per il loro battesimo per poi tornare al piano terra per unirsi agli altri neoclown; mi piace pensare che si diventi clown per vocazione, si parte dalla vita quotidiana, ci si lascia andare alle emozioni e all’apprendimento delle tecnica volando metaforicamente verso una realtà fantastica, fuori dal mondo.
La clown “Dottora”
Ma poiché questi clown, così come i loro fratelli nati nelle edizioni dell’International Clown Camp e non solo, nascono per donare un sorriso a chi soffre, è indispensabile che essi ritornino sulla terra. E ieri, dietro la porta del refettorio improvvisato come nursery, ho avuto il privilegio di esserci io e vi assicuro che essere oggetto delle loro gag non è stata un’impresa facile. Mano a mano che il gruppo cresceva, in breve tempo mi sono ritrovato su un autobus che correva all’impazzata, senza avere il tempo di accorgermi che tutti quanti mi stessero per saltare addosso ritrovandomi sommerso da quindici clown! In un attimo, sono diventato il loro paziente, su un tavolo operatorio: circondato da colori, sorrisi, nasi rossi, emozioni, leggerezza e ironia: un’esperienza indimenticabile.”(Pietro Migliaccio, Giovani della Croce Rossa Italiana)Dopo tutto…. ridere è una cosa seria!
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