L'intervento della Croce Rossa Italiana in Georgia

Roma 04-09-2008 Il conflitto bellico scoppiato in Georgia il 7 agosto scorso ha comportato l’urgente attivazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) di Ginevra con un Preliminary Appeal rilasciato l’11 agosto e il successivo comunicato del giorno 13 relativi alla necessità di un intervento di aiuti umanitari su larga scala per assistere le vittime del conflitto. La Georgia ha sferrato un’offensiva contro l’Ossezia del Sud, per riprendere quella regione filo-russa che si era staccata dal resto del paese nel 1992. Mosca ha risposto prontamente con una pesante controffensiva. Secondo le stime governative ci sarebbero migliaia di morti e feriti, decine di migliaia di sfollati, ingenti danni alle abitazioni, taglio del rifornimento idrico e di energia elettrica in diverse città georgiane. La Croce rossa della Georgia con numerosi appelli ha chiesto alla consorella italiana di intervenire con nuclei cucina per provvedere alle necessità alimentari di circa 16.000 persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni nella capitale Tblisi. La Cri, in considerazione della disponibilità del Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS), ha inviato in Georgia proprio personale. Un nucleo sanitario, di vettovagliamento e di prima valutazione, composto da 20 elementi, è partito il giorno 17 agosto dall’aeroporto di Pratica di Mare (Roma) a bordo di un C130 dell’Aeronautica Militare alla volta di Tblisi. Una colonna di 19 automezzi con 28 uomini della Cri si è imbarcata il 23 agosto da Brindisi, su una motonave della compagnia “Marmara Lines”, alla volta del porto di Cesme, in Turchia, raggiunto nella giornata del 25. Ha proseguito poi, via terra, in territorio turco e georgiano per circa 1.700 chilometri, fino al raggiungimento il 28 agosto della capitale Tblisi e il giorno successivo della città di Gori. La colonna era composta da cinque autoarticolati, cinque autocarri con rimorchio, un autobus, tre veicoli fuoristrada, un’ambulanza fuoristrada, un furgone frigo, un camper adibito ad ufficio, un furgone officina ed un carro attrezzi. A bordo dei suddetti automezzi container cucina, celle frigo, cambuse viveri, servizi igienici e generatori da 130 kwa per allestire due nuclei cucina preposti alla preparazione di 10.000 pasti giornalieri nella più completa autosufficienza. Fa parte integrante dell’unità uno speciale gruppo water sanification che sta curando il controllo dell’acqua per garantire l’igienicità e prevenire le emergenze epidemiologiche. Insieme al convoglio hanno viaggiato cinque tonnellate di aiuti umanitari destinati ad alleviare le sofferenze della popolazione georgiana duramente provata dal conflitto armato. Attualmente il personale della Croce rossa italiana sta lavorando presso la cucina di un orfanotrofio di Tblisi per la preparazione di circa 5.000 pasti al giorno per gli sfollati ospiti di alcuni centri accoglienza della capitale e per i bambini della stessa struttura. Nella città di Gori gli uomini della Cri svolgono assistenza a cinque campi profughi, erogando una media di altri 5.000 pasti giornalieri. L’operazione, diretta in loco dall’avvocato Francesco Rocca, capo dipartimento socio-sanitario della Cri, ha riscosso il plauso del ministro degli Esteri del Canada, in visita al campo italiano, che si è complimentato con i nostri operatori per l’efficienza e la generosità dimostrata. Anche funzionari dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR) hanno espresso davanti al ministro canadese la loro gratitudine nei confronti della Croce rossa italiana. Il campo Cri di Gori è stato visitato dalla moglie del primo ministro georgiano, la quale, esprimendo complimenti al nostro personale, ha sottolineato come l’intervento italiano sia stato efficiente, funzionale, concreto e tra i primi ricevuti. 

  

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