Il discorso dell'Ispettore Nazionale in occasione del 2 giugno 2012

Si riporta di seguito il testo integrale del discorso pronunciato dall’Ispettore Nazionale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, maggior generale Gabriele Lupini:

Anche quest’anno ci troviamo insieme in occasione della celebrazione che, più di tutte, incarna lo spirito di unità nazionale di cui siamo oggi splendida testimonianza. L’unità nazionale è un principio sul quale oggi dobbiamo riflettere in modo particolare, vivendo giorni in cui le congiunture economiche sembrano rappresentare il fattore più importante da considerare all’atto delle scelte che si è chiamati ad operare, senza talvolta accorgersi che altrettanto importanti fattori devono essere valutati. Oggi le celebrazioni in via dei Fori Imperiali si sono svolte in un clima particolarmente sobrio in ragione di ciò che, in generale, si sta vivendo ma soprattutto di ciò che negli ultimi giorni è accaduto nel nostro Paese a seguito di eventi dannosi di natura sia antropica che naturale, i quali hanno procurato tanta sofferenza umana che noi, come uomini e donne di Croce Rossa, siamo chiamati ad alleviare con la nostra quotidiana attività, di ogni specie ed a tutti i livelli, contribuendo al funzionamento di una macchina così complessa come la nostra Associazione, facendola funzionare al meglio al di là dei piloti della stessa che sono e saranno sempre meno importanti della macchina stessa. In questa metafora della “macchina” il ruolo del Corpo Militare è stato da sempre fondamentale e determinante. Senza gli uomini del Corpo Militare, sia volontari che dipendenti, la CRI non avrebbe certo potuto raggiungere gli stessi risultati, non avrebbepotuto assicurare una continuità professionale dei servizi necessari all’espletamento dei propri compiti istituzionali. In questi giorni vasta è l’eco sulla condivisione intellettuale dei profili sul futuro assetto giuridico dell’Associazione che si stanno configurando e sui conseguenti riflessi che ne deriverebbero anche sul Corpo Militare della CRI. In questo momento così solenne di unità, sento il dovere diinterpretare l’unità del pensiero di tutti gli appartenenti al Corpo,che il Signor Presidente della Repubblica mi ha conferito l’onore diguidare, i quali, in questi giorni non hanno mancato di esternarmi, con migliaia di testimonianze, il loro profondo auspicio che nessuno tentidi trasformare la loro forte identità militare e il profondo sensodella disciplina alla base della loro incondizionata scelta di appartenenza alla CRI sancita con il solenne giuramento previsto dalla Legge. Gli uomini del Corpo Militare, oltre ad essere tanti – più di quelli che spesso vengono fatti apparire, perché operano da sempre in silenzio e ovunque – devono essere certi che non abbiamo abbandonato la fiducia nel fatto che, chi di competenza, valuterà attentamente ogni conseguenza dell’impatto chela riorganizzazione della Croce Rossa potrebbe avere nei loro confronti. Nel concludere, oltre agli appartenenti al Corpo Militare e ai volontari delle componenti civili della CRI, è mio intendimento rivolgere un particolare messaggio al Corpo delle Infermiere Volontarie della CRI al quale, attraverso il suo vertice, desidero far pervenire i miei alti sensi di considerazione e ammirazione nell’auspicio che, anche nel futuro, i due Corpi CRI ausiliari delle Forze Armate, per il peso della loro storia e delle azioni affrontate e concluse in comune, potranno continuare insieme a fare la differenza, malgrado tutti gli ostacoli che siamo sempre stati capaci di affrontare sia in tempo di guerra come in tempo di pace. Viva la Croce Rossa! Viva l’Italia!”

  

 

  

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