Diario di una Crocerossina ad Haiti su Nave Cavour

“Nave Cavour, la nave più imponente della flotta della Marina Militare è da dodici giorni in mare, solca le acque dell’Atlantico per raggiungere Haiti. Circa novecentosettanta persone, specialisti del Genio Militare, Battaglione San Marco, Aeronautica Militare, Carabinieri, staff di medici del Celio, ha imbarcato a Foraleza staff di medici e sanitari brasiliani che, insieme ai medici della Marina Militare e alle Infermiere Volontarie di Croce Rossa Italiana stanno procedendo velocemente verso questo territorio messo in ginocchio da un terremoto che non ha risparmiato nessuno… Circa novecentosettanta persone che hanno dato la disponibilità a lasciare casa e famiglie per una missione che durerà almeno quattro mesi, di cui almeno un mese è destinato alla lunga traversata per mare, ma, alla fine, sarà la città galleggiante che porterà la bandiera italiana, simbolo di fratellanza amore e disponibilità da sempre nota a tutti. Questo è lo stato d’animo che aleggia: i cuori di questi uomini e donne a bordo del Cavour sono stati impegnati ad organizzare al meglio quest’isola galleggiante, dalle sale per le degenze alle sale operatorie. Silenziosamente ognuno ha svolto il suo ruolo sfruttando al massimo i giorni della traversata, la loro mission è chiara, esclude la tristezza, piuttosto porta la certezza nell’intimo del cuore che appena arriverà farà di tutto per portare il sorriso, dare una mano, trasportare medicinali e materiali destinati agli ospedali a terra, trasferirà i casi operabili a bordo, coopererà con la macchina internazionale degli aiuti. E non c’è a bordo una sola persona che non si sforza di essere collaborativa con l’altra, dal personale della cucina che lavora ad oltranza giorno e notte e ti coccola offrendoti un servizio inappuntabile al Comandante della nave, che insieme al suo staff lavora giorno e notte per coordinare il lavoro di tutti: dalla pianificazione alla logistica, aggiornando continuamente i dati, avendo sempre dinanzi a sé l’obiettivo che ci siamo proposti di raggiungere.

  

La gestione dell’emergenza è un capitolo strano: offre il fianco alle critiche, apre spirali di polemiche, lascia spazi agli egoismi, su un’ondata di ” volemosi bene” che alle volte, massacra il lavoro di tanti, di tutti coloro che muovendosi, come le formiche, compiono il lavoro più pesante, senza mai lamentarsi. E così anche le Infermiere Volontarie CRI, animate dal motto “ama, conforta, lavora, salva” da centun anni al servizio di chi soffre, con il sorriso che le contraddistingue da sempre, simbolo di un conforto equivalente alla loro sensibilità, seguono le Forze Armate, ubbidiscono agli ordini, secondo un principio regolato dal un senso di responsabilità interiore. Certo, in una società dove tutto sembra dover essere immediato, soccorsi compresi, la dimensione spazio temporale assume un aspetto quasi utopistico, stare attenti a non urtare la suscettibilità diventa prioritario rispetto alla dimensione del rispetto della dignità umana, criticare diventa più semplice rispetto ad offrire soluzioni, dare senza aspettare necessariamente di ricevere diventa più scontato. La sofferenza che accompagna la popolazione colpita da un sisma non è riassumibile con poche parole; il trauma accompagna inesorabilmente per lungo tempo: nei volti dei bambini sofferenti lascia alle volte un sorriso amaro ed un silenzio che li accompagna per troppo tempo. Probabilmente con la nostra presenza ad Haiti non saremo risolutori di tutti i loro problemi, ma sicuramente porteremo la nostra voglia di fare ed il nostro amore per il prossimo che ci ha sempre contraddistinto ed una fiaccola di speranza che ci aiuti tutti a fare sempre meglio e a dare di più. (2 Febbraio 2010) L’ora è quasi arrivata: a bordo di nave Cavour la sera del due febbraio c’è un grande fermento. Le Sorelle parlano con gli inviati di Croce Rossa, che, arrivati a bordo, si occuperanno di sbarcare i mezzi CRI. Le Sorelle chiedono, si informano, vogliono sapere cosa accade a terra, qual è l’attività che più si compie, cosa si fa per alleviare le sofferenze di tanta povera gente, come funziona il campo…….. E intanto il fermento continua e proviene prevalentemente dall’hangar dove si spostano i mezzi, si mettono nella posizione giusta per agevolare lo sbarco. Nessuno ha voglia di andare a letto; dovremmo attraccare alle 00,30 ma alle 22 il Comandante annuncia alla r.o.c. ( rete ordini collettivi ) che non possiamo entrare in porto prima delle 2.00 del mattino, e, conclude “Signori, vi suggerisco di andare a letto”. Ma come si fa ad andare a letto quando si sa che i ragazzi giù nell’hangar lavorano a più non posso per preparare tutto, come si fa a non aspettare l’ultimo minuto prima della discesa, per dirgli: “buon viaggio”, “in bocca al lupo”, “ci rivediamo a terra” “a presto”. Da sedici giorni viviamo nella stessa casa, ormai ci conosciamo quasi tutti. Si sa che sulle navi militari ci si saluta sempre, ci si incontra nel quadrato ufficiali e si socializza, anzi, in realtà si socializza con tutti, perché l’affabilità è di casa. Chi è quasi costretto ad andare a letto, perché magari ha il turno l’indomani mattina, dormirà pochissimo, ma tutto il resto della nave è in stato di allerta. Si compiono spostamenti delicati, lo sbarco dei mezzi presuppone manovre ad alto rischio ed il pericolo che qualcuno possa farsi male è veramente elevato. I ragazzi del bar senza sosta preparano caffè per chi riesce a trovare un attimo di pausa, considerato anche che molti di loro sono contemporaneamente di servizio giù in hangar. I giornalisti della RAI non si lasciano andare, anche loro, ad un attimo di tregua; seguono tutte le operazioni con grande interesse. Soltanto alle 5,30 del mattino si attracca in panchina, e, intorno alle 6.00 scendono i primi mezzi dell’Esercito Italiano che finalmente cominciano a stagliarsi per formare la colonna. Le operazioni continuano per tutto il giorno. Nei volti dei militari si nota un filo di stanchezza, ma se glielo chiedi, ti rispondono che è solo il caldo dell’hangar. Sono tutti pronti a guidare la colonna per le strade tortuose della Repubblica Domenicana per raggiungere Haiti, mentre giungono notizie che potrebbero arrivare quanto prima pazienti da trattare a bordo. Noi Sorelle siamo pronte, fantasticamente pronte ad intervenire. (3 febbraio 2010) In vista dei prossimi arrivi sanitari, nel pomeriggio l’equipe sanitaria sì è riunita per un briefing, nel quale sono state puntualizzate sia la procedura operativa standard di evacuazione medica a bordo di nave Cavour che le procedure di triage nelle maxiemergenze. Terminata la prima fase delle operazioni di sbarco, la nave ha lasciato gli ormeggi. (4 febbraio 2010) Ad appena poche ore dall’arrivo sulle coste di Haiti, l’unità sanitaria di nave Cavour è già all’opera. I feriti, giunti a bordo con un MEDEVAC, provengono dai centri sanitari a terra, dove hanno ricevuto le prime importanti cure che, ne hanno consentito la sopravvivenza e la stabilizzazione. A bordo i feriti riceveranno trattamenti e accertamenti sanitari specifici, grazie ai mezzi di cui l’unità navale è fornita, che consentiranno di poter avere una più rapida ed efficace ripresa. In tarda serata abbiamo appreso con soddisfazione che le unità sbarcate ieri erano giunte a Pourt au Prince. A bordo si fa parte di “unicum”, tutto quello che succede è importante, anche un trasferimento. (5 febbraio 2010) Prosegue l’attività sanitaria a bordo con nuovi arrivi e trasferimenti, il primo alle 06.30 a.m..Tra questi il caso di una anziana signora di ottanta anni, trasferita qui, per valutare la necessità di un nuovo intervento chirurgico. L’età, che si aggiunge allo stress psicofisico subito e alle ferite inferte dal sisma, (elementi caratterizzanti tutti i pazienti di questa catastrofe naturale), ne fa una paziente fragile, per la quale predisporre interventi specifici. Un nuovo attracco a Pourt Caucedo è previsto per il 6 febbraio prossimo.  (07 febbraio 2010) Nelle prime ore del mattino siamo arrivati a Port Caucedo, per un randez vous con il personale del Genio proveniente dal Campo Base. Cogliamo l’occasione per informarci sull’andamento della missione a terra: le difficoltà sono ancora molte, e mettono a dura prova la volontà del personale impegnato. Stamani l’anziana signora che, abbiamo accertato avere ben più degli 80 anni stimati, 88 per la precisione, per la quale era stato previsto un intervento chirurgico, è stata operata. Ad eseguire l’intervento un equipe mista italo-brasiliana costituita da un chirurgo ortopedico civile brasiliano, un chirurgo ortopedico del Policlinico Militare Celio di Roma e dagli specialisti di sala operatoria della unità navale. Operazione ben riuscita. Positivo anche il bilancio delle cure di ossigenoterapia, somministrate in un caso di amputazione, i buoni risultati avuti sembrano così poter escludere eventuali ulteriori interventi operatori. (08 febbraio 2010) Abbiamo lasciato Port Caucedo dove per il momento non sono più in programma scali, e ci dirigiamo alla volta di Porto u Prince. Qui la nave starà alla fonda in rada in maniera continuativa, consentendo la possibilità di impostare un lavoro di soccorso organico e ritmato quotidianamente, mediante il trasbordo anche con motoscafi. Sarà così possibile funzionare a pieno regime, come un vero e proprio day hospital, dove i pazienti con patologie meno critiche, potranno passare il tempo necessario alle terapie e ritornare a terra a fine giornata. Naturalmente proseguiranno anche i MEDEVAC, ne sono già in programma alcuni che, saranno eseguiti nelle prossime ore. Domani il Comandante prenderà contatto con il personale di terra per mettere a punto gli ultimi preparativi per l’arrivo dei rifornimenti sanitari, e rendere più agevole possibile la macchina dei soccorsi. Un altro lungo giorno di lavoro si chiude e davanti a noi un’intera missione. Potrebbe dar pensiero un così lungo periodo di lontananza, ma l’unica cosa a cui riusciamo a pensare, è al successo del soccorso e l’aiuto concreto che porterà. (09 febbraio 2010) Il comando sta valutando il progetto per la realizzazione anche di un servizio di ambulatorio a terra ed oggi alcuni responsabili tra i quali la Capogruppo, sono scesi a terra per effettuare un sopralluogo al fine di individuare un’idonea collocazione tra le località segnalateci in precedenza. Un elicottero ha portato il personale a terra da dove ha proseguito a bordo di un mezzo militare. Il sopralluogo ha messo subito in luce la difficoltà che attualmente si presentano, nel raggiungimento di località dell’interno a causa delle a dir poco precarie, condizioni delle strade di collegamento, del traffico caotico di mezzi più o meno di fortuna e di persone in perenne movimento. In questa situazione l’ipotesi dell’istituzione di un ambulatorio da raggiungere quotidianamente, sembra non poter essere realizzabile in maniera proficua, almeno per il momento. Il viaggio però non è stato vano, abbiamo, infatti, avuto modo di effettuare un piccolo intervento e valutato la possibilità di effettuare successivamente un MEDEVAC, avendo individuato un possibile atterraggio con l’elicottero Durante il briefing serale con le Sorelle, abbiamo parlato del progetto dell’ambulatorio e delle difficoltà rilevate durante il sopralluogo. In vista di un tale impegno ognuna di noi deve essere ben cosciente di quanto il servizio all’esterno richiede, in termini di capacità di adattamento, resistenza fisica ed emotiva. Operare lontano dalla base, con lunghe ore di viaggio da affrontare, su strade dissestate, in condizioni climatiche e ambientali difficili, sono dati da non sottovalutare, anche per le più esperte di noi. L’entusiasmo è importante, ma lo è ancor di più la concretezza. Non riflettere, con serietà su ogni scelta che una missione impone di fare, al di là della disponibilità iniziale, sarebbe una leggerezza imperdonabile, anche se la risposta può sembrare per noi volontarie, scontata. Ognuna deve valutare le proprie forze e scegliere liberamente assumendosi un livello di responsabilità ogni volta maggiore. (10 febbraio 2010) Il progetto di un servizio ambulatoriale a terra, nonostante le difficoltà sarà attuato, è deciso. L’attività sarà continuativa, ogni giorno scenderà un team composto da un Medico un Infermiere della Marina militare e una Infermiera Volontaria. Ieri erano stati effettuati altri MEDEVAC. Tra questi cito due casi, una bimba accompagnata da un neurochirurgo per effettuare una TAC. Doveva sostenere un’operazione delicata che è avvenuta oggi. Con gioia abbiamo appreso che l’intervento è perfettamente riuscito e la piccola ha potuto riacquistare la vista. L’altro riguarda un ragazzo feritosi al braccio, che nell’impossibilità di ricevere cure nei giorni successivi all’evento sismico ha rapidamente sviluppato una forte cancrena al braccio dx. Oggi pomeriggio è dovuto procedere all’amputazione dell’arto per salvargli la vita, ora il ragazzo riposa. Molti sono gli haitiani che hanno subito questo insulto fisico. Due diversi esiti, due facce di questa emergenza, come di molte che abbiamo vissuto. Nella ricostruzione sicuramente sarà importante prendere in considerazione la speranza della ricostruzione anche di un’integrità fisica e con questa il recupero di una dignità e di un’indipendenza di vita e di lavoro. (11 febbraio 2010) Questa mattina è iniziata l’attività dell’ambulatorio sanitario a terra. Un elicottero ha portato a destinazione il team medico. Prima Sorella ad iniziare l’attività è stata S.lla R. Ceccato. Atterrati, con il mezzo del San Marco il team ha raggiunto la località prevista. Qui si è da subito provveduto ad effettuare un MEDEVAC per un caso già valutato durante il sopralluogo: una donna che presentava una ferita grave insieme ai suoi due figli un bambino di 7 anni con una frattura scomposta e una neonata di 4 mesi. Trasferiti a bordo nel primo pomeriggio hanno ricevuto pronta assistenza e tutte le analisi diagnostiche del caso. L’attività è proseguita fino a fine servizio. (12 febbraio 2010) Oggi il Responsabile Sanitario ci ha comunicato che da lunedì 15 l’attività di assistenza ambulatoriale a terra proseguirà con un nuovo PMA che sarà impiantato in un’area che si trova nelle vicinanze del porto. La soluzione di raggiungere le località in elicottero, adottata per accorciare i tempi di spostamento, ovviando al traffico e alla precarietà delle strade al fine di raggiungere località più isolate, non consentiva però di fornire le prestazioni di un PMA equipaggiato e dato non trascurabile, questo avrebbe potuto fornire più prestazioni nel tempo di servizio stabilito, con un’efficacia d’intervento sulla popolazione di gran lunga maggiore. Questo a ricaduta consentirà alle altre unità sanitarie presenti in zona di avere un alleggerimento dell’attività e non ultimo di poter progettare interventi più in profondità. Un dato quest’ ultimo che in una situazione di emergenza come quella ad Haiti, diventa prioritario, così com’è fondamentale progettare gli interventi in maniera sinergica con tutte le forze in campo. Noi proseguiremo con la turnazione prevista, ovunque sarà necessario. (13 febbraio 2010) Nella giornata di oggi due nuovi MEDEVAC: una bambina di 6 anni con una ferita molto profonda ad un piede e una alla gamba, ed una ragazza di 16 anni con una frattura sempre alla gamba. Dopo gli accertamenti e le medicazioni si è stabilito per il trattamento delle ferite in camera iperbarica. Fratture e ferite. Fratture di ogni genere, brutte ferite, lacero contuse, facilmente tendenti alla suppurazione, sono le lesioni che abbiamo visto in ogni emergenza per eventi sismici. La loro cura deve essere tempestiva perché gli esiti, lo abbiamo visto, dipendono da questo. Quello che da noi, è facilmente risolvibile presso un ospedale, qui, nell’Haiti rasa al suolo, può non essere così scontato. (14 febbraio 2010) Attualmente abbiamo 10 pazienti. Giornalmente sono medicati, e sottoposti a trattamenti in camera iperbarica. Per una più rapida e corretta guarigione, spesso si ricorrere a piccoli interventi chirurgici in sala operatoria. Ogni accortezza è applicata al fine del raggiungimento del massimo obbiettivo possibile per il ripristino delle condizioni di salute. Lavoriamo in emergenza, ma le cure che questa unità può offrire sono davvero di qualità elevata. Una nota di colore: spesso i pazienti sono accompagnati dai familiari, piccoli pazienti con le loro madri, madri ferite con i loro piccoli. In questo gruppo, abbiamo al seguito di una donna ingessata, una bimba di 4 mesi… bellissima ma anche vivacissima! Seguirla è davvero un impegno a tempo pieno, considerando soprattutto che, si trova a bordo di una nave militare. Però grazie a lei, questa struttura efficiente e lineare, acquista un’allegria e una giocosità inconsueta e piacevole. (15 febbraio 2010) In mattinata è scesa a terra con il team sanitario una Sorella, per cominciare a lavorare presso il PMA realizzato in zona porto. Gli spostamenti saranno effettuati in motoscafo. Ad aspettarli, molti haitiani, giunti lì appena ricevuta la notizia della nostra presenza. Qui il passaparola è il più rapido mezzo di comunicazione disponibile per i più. L’attività è iniziata da subito con un totale di 50 visite e medicazioni. A bordo i pazienti ricoverati continuano la terapia con medicazioni e trattamento nella camera iperbarica. Nel pomeriggio sono stati portati a bordo 2 bambini, tramite MEDEVAC, reduci da due differenti incidenti, a cui è stata fatta la TAC e quindi sono stati riportati a terra. Rientrando è stata portata a bordo una signora ricoverata per accertamenti. (16 febbraio 2010) Il Team del PMA ha effettuato visite mediche, medicazioni ed assistenza sanitaria a circa 40 pazienti. Sono, inoltre, scesi a terra, richiesti dalla Protezione Civile, un team composto dalla farmacista della nave, dalla Sorella che lavora nella farmacia, per collaborare a catalogare i materiali sanitari messi a deposito, nell’eventualità di una futura distribuzione. A bordo della nave prosegue l’attività chirurgica con un nuovo paziente ortopedico. Continuano le medicazioni quotidiane e i trattamenti nella camera iperbarica. Questo trattamento costituisce davvero un’arma strategica per la lotta contro le infezioni, contribuendo notevolmente al miglioramento ed alla guarigione delle ferite dei nostri pazienti. (17 febbraio 2010) Continua l’attività a terra del team sanitario. Oggi sono state effettuate 42 visite, tra le quali anche il caso di donne al termine delle gravidanza. Al rientro sono stati trasferiti a bordo 3 pazienti da trattare. Proseguono le cure per i pazienti ricoverati che, necessitano del trattamento in camera iperbarica. (18 febbraio 2010) Un nuovo turno si è alternato nel servizio a terra. Oggi sono state effettuate visite e medicazioni a 30 pazienti. Il numero di persone visitate dipende molto anche dalle patologie e dal tempo occorrente ai trattamenti di cui necessitano. Altri tre pazienti sono arrivati a bordo per trattamenti. Durante la notte, i tecnici della Telemedicina dell’Ospedale Celio hanno completato il collegamento con le attrezzature dell’ospedale di bordo. Questo importante mezzo permetterà il collegamento diretto con il Policlinico Militare Celio di Roma, consentendo anche diagnosi e consulti estesi ad altro personale specialistico. (19 febbraio 2010) Ancora 30 pazienti per il team del PMA a terra. Oggi solo un trasporto a bordo per accertamenti sanitari, per un’adolescente di 13 anni. A fine diagnosi e cure, è stata riportata a terra. (20 febbraio 2010) Oggi non si è svolta attività a terra presso il PMA zona porto. Prosegue invece l’attività d’inventario, iniziata su richiesta della Protezione Civile, alla quale lavorano una farmacista e una Sorella. Per effettuare il lavoro si sono recate a terra dove resteranno presso la sede della Protezione Civile, fino al completamento del lavoro. A bordo sono arrivati altri 3 pazienti di cui un bambino di 10 anni con una ferita ad una gamba, che si è procurato in un incidente motociclistico. Continua la normale attività nell’ospedale costituita principalmente da medicazioni e trattamenti in camera iperbarica. Nella serata di oggi la nave a lasciato la fonda per attività di rifornimento. (22 febbraio 2010) L’attività a terra presso il PMA è ripresa oggi. Sono state effettuate visite mediche, medicazioni ed assistenza sanitaria a circa 30 pazienti. In ospedale c’è stata un’attività frenetica dovuta ad un MEDEVAC che ha trasportato due giovani pazienti con ferite d’arma da fuoco. La sala operatoria ha lavorato tutta la giornata. In serata si è provveduto al trasferimento presso un’unità sanitaria di nazionalità americana nel cui team è presente un chirurgo vascolare, per poter proseguire il lavoro chirurgico. L’altro giovane ferito, presentava fortunatamente solo una ferita superficiale e dopo aver ricevuto le cure del caso, è stato riportato a terra. Sempre nel pomeriggio è stato effettuato un altro MEDEVAC che, ha trasportato a bordo due bambini, accompagnati dalla Protezione Civile per accertamenti che, sono stati riportati a terra in serata ed accompagnati all’ospedale pediatrico “Rava”. Una Sorella ha seguito i piccoli pazienti durante il trasporto in ospedale. (23 febbraio 2010)Anche oggi, l’attività presso il PMA si è svolta normalmente, con l’esecuzione di 35 visite. Tra le visite effettuate per un caso è stato riscontrata la necessità di effettuare un intervento chirurgico. Il paziente è stato quindi trasportato a bordo. Più tardi un MEDEVAC a trasportato a bordo, un giovane accompagnato da un amico anch’esso ferito, che presentava lesioni d’arma da fuoco ad un arto inferiore. Fortunatamente tutte le lesioni erano superficiali. I pazienti sono stati curati e riportati a terra nel pomeriggio. (2 marzo 2010) Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di festeggiare il compleanno di S.lla Breschi. Con noi ha partecipato tutta l’equipe sanitaria, contribuendo a rendere gioioso e simpatico il piccolo evento. Avere dei momenti ricreativi è importante per tutti. Con l’arrivo dell’equipe di “Operazione Smile” il lavoro è notevolmente aumentato. Le nostre specialiste S.lla Breschi e S.lla Cecconetto sono state tutta la giornata in sala operatoria. In corsia tra gli arrivi per i primi accertamenti, il day hospital, i post operatori e i pazienti in attesa d’intervento, c’è una grande andirivieni soprattutto per rendere fluente in questo poco spazio, tutti gli spostamenti e l’allestimento delle stanze. Ad un occhio esterno il tutto potrebbe risultare caotico, ma non è così. Ogni cosa segue un piano preciso, ed ognuno ha il suo compito, anche se certamente l’attività è frenetica. (3 marzo 2010) In questi tre giorni “Operazione Smile” è riuscito ad operare ben 18 persone. Un’attività questa, davvero importante, considerando la difficoltà e la delicatezza degli interventi effettuati. Nel frattempo prosegue l’attività presso il PMA di ST. Jeremie che, mantiene una media costante di visite e medicazioni. (4 e 5 marzo 2010) Continuano gli interventi di “Operazione Smile” con la collaborazione delle Sorelle strumentiste S.lla Breschi e S.lla Cecconetto. Oltre ad occuparsi di quanto descritto nei precedenti giorni, l’ospedale offre assistenza anche ai familiari che, accompagnano i piccoli ricoverati, garantendone ogni necessità con un aggravio di lavoro non indifferente e una certa congestione degli spazi. Ciò nonostante, questa presenza familiare aiuta notevolmente la ripresa dei piccoli pazienti, ragion per cui, affrontiamo tutto con serenità. Contemporaneamente si svolge l’attività ambulatoriale e di vaccinazione presso l’ospedale e i PMA. Tra le attività di cui il personale di Nave Cavour si sta occupando, c’è la messa in sicurezza di una struttura salesiana operante in zona. Ripristinare il complesso consentirà la ripresa dell’importante opera svolta a favore della popolazione. Terminare i lavori previsti, prima della partenza è diventato un punto fermo della missione, per il quale ogni uomo e donna capace della nave può dare il suo contributo. S.lla Giardina su richiesta di S.lla Gorla, si è messa a disposizione per le sue competenze, per collaborare ai lavori, così domani stesso, suo giorno di riposo, si recherà in loco con la squadra del Genio per valutare la fattibilità di una sua eventuale collaborazione. Prima della partenza il Comandante ha voluto salutare l’equipe di “Operation Smile”giunta al termine della sua attività. All’evento hanno preso parte anche le Sorelle. (6 marzo 2010) I pazienti operati in terza giornata sono stati riportati a terra, ed è partito il primo gruppo del team Operation Smile. Rimangono invariate le attività ospedaliere. Nella serata, S.lla Giardina di rientro dall’attività presso il complesso salesiano, ci ha riportato le notizie sull’andamento dei lavori. L’opera prosegue, ed è a buon punto. Di particolare soddisfazione per tutte noi, è stato apprendere che l’apporto tecnico fornito dalla Sorella, ha contribuito significativamente alla buona prosecuzione dei lavori. Il suo intervento è stato considerato proficuo anche dal Comandante del Genio che, ne ha auspicato la prosecuzione.  (7 marzo 2010) Ormai buona parte del personale di Operation Smile ha lasciato la nave per fare rientro in patria. Rimangono a bordo solo due medici e un’infermiera. La collaborazione con gli operatori di questa importante organizzazione è stata davvero molto interessante, soprattutto per le Sorelle che hanno potuto seguire gli interventi. Tutte comunque, abbiamo potuto apprezzare l’opera compiuta dall’equipe. Il loro lavoro, anche qui ad Haiti, come in molti altri paesi, hanno ridato speranza a sofferenti che, non avrebbero potuto trovare una risposta al loro bisogno di aiuto. L’attività ospedaliera prosegue. (8 marzo 2010) Gli ultimi operatori Smile sono sbarcati con i loro assistiti. Tre dei nostri pazienti da più lungo tempo ricoverati a bordo, sono stati dimessi. Verranno trasferiti presso ospedali locali. Lasciarli, dopo un così lungo periodo passato insieme, un periodo fatto di speranza e sofferenza condivise, non è stato facile. Con tutti loro si era instaurato un rapporto di amicizia, li abbiamo protetti e curati con affetto e loro ci hanno ricambiato con la stima e il rispetto, fatto di sorrisi accoglienti e di gesti carichi di significato. Il pensiero corre a quando a breve, tutti gli altri ricoverati ci lasceranno. Sappiamo che, dovranno affrontare una realtà difficile la cui soluzione non è a breve termine, ma abbiamo conosciuto la loro forza e la tenacia con la quale hanno affrontato questa prima fase, sappiamo che lotteranno per avere un paese migliore. Dopo cena, un provvidenziale momento di ricreazione per festeggiare l’8 marzo, festa delle donne anche per noi a bordo, tutte attorno ad una delle ormai famose torte gelato che, hanno caratterizzato i nostri momenti celebrativi. Insieme, inviamo i nostri auguri a tutte le donne e in particolare a quelle che, affrontano grandi difficoltà come le donne di Haiti. (9 marzo 2010) Giornata di lavoro alla struttura salesiana supportata dalla missione di nave Cavour. Alle 08.30 due Sorelle sono scese a terra per recarsi con la squadra del Genio, sul cantiere di restauro. Collaboreranno con la progettazione in opera, degli elementi di sostenimento di alcune strutture murarie e contemporaneamente hanno contribuito anche materialmente all’opera, “rimboccandosi le maniche” e realizzando insieme alla squadra di volontari aggregati al Genio, alcuni degli elementi delle strutture in ferro. Anche per un’altra Sorella, specialista di sala operatoria, che aveva lavorato fin ora solo a bordo, è venuto il momento di scendere a terra e per la prima volta: si è recata presso l’ambulatorio di ST. Jeremie, per collaborare con l’equipe che prosegue la sua attività. Una attività nuova, ma sicuramente altrettanto intensa che le ha consentito di sperimentare un importante momento di incontro con la popolazione haitiana. (10 marzo 2010) Oggi abbiamo salutato altri tre nostri pazienti, dimessi dall’ospedale di bordo e ricoverati presso una struttura appartenente ai Padri Camilliani. L’attività ospedaliera è continuata con la solita routine a bordo e all’ambulatorio ST. Jeremie a terra. (11 marzo 2010) Il giorno degli addii più difficili è arrivato, con grande dispiacere abbiamo dovuto salutare i nostri primi pazienti ricoverati, rimasti con noi per più di 1 mese, la mamma con il figlio di 7 anni e la piccola di 5 mesi. La piccina, che ha messo a soqquadro la nave, facendoci impazzire, ma portando anche tanta allegria, era considerata ormai la mascotte della nave. Conosciuta e coccolata da tutti, è riuscita anche a prendere un poco di peso in più, crescendo così che, i bottoncini automatici delle tutine ormai si aprivano per l’appunto, in automatico! Con lei se ne va un pezzettino di cuore e resta un tenero ricordo. Nella sera altri saluti, il contingente sanitario brasiliano che, ha affiancato la nostra missione parte domattina e pertanto, ci siamo trovati per un saluto e per un abbraccio. In questo periodo passato insieme ne abbiamo potuto apprezzare le doti non solo professionali, ma anche umane, non ultime la cortesia e il rispetto, espresso con modi quasi d’altri tempi. Lavorare con loro è stato un onore e un piacere. (12 marzo 2010) Sono saliti a bordo 3 pazienti, di cui 2 adulti ed un bambino, accompagnati dal responsabile dei Padri Camilliani ad Haiti. Ad entrambi i pazienti sono stati eseguiti alcuni esami diagnostici, a seguito dei quali è stato possibile individuare l’intervento ortopedico necessario. La missione,volge gradualmente al termine ed i preparativi per il rientro,fervono. Nel frattempo, proseguiamo la nostra attività, fino all’ultimo giorno utile.  (13 marzo 2010) Continua l’attività di routine ospedaliera e di gabinetto odontoiatrico (molto richiesto) e le vaccinazioni. Nel pomeriggio abbiamo ricevuto la visita a bordo di una delegazione di Protezione Civile, Vigili del Fuoco e del nuovo comando logistico di Croce Rossa. Sono arrivati a bordo anche un gruppo di ragazzi haitiani accompagnati. (14 marzo 2010) Giornata di svago, concessa dal Comandante per quanti non erano in servizio. Per l’occasione è stata organizzata una colazione sul ponte di volo ed è stato possibile ascoltare un po’ di musica, giocare a pallone, e svolgere attività sportiva. L’atmosfera serena creatasi, ha contribuito in modo significativo al benessere del personale, comprese le Sorelle libere dai turni ospedalieri che, hanno potuto prendervi parte. L’intenso lavoro sostenuto da tutto il personale, non ha concesso molto spazio ad altre attività, una giornata così può valere molte ore di riposo e permettere a tutti, un recupero efficace e nuove energie per affrontare i prossimi impegni. (15 e 16 marzo 2010) Nuovi arrivi dagli ospedali locali, con i quali vengono mantenuti periodici contatti. I pazienti inviati necessitavano tutti di accertamenti diagnostici. Continua l’attività al PMA di St. Jeremie e i turni ospedalieri. (17 marzo 2010) Alcuni nuovi pazienti sono arrivati a bordo accompagnati dai Padri Camilliani: una bambina di 11 anni con problemi ortopedici ed un uomo che necessitava di una tac di controllo. Nel pomeriggio un arrivo speciale: un gruppo di seminaristi di Haiti sono saliti a bordo per una visita alla nave, accolti con simpatia dal Cappellano Militare.  (18 e 19 marzo 2010) Sono arrivati a bordo dall’ospedale dell’Associazione Rava un’equipe di chirurghi americani con 5 pazienti, di cui una bimba di 10 mesi ed un bambino di 7 anni per eseguire degli accertamenti. Gli altri tre pazienti, due ragazze ed un ragazzo necessitavano di un intervento chirurgico che è stato effettuato in collaborazione con il team sanitario della nave. In serata le due ragazze sono ritornate in ospedale con i medici americani, mentre il ragazzo, è rimasto a bordo in osservazione per la notte. (20 e 21 marzo 2010) Stamane è salita a bordo una giovane, inviata dall’ospedale dei Padri Camilliani. La ragazza presentava gravi lesioni ad un arto inferiore, per le quali è stato necessario effettuare una tac, al fine di poter definire un eventuale intervento da eseguirsi presso l’ospedale di provenienza. Al termine alla giovane sono state effettuate alcune medicazioni. L’attività di preparazione per la partenza proseguono, i primi mezzi dell’Esercito sono stati caricati a bordo. Nella serata due nuovi compleanni da festeggiare, insieme a tutto il team sanitario, compleanni che certo, non saranno dimenticati. (22 marzo 2010) Sono finite le attività di ambulatorio presso il PMA di St. Jeremie, ma il personale sanitario della nave proseguirà l’attività di collaborazione con le unità sanitarie e gli ambulatori locali, offrendo la possibilità di effettuare ancora accertamenti sanitari specifici. Nella mattinata abbiamo partecipato alla celebrazione religiosa di consacrazione di un cimitero presso il complesso dei Salesiani. In questa terra devastata, i sentimenti religiosi, sono molto forti e poter offrire una degna sepoltura anche se spesso anonima, è fonte di consolazione per i sopravvissuti. Come segno di partecipazione profonda da parte del personale della missione, in questo stesso luogo è stata inaugurata un opera realizzata da alcuni marinai di nave Cavour, una croce in acciaio con una scultura lignea. Inaugurato anche il muro di cinta ripristinato da un gruppo di circa 40 tra marinai e specialisti del genio a cui ha partecipato anche una di noi. (23 marzo 2010) Nella mattina è ritornata a bordo la ragazza haitiana di 16 anni, che era venuta venerdì scorso, per iniziare una terapia iperbarica. Resterà ricoverata con noi per qualche giorno, il tempo necessario ad effettuare una cura completa. Importanti visite a bordo di nave Cavour: il Sotto Segretario di Stato alla Protezione Civile e S.E. l’Ambasciatore italiano ad Haiti. Dopo i saluti ufficiali la visita si è trasferita sul ponte di volo dove tutte le Sorelle erano schierate insieme agli altri contingenti. Tra le parole di apprezzamento rivolte agli uomini della missione, anche il Corpo Infermiere Volontarie è stato più volte nominato. Al termine della cerimonia il Comandante ha salutato gli Ospiti fra i quali erano presenti i responsabili dell’ospedale Rava, dei Padri Camilliani, delle Piccole Sorelle di Focault, dei Salesiani e di Suor Marcella responsabile di St. Jeremie, parte delle forze con le quali, questa missione ha collaborato.  (24 marzo 2010) Il lavoro in ospedale si va facendo meno pressante anche se costante. La nostra paziente haitiana questa mattina è stata prima in sala operatoria e poi in camera iperbarica. Dovrà sottoporsi al trattamento più volte, nel tentativo di evitarle la perdita dell’arto. (25 marzo 2010) Da qualche giorno siamo impegnate anche in una nuova attività. In occasione delle prossime festività faremo parte del coro per le celebrazioni Pasquali. Tutte le sere ci impegneremo nelle prove. Per noi è senz’altro un momento di aggregazione e di relax, ma siamo un po’ in pensiero per il nostro contributo, che speriamo sia sostenuto, se non dalle doti canore, sulle quali non sentiamo di poter contare, dall’aiuto della divina provvidenza! (26 marzo 2010) Il ospedale proseguono le cure per la giovane paziente per la quale ci stiamo prodigando al fine di salvarne l’arto leso. La paziente ha continuato il trattamento iperbarico e successivamente è stata sottoposta ad un’ accurata medicazione in sala operatoria. (27 marzo 2010) La giovane ricoverata per problemi ad un arto inferiore, prosegue con profitto le cure e il trattamento in camera iperbarica. Ogni attività ospedaliera continua con serenità, noi tutte ci stiamo impegnando affinché quanto da noi dipende, esprima fino all’ultima ora di missione, il massimo delle nostre capacità. (28 marzo 2010) Al mattino si è svolta la celebrazione delle Palme e il coro, con grande emozione ha fatto il suo debutto, portando un piccolo contributo alla solennità della ricorrenza. In mattinata sono state effettuate alcune medicazioni e la normale attività ospedaliera. Nel pomeriggio, la giovane in cura, ha ricevuto in sala operatoria una toelettatura chirurgica delle ferite presenti agli arti, in preparazione dell’intervento definitivo previsto per domani. Dopo cena, il Comandante ha invitato tutto l’equipaggio per un insolito, ma sentitissimo festeggiamento: il secondo “compleanno” della (così la sentiamo) nostra Nave! Un’occasione più unica che rara per tutte noi, non capita tutti giorni di partecipare al compleanno della portaerei più “giovane della flotta! Buon Compleanno Nave Cavour! (29 marzo 2010) In mattinata si è svolto con successo l’intervento chirurgico della ragazza. Tutti gli sforzi proferiti in questi giorni, erano focalizzati a salvare l’arto e con soddisfazione ora possiamo dire, che l’obbiettivo è stato raggiunto. La giovane potrà avere una vita meno difficile. Per tutti noi è importante, aver potuto seguire questa popolazione fino alle ultime ore della missione e soprattutto, con questi risultati. Ogni miglioramento, che la missione ha potuto apportare alle loro aspettative di vita futura, ci rende orgogliosi, perché sappiamo quanta necessità ci sia ancora e quanto difficile sarà il loro cammino verso la normalizzazione. Per questo, con determinazione, ciascun membro della missione “White e crane” si è impegnato affinché ogni minuto passato qui, potesse portare il massimo del beneficio. (30 marzo 2010) L’attività ospedaliera ed anche il gabinetto odontoiatrico continua a pieno ritmo. A bordo sono rientrati tutti i militari dell’Esercito. La ragazza è sbarcata per essere ricoverata in un’unità locale, auguriamo a lei, per tutta la popolazione di Haiti, di riconquistare presto serenità e benessere. (31 marzo 2010) Mattinata interamente dedicata ai preparativi per un evento organizzato a favore della popolazione de L’Aquila, che vedrà coinvolta anche Nave Cavour. Domani inizia l’attività di disinfestazione dei locali dell’ospedale, senza per questo sospendere le attività ambulatoriali, che proseguiranno secondo le necessità.

  

       

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