IFRC

La vita nella Striscia di Gaza è questo: una lotta quotidiana per sopravvivere. Sono oltre 63.000 le vittime di questa crisi umanitaria. Ogni giorno la vita di civili, bambini e operatori umanitari è minacciata dalla fame estrema e da condizioni disumane. Sono già 330 le morti accertate per fame, di cui 120 minori. La scarsità di cibo è diventata ufficialmente, secondo l’Onu, una carestia.

Anche la situazione sanitaria è al collasso, con ospedali e strutture mediche che faticano a fornire cure essenziali, con strutture apparecchi, medicinali e personale assolutamente insufficienti per un numero di pazienti altissimo.

Oltre il 70% delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie sono state distrutte o danneggiate a causa dei bombardamenti israeliani e hanno lasciato la popolazione senza accesso a fonti di acqua pulita.

Non è tollerabile che ci sia chi rischia la vita per procurare cibo alla propria famiglia. Non è tollerabile che la fame venga usata come arma, che i civili, il personale sanitario, gli operatori umanitari vengano colpiti nel corso di un conflitto. C’è bisogno di costruire spazi sicuri e portare aiuti urgenti a chi non ha più nulla. Oggi più che mai, il sostegno di tutti è necessario.

COSA STA FACENDO LA CROCE ROSSA

Ogni giorno le squadre di emergenza della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) e del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) sono impegnate per salvare vite e garantire cure mediche alla popolazione colpita dal conflitto.

Operatori e volontari rischiano la vita quotidianamente e, fino ad oggi, 52 di loro sono deceduti durante il servizio. Per questo la Croce Rossa Italiana e tutto il Movimento Internazionale, di cui la CRI fa parte, sono impegnati nel continuare a fornire protezione e soccorso alle persone che subiscono gli orrori della violenza e agli operatori umanitari in prima linea e nel chiedere con forza che il Diritto Internazionale Umanitario venga rispettato, che i civili siano protetti e gli operatori umanitari non vengano attaccati.

Fin dal primo istante, la Croce Rossa Italiana si è mobilitata lanciando una raccolta fondi e offrendo supporto e aiuti cruciali alla popolazione civile, attraverso la sua collaborazione con la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) e in accordo con i principi fondamentali del Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa.

Negli ultimi due anni, la Croce Rossa Italiana ha portato assistenza concreta e continua alla popolazione di Gaza, con un impegno umanitario che non si è mai fermato.

Abbiamo inviato oltre 270.000 kg di farina, distribuito più di 5.800 kit igienici, 900 kit di primo soccorso, 210 kit parto e 9.000 coperte monouso per pazienti. Abbiamo fornito 150 tende-rifugio per famiglie, una postazione sanitaria con 14 posti letto, e numerose attrezzature e materiali medici, anche acquistati direttamente sul posto, per rispondere ai bisogni più urgenti.

Supportiamo attivamente due ospedali della Mezzaluna Rossa Palestinese a Gaza City e Khan Younis, garantendo servizi essenziali come le emergenze sanitarie, la salute primaria, le cliniche mobili e gli interventi di salute comunitaria.

Siamo al fianco dei nostri partner e delle istituzioni anche nelle delicate operazioni di evacuazione sanitaria dalla Striscia di Gaza.

Ma la crisi umanitaria è ogni giorno più grave e c’è bisogno dell’aiuto di tutti. In situazioni come questa, ogni piccolo gesto conta.

ALTRI MODI PER AIUTARE LE PERSONE COLPITE DAL CONFLITTO

Donazione con bonifico

Beneficiario: Associazione della Croce Rossa Italiana – ODV

Banca: Crédit Agricole – Piazza Morelli, 25 – 00151 Roma

IBAN: IT12T0623003204000030737371

BIC SWIFT: CRPPIT2P086

Donate via wire transfer

Beneficiary name: Associazione della Croce Rossa Italiana ODV

Bank: Crédit Agricole – Piazza Morelli, 25 – 00151 Roma

IBAN: IT12T0623003204000030737371

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La testimonianza

“Sembra di vivere costantemente in un incubo dal quale non ti riesci a svegliare. Le conseguenze umanitarie di quanto è successo sono devastanti. Il conflitto si sta espandendo nei Paesi limitrofi e sembra non ci sia una fine”. Da Amman, il racconto della nostra delegata in Medio Oriente e Nord Africa, Alessia Borzacchiello, un anno e mezzo dopo l’escalation del conflitto.

DOMANDE E RISPOSTE

La CRI considera la striscia di Gaza come parte dei Territori palestinesi occupati. Anche gli accordi di Oslo riconoscono la Cisgiordania e Gaza come un'unica entità territoriale (anche se geograficamente separate).

I team del CICR sul campo valutano continuamente le conseguenze umanitarie del conflitto e si sforzano di fornire aiuto in base ai bisogni umanitari esistenti. Nei Territori occupati, i bisogni umanitari sono di gran lunga superiori a quelli di Israele: i dati di base relativi ai tassi di disoccupazione e alla dipendenza dall'assistenza umanitaria ne sono chiari indicatori. Inoltre, la capacità tecnica e finanziaria di Israele di rispondere ai bisogni degli israeliani è di gran lunga superiore a quella delle autorità palestinesi e di Hamas.

Il CICR non sostituisce o duplica mai i servizi esistenti, ma risponde ai bisogni che le autorità responsabili non sono in grado di coprire. Nel sud di Israele, ad esempio, i team del CICR visitano regolarmente le comunità colpite dalla violenza. I meccanismi di risposta alle emergenze in queste comunità sono molto forti. Ciononostante, il CICR continua a monitorare la situazione ed è pronto a fornire supporto se necessario.

Il mandato del CICR è quello di alleviare e prevenire le sofferenze delle persone colpite da conflitti armati e violenze, ovunque esse si trovino, anche nelle aree controllate o influenzate da gruppi armati. La vita può essere particolarmente difficile per i civili che vivono in queste aree e possono avere maggiori esigenze umanitarie e di protezione. In quanto organizzazione umanitaria, il CICR adotta un approccio neutrale e imparziale e si impegna con tutte le parti coinvolte in un conflitto armato. Ciò significa che non prende posizione: fornisce assistenza solo in base alle necessità umanitarie e parla con tutte le parti per sottolineare l'importanza del rispetto delle regole umanitarie. Solo così può godere della fiducia di tutte le parti, siano esse governi o gruppi armati.

L'impegno con i gruppi armati fa parte del mandato umanitario ufficialmente conferito al CICR da tutti gli Stati firmatari delle Convenzioni di Ginevra, e spesso riconosce e conferma questo impegno umanitario con tutte le parti in conflitto. Sebbene non sia possibile per il CICR condividere i dettagli dei suoi colloqui con i gruppi armati, poiché sono molto delicati, è sempre attento a garantire che tutti comprendano questo modus operandi. Quando il CICR incontra le autorità governative, ad esempio, è chiaro e trasparente su questo approccio. Per il CICR è molto importante che tutti coloro a cui deve rendere conto capiscano che si impegna con i gruppi armati per motivi puramente umanitari. Senza questo impegno, il CICR non sarebbe in grado di raggiungere tutte le persone che soffrono a causa di un conflitto o di violenza.

Se il CICR si schierasse perderebbe la fiducia delle parti. Senza questa fiducia, non sarebbe in grado di continuare a svolgere operazioni di salvataggio e a rispondere ai bisogni delle comunità colpite, dei prigionieri, delle famiglie delle persone scomparse e dei malati. La sua neutralità e i suoi principi non sono sempre ben compresi, soprattutto in situazioni in cui sono in gioco forti emozioni. Tuttavia, la sua neutralità e imparzialità sono fondamentali per poter operare in qualsiasi contesto.

No, non lo fa. Il CICR non è un'organizzazione religiosa e fornisce aiuti solo in base ai bisogni umanitari esistenti. In quanto parte del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, il nostro lavoro umanitario è guidato da principi fondamentali che sottolineano la neutralità, l'imparzialità e l'indipendenza. Non ci impegniamo in questioni religiose o politiche e non prendiamo posizione in nessuna controversia. La nostra missione si concentra esclusivamente sull'alleviare le sofferenze umane, fornendo aiuto a chi ne ha bisogno e sostenendo i principi di neutralità, imparzialità e indipendenza nei nostri sforzi umanitari. Mentre alcuni simboli associati al Movimento, come la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa, possono avere legami storici con origini religiose, il Movimento stesso è definito come un'entità non religiosa dedicata all'azione umanitaria e alla protezione della vita e della dignità umana.

Le notizie di persone catturate o detenute sono profondamente angoscianti. Chiunque sia detenuto - che si tratti di civili o di combattenti - deve essere trattato umanamente e con dignità. Compiere, o minacciare di compiere, un atto di presa di ostaggi è vietato dal diritto internazionale umanitario.

Il CICR chiede l'accesso immediato a tutte le persone detenute durante le ostilità del fine settimana del 7 ottobre. In questo modo potrà verificare il loro stato di salute e fornire ai loro cari le notizie di cui hanno bisogno. In quanto organizzazione umanitaria neutrale e indipendente, visitare le persone private della libertà è una parte fondamentale del lavoro del CICR. Quest'ultimo cerca di visitare tutte le persone private della libertà da entrambe le parti in conflitto.

Gli ostaggi sono persone che, indipendentemente dal loro status, sono state catturate da una persona o da un'organizzazione e che possono essere uccise o ferite se non fanno ciò che tale persona o organizzazione richiede. Compiere, o minacciare di compiere, un atto di presa di ostaggi durante i conflitti armati è vietato dal diritto internazionale umanitario.

Una preoccupazione ricorrente nei conflitti è la grave insicurezza alimentare. Il diritto internazionale ha regole importanti che possono evitare che una situazione si trasformi in una crisi alimentare estrema. Ad esempio, le parti in conflitto hanno l'obbligo di soddisfare i bisogni primari della popolazione sotto il loro controllo.

Inoltre, il diritto internazionale umanitario vieta specificamente l'uso della fame dei civili come metodo di combattimento, che può costituire un crimine di guerra. I beni indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile, come le derrate alimentari, le aree agricole, i raccolti, il bestiame, gli impianti e le forniture di acqua potabile e le opere di irrigazione, sono protetti in modo particolare.

Non possono essere oggetto di attacco, distruzione, rimozione o essere resi altrimenti inutilizzabili. Allo stesso modo, il rispetto di altre norme del diritto internazionale umanitario, come quelle relative alla protezione dell'ambiente, le limitazioni agli assedi e l'accesso ai soccorsi umanitari, può svolgere un ruolo importante nella prevenzione dell'insicurezza alimentare.

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