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Sai quali sono le manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP)? Se conosciute e applicate nel modo corretto, possono consentire a tutti di intervenire in caso di emergenza e salvare una vita in pericolo. Cosa aspetti?! Registrati per accedere ai corsi della Croce Rossa Italiana e verrai ricontattato.

Perdita di coscienza improvvisa

Una persona che perde coscienza cade improvvisamente a terra (come se si togliesse la luce da una stanza).
In questo caso non risponde a nessuno stimolo: verbale, tattile o doloroso.

Cosa fare in questo caso?

Sei sicuro che sia incosciente?

1. Chiama e scuoti delicatamente la vittima:

– Signore, signore, mi sente? –

Nessuna reazione, nessuna risposta: È INCOSCIENTE

2. Sistema la vittima a terra, a pancia in su, slaccia i suoi abiti e scoprile il torace. Inginocchiati di fianco a lei.

3. Controlla la respirazione: estendi molto all’indietro il suo capo, chinati sul suo viso, presta attenzione ai movimenti del suo torace e controlla, con la tua guancia, se è percettibile un flusso di aria in uscita dal suo naso e dalla sua bocca. Respira?

Sì, RESPIRA

4. Metti la persona interessata in posizione laterale, con la testa estesa molto all’indietro.

5. Chiama al più presto il 118 (112 dove è già attivo il numero unico d’emergenza) o incarica un’altra persona di farlo magari con il cellulare.

6. Osserva costantemente la persona, fino all’arrivo dei soccorsi.

Perdita di coscienza con respirazione PRESENTE

Metti la persona interessata in posizione laterale, con la testa estesa molto all’indietro:
Questa posizione ha lo scopo di proteggere la vittima dal soffocamento: la saliva, il sangue o il vomito e possono defluire dalla bocca verso l’esterno, in modo che le vie respiratorie restino libere; la testa estesa all’indietro impedisce alla lingua di chiudere le vie respiratorie.

– Si parla di «posizione laterale di sicurezza» se una persona viene girata sul fianco, con il capo esteso all’indietro?

Sì, viene definita «posizione laterale di sicurezza» la posizione in cui si dovrebbe mettere una persona priva di coscienza ma che respira, affinché le vie respiratorie non vengano ostruite.

– Devo cercare di parlare con la persona interessata?

Sì, rassicurala. Anche se non è in grado di risponderti, probabilmente si accorge di ciò che sta accadendo intorno a lei.

– Come devo procedere se un neonato è privo di coscienza, ma respira ancora?

Mettilo su un piano, in posizione laterale stabile.
Chiama il 118 (112, dove è già attivo il numero unico di emergenza) o incarica un’altra persona.

– Perché devo inclinare la testa all’indietro per controllare la respirazione?

La base della lingua di una persona priva di coscienza tende a cadere all’indietro, bloccando così le vie respiratorie. Con il capo inclinato all’indietro, la lingua scivola in avanti e le vie respiratorie sono libere.

– Devo utilizzare la posizione laterale anche in caso di sospetto di una lesione alla colonna vertebrale?

No! Rischio di paralisi.
Non appena il capo è inclinato all’indietro, controlla se il torace della persona si alza e si abbassa; anche con la tua guancia puoi sentire se è presente un flusso respiratorio.

– Che cosa devo fare in caso di svenimento?

Lo svenimento (anche detto lipotimia) è una perdita di coscienza temporanea, conseguente a un difetto di irrorazione del cervello di breve durata. In genere, una persona svenuta ritorna in sé dopo poco tempo. – In caso di svenimento incombente, la persona interessata dovrebbe essere sdraiata a pancia in su con le gambe sollevate, per migliorare l’afflusso di sangue al cervello. – In caso di svenimento persistente, è necessario procedere come nel caso di una perdita di coscienza.

NO, NON RESPIRA

4. Chiama al più presto il 118 (112, dove è già attivo il numero unico di emergenza) oppure incarica un’altra persona di farlo magari con il cellulare.

5. Esercita una compressione energica al centro del torace, poi rilascia.

6. Aspetta che il torace si sia di nuovo espanso completamente e poi esercita un’altra compressione

7. Prosegui in questo modo, con un ritmo di circa 100-120 compressioni al minuto, finché arrivano i soccorsi.

Perdita di coscienza con respirazione ASSENTE

Estendi molto all’indietro il capo della vittima:
In caso di perdita di coscienza, i muscoli si rilassano; anche la lingua (che è un muscolo) si rilassa e tende a scivolare indietro, chiudendo le vie respiratorie: c’è il rischio di soffocamento. Portando molto all’indietro il capo della vittima e mantenendolo esteso, la lingua è bloccata nel cavo orale, non scivola indietro e lascia libere le vie respiratorie. Con questa manovra posso verificare se una persona incosciente sta respirando spontaneamente e, nel caso respiri, la proteggo da un eventuale soffoca-mento a causa della caduta della lingua.

Se NON RESPIRA: esercita una compressione energica al centro del torace e poi rilascia. Aspetta che il torace si sia di nuovo espanso completamente e poi esercita un’altra compressione:

Posiziona al centro del torace il palmo di una mano (solo la parte più vicina al polso), appoggia il palmo dell’altra mano sopra la prima e intreccia tra loro le dita.
Tieni le braccia rigide, esercita una compressione energica, verticale, al centro del torace affinché si abbassi di 5\6 cm, e poi rilascia.
Prima della compressione successiva, aspetta che il torace si sia espanso di nuovo pienamente al livello di partenza.
Continua a comprimere in modo regolare, veloce ed elastico, con un ritmo di 100-120 compressioni al minuto, finché arrivano i soccorsi.
Questa tecnica è detta massaggio cardiaco. Le compressioni consentono al sangue ossigenato di essere pompato dal cuore a tutto il corpo attraverso i vasi, così da raggiungere gli organi vitali, soprattutto il cervello, e mantenerne le funzioni.

– Perché devo estendere il capo all’indietro, per controllare se la persona respira?

In caso di perdita di coscienza, i muscoli si rilassano; anche la base della lingua (che è un muscolo) si rilassa e tende a scivolare indietro, chiudendo le vie respiratorie: c’è il rischio di soffocamento. Portando molto all’indietro il capo della vittima, e mantenendolo esteso, la lingua è bloccata nel cavo orale, non scivola indietro e lascia libere le vie respiratorie.

– Come faccio a verificare se la persona respira?

Dopo aver esteso molto all’indietro la sua testa, chinati su di lei, presta attenzione ai movimenti del suo torace e controlla, con la tua guancia, se è percettibile un flusso di aria in uscita dal suo naso e dalla sua bocca.

– Come si fa il massaggio cardiaco?

Per praticare il massaggio cardiaco, metti le tue mani al centro del torace della vittima quindi comprimi affinché in torace si abbassi di circa 5 cm, e poi rilascia, ripetutamente e in sequenza rapida, affinché il sangue ossigenato venga pompato in tutto il corpo attraverso i vasi.

– Il massaggio cardiaco viene praticato in modo diverso su un bambino o un lattante?

In linea di massima, la procedura è la stessa, ma la tecnica è proporzionata alle “dimensioni” della vittima: per un bambino devi usare una mano o entrambe, secondo la sua costituzione fisica, e comprimere il torace abbassandolo di circa 5 cm; nel caso di un lattante (cioè di età inferiore a un anno), devi comprimere il torace con la punta di due dita a una profondità pari a circa 1/3 del diametro antero-posteriore del torace.

– Per quanto tempo devo praticare il massaggio cardiaco?

Se ce la fai, continua fino all’arrivo dei soccorsi. Se è presente un altro soccorritore, datevi il cambio ogni 1-2 minuti, possibilmente senza interrompere il ritmo delle compressioni.

– Comprimendo, posso fratturare le costole della vittima?

Il rischio c’è, ma non è frequente. In ogni caso, il mantenimento della circolazione sanguigna ha la priorità. Senza il massaggio cardiaco le possibilità di sopravvivenza di una vittima in arresto cardia-co si riducono notevolmente.

– Come devo procedere se sono SOLO e trovo una persona priva di coscienza che non respira?

Chiama il 118 (112 dove è già attivo il numero unico di emergenza) PRIMA di iniziare il massaggio cardiaco.

– Che cosa accade se eseguo le compressioni toraciche, sebbene la persona respiri ancora?

Non è di certo la condizione ottimale ma, secondo le conoscenze attuali, questo non può causare danni più gravi.

– Insieme al massaggio cardiaco, non dovrei praticare anche la respirazione bocca-bocca?

Sì, puoi eseguire una combinazione di compressioni toraciche e respirazione bocca-bocca (ventilazioni artificiali). Tuttavia, le compressioni toraciche sono la parte più importante, poiché consentono al sangue, che contiene comunque una certa quantità di ossigeno, di essere pompato dal cuore a tutto il corpo, e soprattutto al cervello. Soffiando aria dentro la bocca o il naso della vittima, e portando cioè ossigeno ai suoi polmoni, si rende la manovra più efficace. I cicli continui, costituiti ciascuno da 30 massaggi cardiaci, seguiti da 2 ventilazioni artificiali, costituiscono la cosiddetta Rianimazione Cardio-Polmonare (CPR, dall’inglese Cardio Pulmonary Resuscitation).

– Come si esegue una ventilazione artificiale?

Mantenendo sempre esteso il capo della vittima, appoggia forte le tue labbra intorno alla sua bocca o al suo naso, tenendo chiusa l’apertura alternativa (naso o bocca), e soffia due volte l’aria in modo uniforme, ogni soffio della durata di circa un secondo. Se si tratta di un neonato (di età inferiore a un anno), con le tue labbra devi circondare bocca e naso contemporaneamente. Quando vedi che il torace si solleva, significa che la ventilazione è stata efficace.

– Praticando il massaggio cardiaco, posso far sì che il cuore riprenda a battere?

La probabilità che il battito cardiaco si normalizzi con il solo massaggio cardiaco è molto bassa. In genere, la normalizzazione del battito cardiaco si ottiene solo attraverso l’erogazione di una scarica elettrica, attraverso l’uso di un apparecchio chiamato defibrillatore. Non si deve però in nessun caso sospendere la manovra o diminuire il ritmo delle compressioni, anche se le condizioni della vittima non cambiano in modo visibile. Le compressioni toraciche, infatti, sono comunque utili perché aumentano notevolmente le possibilità di successo delle manovre di rianimazione che saranno poi eseguite dal personale qualificato.

– Che cos’è il defibrillatore?

Il Defibrillatore Automatico Esterno (DAE) è un apparecchio utilizzato per normalizzare il ritmo cardiaco attraverso l’erogazione di una scarica elettrica. Subito dopo l’apertura del suo conte-nitore, l’apparecchio fornisce esaustive istruzioni audio per l’utilizzo corretto.

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