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“Compagni di viaggio, fratelli per la vita: storia di Sembrauit, migrante nel 2001 oggi mediatrice CRI”
17 agosto 2002. Le luci di Lampedusa. La certezza di essere salva. Sono passati tredici anni da allora e Sembrauit (è un nome di fantasia) ricorda ogni attimo del viaggio che la portò in Italia dall’Eritrea.
Nel maggio del 2001 era una ragazzina, aveva appena dato l’esame di maturità e, puntuale come accade per tutti i giovani eritrei, era arrivata la chiamata alle armi. La guerra dei confini con l’Etiopia era appena finita, ma la tensione no, e la prospettiva di un futuro indefinito nell’esercito era per Sembrauit una cosa insopportabile. Avrebbe dovuto condividere il destino dei suoi due fratelli, entrambi soldati. Ma il fratello maggiore le aveva raccontato come fosse la vita militare e come fosse ancora più difficile per le donne: non avrebbe voluto vedere sua sorella vestire una divisa. Sembrauit non aveva mai creduto nella guerra, quel fucile non lo avrebbe imbracciato. “Nonna, dobbiamo decidere: vuoi una figlia militare o cerco di cambiare la mia vita?”. Da questa domanda nacque il viaggio di Sembrauit.