IFRC

È ormai confermato che il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, con temperature di 1,55 superiori alla media preindustriale. Non solo, ma gli ultimi dieci anni sono sati i più caldi da quando esistono rilevazioni ufficiali, ovvero da 175 anni, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Il costante aumento delle temperature medie sta già avendo delle ripercussioni serie sulle nostre vite: ne è un esempio la prolungata siccità che ha colpito la Sicilia lo scorso anno, e di cui è stata accertata la correlazione con i cambiamenti climatici indotti dalle attività umane.

Di fronte a tutto questo la Croce Rossa Italiana rinnova con forza il suo impegno nella campagna “Cresce il caldo, cresce la prevenzione“, in collaborazione con Legambiente, con un’attenzione speciale alle persone con vulnerabilità, che restano le più colpite dalle conseguenze più gravi del caldo estremo.

Quest’anno la Campagna si arricchisce di nuovi strumenti operativi e di nuovi contenuti. Due le novità principali:

Un protocollo sperimentale che coinvolgerà particolarmente i 27 Comuni inclusi nel Sistema di Allerta delle Ondate di Calore del Ministero della Salute.

Attraverso un coordinamento e scambio di informazioni tra Comitato Nazionale di Croce Rossa, Centrale di Risposta Nazionale e Comitati territoriali, si offrirà un sostegno ancora più efficace alle persone che si rivolgono a CRI durante le ondate di Calore (giornate con allerta gialla e rossa secondo il sistema di allerta nazionale).

Un’attenzione speciale a un fenomeno meno conosciuto ma molto serio legato all’aumento delle temperature, ovvero le Arbovirosi, virus trasmessi da vettori come le zanzare e che possono avere conseguenze importanti su alcune categorie vulnerabili.

Per mitigare gli effetti delle ondate di calore sulla nostra salute, ognuno di noi può seguire piccoli semplici consigli per mantenere una corretta temperatura corporea ed evitare il rischio di disidratazione. È importante fare attenzione all’alimentazione, bere molto anche in assenza di sete, uscire nelle ore più fresche della giornata e preferire le zone d’ombra all’esposizione al sole.

Se alcune di queste informazioni sono ormai patrimonio comune, ci sono però altre indicazioni meno note che è bene conoscere. Ad esempio, lo sapevi che sopra la temperatura di 32°C è consigliabile non accendere il ventilatore? I sistemi di ventilazione meccanica, infatti, accelerano il movimento dell’aria ma non abbassano la temperatura ambientale. In questo modo la temperatura percepita diminuisce e, pur ricevendo sollievo, si stimola la sudorazione e aumenta il rischio di disidratazione, soprattutto se la persona esposta non assume contemporaneamente grandi quantità di liquidi. Inoltre, bisogna sempre posizionare il ventilatore a una certa distanza dalla persona e con l’aria non direttamente rivolta sul corpo, specialmente nel caso di soggetti vulnerabili (Fonte Ministero della Salute).

Un altro importante passo da non sottovalutare è quello di stilare un vero e proprio “Piano abitativo di emergenza” che possa aiutare te e i tuoi familiari ad intervenire tempestivamente in caso di caldo estremo. Scarica il modello della Croce Rossa, compilalo e tienilo a portata di mano durante le settimane più a rischio.

Le ondate di calore causano concreti rischi per la sicurezza e la salute di tutte le persone, ma questo è particolarmente vero per anziani, soggetti con patologie croniche, donne in gravidanza, neonati e bambini. Le condizioni di rischio, inoltre, aumentano nelle città dove è presente il cosiddetto effetto “isola di calore”, con temperature medie che possono raggiungere anche 4 °C in più rispetto alle aree esterne alla città. I motivi principali sono l’utilizzo di superfici impermeabili, con poca capacità di riflettere il calore e che immagazzinano energia rilasciata durante le ore notturne, ma anche le dimensioni degli edifici che ostacolano la circolazione dei venti, i condizionatori che espellono aria calda per diverse ore al giorno e l’inquinamento generato dal traffico.

Per questo la CRI ha realizzato un primo Centro di Raffrescamento a Opera, con moduli fotovoltaici per abbattere le emissioni: un progetto pilota che è intenzione di Croce Rossa replicare.

Le patologie da calore che si verificano in seguito a una prolungata esposizione a temperature elevate, insorgono con malori, anche improvvisi, e comprendono inoltre condizioni gravi che, talvolta, possono essere mortali.

Il nostro corpo, nel periodo estivo e in particolare durante le giornate caratterizzate da ondate di calore, si trova ad affrontare ampie variazioni della temperatura esterna che devono essere compensate in modo che la temperatura corporea centrale si mantenga all’interno di un intervallo compreso tra 35,5°C e 37,7°C, quando l’organismo non riesce a compensare reagisce attraverso sintomi volti ad accendere l’attenzione del soggetto o delle persone vicine.

Riconoscerli e sapere come intervenire può fare la differenza.

Il corpo raggiunge temperature anormalmente elevate perché l’organismo non riesce a regolare la propria temperatura interna.

Sintomi: temperatura normale o leggermente aumentata; cute fredda, pallida e umida; sudorazione abbondante e sete; mal di testa, crampi muscolari e 
sensazione di debolezza; polso rapido e debole.

Cosa fare: Consiglia alla persona di interrompere tutte le attività fisiche. Aiutala a riposare in un posto fresco e aerato, e a rimuovere i vestiti in eccesso. Raffreddarla con qualsiasi tecnica disponibile, come immergere mani e piedi in acqua fredda, applicare impacchi di ghiaccio sul collo e sull’inguine, sventagliarla o incoraggiarla a fare una doccia fredda. Farle bere acqua, bevande sportive o tè freddo.

Si verifica in caso di fallimento dei meccanismi di termoregolazione del corpo umano.

Sintomi: assenza di sudorazione; pelle secca arrossata e calda; temperatura corporea elevata (>40) e nausea; spasmi muscolari e dolori su tutto il corpo; confusione e possibile perdita di risposta.

Cosa fare: Se la persona mostra segni del colpo di calore, la priorità è ridurre la temperatura. Se possibile con doccia o immersione in acqua fresca per circa 15 minuti, o fino a quando la loro temperatura non è scesa a meno di 39°C. Altrimenti utilizzando qualsiasi altra tecnica di raffreddamento attivo (ad esempio, posizionando un lenzuolo fresco e umido sulla persona, bagnandola con acqua fredda e applicando impacchi di ghiaccio sul collo e sull’inguine). Anche sventagliarla può aumentare l’azione rinfrescante.

Consulta le edizioni precedenti

Copy link
Powered by Social Snap
Panoramica privacy

Questo sito web utilizza i cookies in modo da poterti offrire la migliore esperienza di navigazione possibile. I cookie vengono memorizzati nel tuo browser e svolgono funzioni come il riconoscerti quando torni sul nostro sito web e aiutano il nostro team a capire quali sezioni del sito web ritieni più interessanti e utili.

Cookie strettamente necessari

I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.

Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.

Cookies terze parti
  • Questo sito web utilizza "Teads Universal Pixel" per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori della pagina "SERVIZIO CIVILE".

Mantenere abilitato questo cookie ci aiuta a migliorare il nostro sito web.