La protezione dei beni culturali durante un conflitto armato si iscrive nel più generale contesto della loro tutela quale patrimonio storico e – appunto – culturale, non solo delle comunità locali o nazionali, ma spesso dell’umanità intera.
Il Movimento internazionale della Croce Rossa, così come l’Unesco a livello globale, la Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali e la Croce Rossa Italiana nel nostro paese, sono costantemente impegnati sia a livello diplomatico, per garantire la tutela dei beni culturali da parte degli attori internazionali, sia nel territorio per diffondere la conoscenza di questi temi presso cittadini e istituzioni.
In questo ambito si inserisce l’iniziativa, tra le prime a livello nazionale, promossa dal Comitato territoriale di Fermignano (in provincia di Pesaro, nelle Marche) di coinvolgere l’Amministrazione Comunale nel progetto di apporre l’emblema protettivo previsto dalla Convenzione dell’Aja del 1954 – il cosiddetto “scudo blu” – ai piedi di due manufatti: una torre ed un ponte di origine medievale recentemente restaurati, che rappresentano il retaggio storico e culturale del Comune.
La cerimonia inaugurale si è svolta il 28 agosto scorso alla presenza del dr. Emanuele Feduzi, Sindaco di Fermignano, che, anche per la lunga militanza quale volontario CRI, ha immediatamente sposato l’idea proveniente dal Comitato territoriale. Con i volontari di Fermignano, guidati dal Presidente Edmondo Feduzi, la Delegata Principi e Valori Maria Cristina Schifilliti (coadiuvata dal Vol. Guido Guastamacchia) a salutare lo Scudo Blu erano presenti le autorità civili e militari del territorio, il Presidente regionale Cri dr. Andrea Galvagno, la DTN Principi e Valori avv. Marzia Como (anche in rappresentanza del Presidente Nazionale) e il dott. Michele Romeo Jasinski, referente nazionale Cri per i Beni Culturali.
A breve distanza temporale anche il Sito Archeologico di Paestum si è dotato di uno Scudo Blu, a tutela del suo immenso patrimonio storico e, per l’occasione, si è svolto un Congresso dal titolo “Rilevanza storica dell’Operazione Avalanche” a cui ha partecipato, con un intervento sulla Convenzione dell’Aja del 1954, il Col. CRI Gerardo Di Ruocco, membro della Commissione Nazionale DIU.