Migranti: sbarco a Taranto. Il racconto di una volontaria

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Al molo San Cataldo di Taranto sono le 8 del mattino quando il pattugliatore croato “Marovovich” attracca nella Città dei due Mari con a bordo 328 migranti. Sono tutti uomini provenienti dalla Somalia, dall’Eritrea e dalla Tunisia. Tra di loro ci sono anche 47 minori. Ancora una volta guerra, povertà e fame hanno spinto questi uomini alla fuga seppur con tutte le incognite del caso, con mille domande e  mille pensieri: “cosa mi aspetta?”, “riuscirò ad arrivare?”, “qualcuno mi aiuterà?”, “rivedrò i miei cari, partiti prima di me?”. Non è semplice assistere a tutto ciò, quando li vedi scendere con indosso a stento una maglia, anche mal ridotta e un pantalone. Le scarpe sono un lusso per pochi, tanto da poterli contare sulle dita di una mano. Ma c’è chi ha con sé una cosa ancora più preziosa tanto da custodirla in un sacchetto di plastica per non rovinarla. È un libro tenuto da uno di loro come la cosa più importante e sacra al mondo.  Le pessime condizioni meteo non hanno impedito a noi di Croce Rossa, Comitato Provinciale di Taranto, di prestare soccorso grazie anche all’ “EMERGENCY APPEAL” che la Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato per rispondere alle esigenze umanitarie connesse all’attività di assistenza alle persone migranti. Tante le attività svolte durante lo sbarco dai volontari coinvolti, coadiuvati anche dalla presenza del Corpo Militare CRI e delle II.VV: dal triage al trasporto in ospedale, dalla distribuzione di prodotti alimentari e acqua, di kit igienici, di prodotti non alimentari alle attività di assistenza psicosociale e di ricongiungimento con i familiari attraverso il servizio RFL.Come la grande famiglia CRI ci ha insegnato “PERSONE IN PRIMA PERSONA”.Valenti CaterinaVolontaria CRI C.P. Taranto

  

  

              

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