‘Davide uno di noi’: il commosso addio al giovane volontario CRI scomparso in un incidente stradale

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Volontari della Croce Rossa provenienti da tutta Italia hanno dato ieri l’ultimo saluto a Davide Conte, il giovane 25enne della CRI che tutti conoscevano con il soprannome di “Scintilla”, scomparso in un tragico incidente stradale. La cerimonia si è svolta nella parrocchia di Covolo, a Pederobba, dove Davide abitava. La cronaca di questo straziante momento, nell’articolo della Tribuna di Treviso. Tribuna di Treviso Covolo saluta «Scintilla» «Era tra i migliori di noi»«Davide uno di Noi»: il cartello con le foto di Davide Conte, il 25enne deceduto in seguito all’ incidente di domenica mattina a Salvarosa, era messo di fianco all’altare e coniugava assieme l’appartenenza di Davide alla comunità e il suo volontariato nel circolo parrocchiale Noi di Covolo. E questa appartenenza era palpabile nell’affluenza di persone, giovani soprattutto, che si sono trovati ieri in una chiesa incapace di contenere tutti, e nelle parole di don Francesco, dei suoi amici, dei suoi cugini. La bara con la salma di Davide era già in chiesa quando la gente ha cominciato ad arrivare, davanti una foto, nei banchi di fianco i familiari distrutti dal dolore, dietro una folla di giovani e meno giovani, arrivati anche da fuori regione: da Lucca, da Roma, da Piacenza e dai paesi vicini, anche con un pullman della Cri perché Davide era uno di loro. Sull’altare, a concelebrare, don Francesco, don Daniele e don Paolo. Don Francesco, che aveva visto l’ultima volta Davide Conte domenica alla messa delle 8 in chiesa a Cornuda, ha voluto ricordare l’impegno autentico del giovane, di “Scintilla”, perché questo era il nomignolo che gli avevano dato gli amici della Cri. «Il suo — ha detto il sacerdote nell’omelia — era un impegno autentico per gli altri, era sempre disponibile, quando c’era da organizzare una festa in parrocchia lui c’era già, non occorreva chiamarlo, una disponibilità vera». Parole che sono riecheggiate pure in quello che hanno detto i suoi amici: «A Davide potevi telefonare anche a qualsiasi ora della notte per un consiglio o un conforto, lui c’era sempre». Ne è emerso il ritratto di un giovane che faceva il cuoco nelle sagre, l’elettricista nelle missioni della Cri all’Aquila, ad Haiti, in Tunisia, l’animatore nei campi estivi, il donatore di sangue, l’amico sempre col sorriso. Davide infatti aveva espresso il desiderio di essere donatore e i suoi tessuti sono stati prelevati per aiutare altre persone a vivere, come ha spiegato don Francesco. Che ha voluto riprendere una frase scritta nei giornale: «Covolo perde uno dei suoi giovani migliori», e ai giovani in chiesa ha detto: «Si sente spesso parlare male dei giovani, Davide è stato la dimostrazione che ciò non è vero». (ef.)

  articolo con foto del funerale

  

              

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