Crisi: Croce Rossa in aiuto nuovi poveri, molti in abito blu dormono in aeroporto

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foto Cesare Giana/ ItRc

Rocca, “Sempre più impegnati nelle emergenze”

Roma, 18 nov. – (Adnkronos) – Arrivano a fine serata in  aeroporto con il loro trolley, si lavano nei bagni e lì trascorrono  la notte, per poi l’ indomani mattina, prepararsi, rimettere le loro cose in valigia, prendere un autobus e andare a lavoro. E’ la vita di molti ‘nuovi poveri in giacca e cravatta’, uomini di mezza età che spesso, dopo una separazione, hanno perso la casa di famiglia e, anche se hanno ancora un lavoro non riescono a pagare un altro affitto. A descrivere all’ Adnkronos un’ altra faccia della povertà italiana in tempi di crisi e’ Alberto Bruno, Commissario provinciale di Milano  della Croce Rossa. Ente sempre più impegnato “a rispondere alla  crisi, con le sue emergenze quotidiane economiche e sociali”, a far fronte alle nostre “Solferino quotidiane”, afferma il Commissario  Straordinario della Cri, Francesco Rocca.La Croce Rossa opera da anni su tutto il territorio nazionale a  favore dei senza fissa dimora e nel sostegno alle famiglie in difficoltà. Nel 2011 sono state 250mila quelle assistite continuativamente – ma per quest’ anno si stima un notevole incremento  – fornendo loro aiuti alimentari ma non solo. “Negli ultimi 2-3 anni -riferisce ancora Rocca – registriamo un forte aumento dei bisogni da parte delle famiglie, che chiedono oltre a beni primari come il cibo, aiuto nel pagamento delle bollette, o per l’ acquisto degli occhiali o dei libri per i figli”. “Solo nell’ area metropolitana di Milano – spiega Bruno -distribuiamo aiuti alimentari a 50mila nuclei familiari in stato indigenza, di povertà conclamata e certificata, con un aumento esponenziale di anno in anno. Ma il nostro lavoro rappresenta solo un terzo del fabbisogno, coperto da altre realtà associative, facendo salire dunque a 150mila le famiglie in difficoltà solo nella nostra zona”.

  

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foto Cesare Giana/ ItRc

Nel tracciare l’ identikit dei ‘nuovi poveri’,  Alberto Bruno parla soprattutto di uomini dai 50 anni in giù, “che appartengono a generazioni non abituate a un’ economia di povertà, come ad esempio quella del dopoguerra, per i quali il rischio di scivolare in situazioni di indigenza e’ altissimo”. Si tratta soprattutto di uomini “perché – spiega Bruno – a differenza di una donna che, disponendo di un uovo, di farina e di acqua prepara della pasta con cui riesce a mangiare due giorni, l’ uomo beve subito l’ acqua, mangia l’ uovo, resta a guardare la farina, e il giorno dopo non ha più da mangiare”.Ma a fronte di bisogni crescenti “gli strumenti a disposizione sono sempre meno. Il welfare – denuncia Bruno, da 32 anni nella Croce Rossa – é ormai un termine vuoto e una chimera nel nostro Paese, e la crisi colpisce anche il sistema di solidarietà dei cittadini, così come dell’ industria”. Un esempio per tutti: “i supermercati e le catene della grande distribuzione oggi non hanno più eccedenze alimentari, i cibi restano sugli scaffali fino a poco prima della data di scadenza, e le associazioni non possono più contare sulle donazioni di quel surplus di cibo da distribuire quotidianamente agli indigenti”. Insomma “se prima avevamo due uova per due persone, oggi abbiamo un solo uovo per una frittata da dividere in due”.”Le nuove povertà – afferma Rocca – sono una delle principali nuove sfide che stiamo affrontando e dovremo affrontare sempre più nel prossimo futuro”. La geografia della povertà, ridisegnata dalla crisi economica, “è in continuo cambiamento e purtroppo con dati statistici destinati ad aumentare sempre di più. Gli effetti si fanno sentire infatti sulla classe media italiana che si impoverisce sempre più, ma anche sull’ esercito degli ‘ invisibili’, gli immigrati che, magari perdendo il lavoro, faticano ancora di più ad integrarsi, e i poverissimi che vengono ancora più marginalizzati. Noi dobbiamo ripartire da lì, da quella zona scura, scurissima, dove migliaia di persone sono costrette a vivere”.”I nuovi poveri devono rappresentare la nostra priorità – aggiunge il Commissario straordinario della Cri – e per loro dobbiamo ridisegnare i nostri interventi, affinché essi possano recuperare una dimensione di dignità e di umanità che le difficoltà economiche e l’ emarginazione sociale tendono ad annullare. Anche in Spagna – riferisce – la Croce Rossa ha avviato una campagna, battezzata ‘Ora più che mai’, per far fronte a quella che ormai è più che un’ emergenza povertà”.Quanto alle forze e alle risorse da destinare alla solidarietà: “Oltre al problema economico, amplificato da un welfare carente –  sostiene Rocca – la crisi ha toccato in generale anche il  volontariato, perché il precariato diffuso e le difficoltà lavorative si riflettono sulla gestione del tempo degli italiani da  dedicare ad attività benefiche. Noi siamo abbastanza fortunati – conclude – perché abbiamo circa 25mila giovani e registriamo un aumento del numero di pensionati volontari”.

  

          

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