Lettera ai Volontari – Giornata della Memoria 2018

Lettera del Rappresentante Regionale dei Giovani in occasione della Giornata della Memoria 2018

Cari Volontari,

a settantatré anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, oggi siamo invitati a ricordare e a domandarci: perché tanta brutalità? Perché uomini come noi sono arrivati a tanto? Erano come noi?

L’Olocausto nazista è un capitolo che leghiamo alla cieca convinzione in un’ideologia onnisciente. Un’ideologia da cui abbiamo preso le distanze col rafforzamento delle democrazie e l’affermazione dei diritti fondamentali.
Quasi sessant’anni fa però, Hannah Arendt ha rivelato una seconda faccia dell’Olocausto. Non quella di convinti cultori dell’ideologia, ma quella di Adolf Eichmann – un uomo mediocre, giunto ai vertici delle SS per inerzia col solo obiettivo di compiacere i propri comandanti e ricevere riconoscimenti. Eichmann agiva secondo una logica strumentale, priva di riflessione sul valore delle sue azioni. Una logica non tanto diversa da quella che ai giorni nostri guida i giovanissimi in folli gesta per compiacere i propri followers e un’inerzia non tanto diversa da quella che guida una piazza affollata nell’indifferenza di un pestaggio. Basterebbe un piccolo sforzo intellettuale per giungere a conclusioni diverse: davvero qualche migliaio di likes vale quanto la nostra vita? Davvero posso continuare a camminare mentre diciassette minori accoltellano due coetanei?

L’annullamento del pensiero a favore dell’azione è un pericolo più attuale che mai e di questo rischio abbiamo una responsabilità collettiva, noi Volontari per primi. Se il nostro obiettivo come Croce Rossa Italiana è quello di “prevenire e alleviare la sofferenza”, allora siamo i primi a doverci fare carico di un cambio di mentalità che accetti il pluralismo di idee e tragga beneficio dalla diversità. Guardiamoci bene dal ricercare un’unica massa con un unico pensiero.

L’augurio in questa Giornata della Memoria è quello di coltivare il nostro pensiero – unico come lo è ogni essere umano – e di passare le nostre azioni sotto il suo scrutinio. Là, in fondo a quel pensiero, sono certo di poter scrutare i 7 Principi Fondamentali e il grido “Tutti fratelli!“, che da oltre cento-cinquant’anni ci rendono la più grande organizzazione umanitaria al mondo. Salviamo vite cambiando mentalità.

“Non era stupido, era semplicemente senza idee[…]. Quella lontananza dalla realtà e quella mancanza di idee, possono essere molto più pericolose di tutti gli istinti malvagi che forse sono innati nell’uomo. Questa fu la lezione di Gerusalemme. Ma era una lezione, non una spiegazione del fenomeno, né una teoria.”
[La banalità del male, Hannah Arendt]

Un sentito saluto,
Gabriele Calì

 
 

 
 
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