“Non sono un bersaglio” la campagna internazionale per denunciare gli attacchi agli operatori sanitari

Non esistono statistiche esatte sul fenomeno in Croce Rossa, ecco perché l’associazione ha deciso di istituire un Osservatorio, per colmare questa lacuna e fornire dati attendibili!

Sono 3.000 i casi registrati in quest’ultimo anno, a fronte di solo 1.200 denunce all’Inail. Si tratta di aggressioni a medici e infermieri in ospedale, nei Pronto Soccorso e nei presidi medici assistenziali sparsi per il nostro Paese. Un’emergenza che sta assumendo caratteri regionali e per la quale anche la Croce Rossa Italiana ha deciso di scendere in campo. Tra i molti operatori sanitari, infatti, una gran parte sono proprio volontari dell’associazione. Non si conoscono i numeri per questo la Cri ha deciso di istituire un Osservatorio con l’intento di censire i rischi legati al volontariato durante le attività svolte, evidenziare i contesti di maggior pericolo, fino ad arrivare all’elaborazione di proposte concrete. Un’urgenza sentita anche a livello internazionale con la campagna “Non sono un bersaglio”, un grido., un appello alla civiltà lanciato a livello sovranazionale per denunciare il fenomeno degli attacchi agli operatori sanitari, sia in contesti bellici che in situazioni di pace, come in Italia. Luoghi spesso ‘insospettabili’ come nelle città e nelle province del nostro paese dove i nostri volontari quotidianamente operano.  A livello internazionale, come ricorda anche il sito www.cri.it, non è trascorsa una settimana, negli ultimi due anni, senza che il CICR (Comitato Internazionale di Croce Rossa, l’Istituzione indipendente e neutrale che protegge e assiste le vittime della guerra e della violenza armata) abbia registrato un episodio di violenza contro l’assistenza sanitaria: circa 1300 incidenti in 16 Paesi in conflitto o colpiti da altre emergenze. Non solo vittime immediate, ma anche migliaia di persone coinvolte come “conseguenza” o “effetto collaterale” di un attacco, spesso private dell’accesso a un servizio vitale. Attaccare postazioni o personale sanitario viola le norme basilari del diritto internazionale umanitario ed è preoccupante questo tentativo di “normalizzare” gli attacchi verso ospedali, ambulanze e operatori sanitari. Un tentativo che ci fa fare un salto indietro di 150 anni nella conduzione dei conflitti armati e su cui dobbiamo agire. In occasione di “Non sono un bersaglio” sarà lanciato il relativo hashtag  #NotATargetItaly, proprio per l’assiduità con cui il fenomeno si registra anche nel nostro paese. 

 
 

 
 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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