"Non sono un bersaglio", settimana di sensibilizzazione contro le aggressioni al personale sanitario
- “Non sono un bersaglio”, settimana di sensibilizzazione contro le aggressioni al personale sanitario
Ha preso il via domenica 10 febbraio la Campagna “Non sono un bersaglio – La violenza contro gli operatori sanitari deve finire” tesa a sensibilizzare la popolazione sugli attacchi di cui sono sempre più frequentemente vittima i volontari, non solo nelle zone calde del pianeta ma anche alle nostre latitudini. Una iniziativa di carattere informativo che durerà tutta la settimana e che avrà il suo culmine domenica 17 a Trento, in Piazza Cesare Battisti, dove nell’arco dell’intera giornata sarà allestito un presidio di Croce Rossa con uno scenario sanitario in zona di conflitto.
Solo in Italia sono tremila i casi di aggressione ai danni del personale sanitario registrati in quest’ultimo anno, a fronte di solo milleduecento denunce all’Inail. Si tratta di aggressioni a medici e infermieri in ospedale, nei Pronto soccorso e nei presidi medici assistenziali sparsi per il nostro Paese. Un’urgenza che si sta trasformando in emergenza nazionale. Da nord a sud. Altro drammatico aspetto è quello delle aggressioni agli operatori delle ambulanze e dei danneggiamenti ai mezzi stessi. Non esistono statistiche esatte sul fenomeno ecco perché la Cri ha deciso di istituire un Osservatorio, proprio per colmare questa lacuna e fornire dati attendibili.
Qui di seguito un intervento del Presidente del Comitato Provinciale di Trento della Croce Rossa Italiana, Alessandro Brunialti.
“È come sparare sulla Croce Rossa”. Un modo di dire, una figura retorica, una metafora coniata molto tempo fa per indicare persone e comportamenti vili ed esecrabili, proprio come quelli di chi spara agli innocui soccorritori, disarmati e impegnati solo nel salvare vite umane.
Ma sulla Croce Rossa, non in senso metaforico, si spara ancor oggi. È di pochi giorni fa la terribile notizia della scomparsa di quattro volontari dal Nord del Burkina Faso, nei pressi del confine col Mali, dove si erano recati per una missione umanitaria. Si teme siano stati rapiti da jihadisti e alla nostra consorella africana, e a famigliari dei ragazzi rapiti, voglio inviare, anche a nome di tutti i volontari del Trentino, un messaggio di vicinanza e solidarietà, e l’auspicio che la vicenda di questo vile attacco si possa risolvere positivamente e in tempi bevi.La lista dei volontari di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, rapiti o trucidati nelle zone calde del pianeta, è drammaticamente lunga e destinata ad aumentare. Ma anche nella “civilissima” Europa, e il nostro Paese non fa eccezione, non si contano le aggressioni ai danni del personale in servizio, scatenate sempre da futili motivi e dall’imbarbarimento dei rapporti sociali.La risposta è “Non sono un bersaglio”, una campagna lanciata a livello mondiale che mira a portare l’attenzione della popolazione sul costante intensificarsi di attacchi e violenze nei confronti degli operatori sanitari, sia nei teatri di conflitti che nei contesti di quotidianità nelle nostre città. Una settimana di sensibilizzazione, curata nel nostro paese da Croce Rossa Italiana, che da domenica 10 febbraio promuoverà momenti di riflessione in tutto lo stivale. In Trentino l’appuntamento è per domenica 17 febbraio in Piazza Cesare Battisti dove nell’arco dell’intera giornata sarà allestito un presidio di Croce Rossa con uno scenario sanitario in zona di conflitto. L’iniziativa coinciderà anche con il lancio di un Osservatorio della Croce Rossa Italiana sulle aggressioni subite dai suoi operatori, al fine di riuscire a creare un archivio dati per la realizzazione di azioni di mitigazione. L’impegno della Cri deve essere l’impegno di tutti, mi auguro che la popolazione trentina appoggi con la sua presenza in Piazza Cesare Battisti questa nostra campagna tesa a ricondurre l’attività dei soccorritori e la loro incolumità nell’alveo della tutela sancita dal diritto umanitario.”
Alessandro Brunialti
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