Levico terme – il centro polifunzionale Croce Rossa trasferito all'ESACRI
Da poche settimane i vertici della Croce Rossa trentina hanno appreso, non senza stupore, che il Centro Polifunzionale
di Levico Terme – interamente finanziato con fondi provinciali e della Croce Rossa (4 milioni di euro) – nella notte del 31 dicembre 2017 è stato trasferito all’E.S.A.C.R.I., Ente in liquidazione Coatta Amministrativa, pertanto, destinato alla vendita al fine di pagare i debiti accumulati dalla vecchia Croce Rossa Nazionale pubblica.
La circostanza che desta più scalpore è che, inizialmente, il polo funzionale di Levico terme era stato correttamente
incluso nell’elenco degli immobili che dovevano rimanere in uso alla C.R.I. Comitato Provinciale di Trento, solo successivamente è stato inserito per errore (speriamo) in quel piccolo elenco di immobili da dismettere, così
contravvenendo a tutte le normative regolatrici del processo di privatizzazione della Croce Rossa Italiana.
Ovviamente il Comitato Provinciale di Trento della Croce Rossa Italiana ha messo in atto tutte le iniziative
possibili a sua tutela, anche legali, senza tuttavia ottenere, ad oggi, alcun riscontro; infatti, l’Ente in liquidazione coatta, pur ammettendo le proprie responsabilità, non ha risolto il problema dallo stesso creato e non ha ritenuto di individuare i dirigenti che possano aver sbagliato o agito con superficialità nell’aver consentito l’inserimento dell’immobile de quotra quelli destinati a essere alienati. Inoltre, l’Ente strumentale non ha neppure ritenuto – a nostro avviso con gravi omissioni – di avviare una procedura disciplinare edun’inchiesta interna finalizzata all’individuazione dei responsabili.
Oggi, il Trentino, si trova doppiamente penalizzato, in primis poiché essendo l’Ente Strumentale in liquidazione coatta, difficilmente potrà recuperare, nel breve periodo, gli oltre 2 milioni di euro che aveva investito; in secundis perché la Croce Rossa del Trentino, non potrà mettere in operatività il centro polifunzionale, che avrebbe dovuto costituire un centro sanitario per i trentini indigenti ed un centro di formazione nazionale finalizzato alla cultura del sociale e dei
principi della Croce Rossa Italiana. Il tutto, appare ancora più paradossale considerando che la Croce Rossa del Trentino vanta, come detto, crediti nei confronti dell’Ente Strumentale in liquidazione coatta per oltre 2 milioni di
euro, mentre diversi altri Comitati, in particolare del sud Italia, hanno ottenuto la disponibilità degli immobili presenti nel loro territorio pur vantando debiti enormi verso l’Ente Strumentale in liquidazione.
Fortunatamente è notizia delle ultime ore che grazie all’intervento dell’On. dott. Maurizio Fugatti, Sottosegretario di Stato alla presso il Ministero della salute, che ha la vigilanza sull’esatta esecuzione delle norme in materia, il quale ha preso a cuore la problematica, entro la fine di agosto, finalmente, i vertici della Croce Rossa del Trentino riusciranno ad avere un confronto con il Direttore Generale della Vigilanza sugli Enti e della Sicurezza delle Cure dott. Massimo Casciello. Tale incontro verrà utilizzato da questo Comitato al fine di far chiarezza su tutta la situazione e per
identificare le eventuali responsabilità, nel tentativo di risolvere quella che ad oggi rappresenta una delle tante anomalie prodotte dalla burocrazia italiana. Resta inteso che i vertici della Croce Rossa trentina, contestualmente, hanno già dato mandato ai propri legali per agire nelle sedi competenti, considerando che non viene esclusa la variante dolosa su tutta la vicenda.
Il Comitato Provinciale della Croce Rossa del Trentino desidera, comunque, ringraziare l’On. dott. Maurizio Fugatti per la sensibilità e l’attenzione che ha voluto porre su questa vicenda, considerando che, grazie al suo intervento diretto, è riuscito a fissare un appuntamento con l’apparato che avrebbe dovuto vigilare e che vigila su tutte le procedure che l’Ente Strumentale in liquidazione coatta sta adottando.
Si rende infine, che la consistenza della Croce Rossa in Trentino in tutte le sue realtà conta attualmente oltre 150 dipendenti e 3800 volontari, ed è impegnata in numerosi servizi sociali per la cittadinanza e per le istituzioni.
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