In fuga dall’Afghanistan per trovare un futuro migliore: sono centinaia gli uomini, le donne e i bambini che, con la presa del potere delle milizie talebane a Kabul, hanno deciso di lasciare il proprio paese natìo. A bordo dei Ponti Aerei, atterrano da Nord a Sud dello Stivale: ad incrociare per primi i loro occhi, ancora gonfi di paura e pieni di smarrimento, sono gli operatori CRI. La nostra Associazione, lavorando in sinergia con il Ministero della Difesa, è impegnata nelle operazioni di accoglienza e gestione della quarantena. Anche la Lombardia è stata chiamata a rispondere all’emergenza e ha accolto un centinaio di cittadini afghani.
Come spiega la presidente Sabina Liebschner “queste persone sono riuscite a lasciare il loro Paese in cerca di salvezza, sono ospitate per il periodo di isolamento fiduciario a Edolo, in provincia di Brescia. A noi tutti non resta che cercare di fare quadrato intorno a loro, con l’umanità, la fraternità e quelle attenzioni necessarie per farli sentire accolti in un momento tanto delicato quanto di smarrimento. Tra le persone arrivate tante sono donne e bambini, alcuni di questi di soli pochissimi giorni. È difficile trovare parole in grado di descrivere questo scenario, il nostro compito, per ora, è quello di fornire loro un primo supporto ed una prima assistenza”. Al termine della quarantena queste persone passeranno in carico al Ministero degli Interni secondo le modalità che verranno definite. “Stiamo lavorando in emergenza – conclude Liebschner – operiamo h24, con uno scenario in continua evoluzione”.