Difficile trovare le parole giuste per raccontare la giornata di domenica 12 settembre 2021. Dopo diverse ore di macchina siamo arrivate già emozionate alla Base Logistico Addestrativa di Sanremo. Siamo psicologhe e apparteniamo al Se.P. (Supporto Psicosociale) della CRI Liguria. Non appena siamo scese dalla macchina siamo state accolte da un gruppetto di bambini, entusiasti di aver appena finito di giocare con due cani dell’Unità Cinofila CRI della Liguria. Dopo aver salutato i bambini, cerchiamo di orientarci nella grande struttura per capire l’organizzazione e vedere come possiamo essere utili.

 

Nel cortile interno ci sono poche persone, divise fra donne e uomini che chiacchierano silenziosamente. I volontari già presenti sul posto dividono noi nuovi arrivati in due gruppi per andare a distribuire il pranzo nelle struttura ospitante, è imponente e labirintica ma, seguendo un ordine ben preciso, bussiamo ad ogni porta consegnando a chi si affaccia il pasto. Molti chiedono sale e pepe, forse per sopperire la mancanza di spezie della cucina italiana.

Sono pochi i volti sorridenti qui, ma tutti sono gentili e silenziosi. C’è chi prova a ringraziare in italiano e chi richiude subito la porta dopo avere preso il pasto.

Il primo impatto è positivo anche se si respira un’aria strana, tesa ma pacifica. Correndo i bambini riescono ad alleggerire la tensione che aleggia.

 

Dopo pranzo gli entusiasti volontari O.S.G. di Vado Ligure – Quiliano (SV) iniziano ad imbastire delle attività per i bambini tirando fuori dalla macchina diversi scatoloni di materiali.

Noi invece iniziamo i colloqui grazie all’aiuto del mediatore culturale che aveva già parlato con molte persone. Dai colloqui emerge molta riconoscenza, disponibilità, ma anche disorientamento, agitazione e tristezza per quanto si è lasciato a casa: persone, lavoro, carriera, percorsi scolastici che sembrano interrotti per sempre.

In seguito, nel pomeriggio accompagniamo qualche famiglia a fare un giro per la città ed è bello poter vedere le nostre città con occhi nuovi e apprezzarne la tranquillità e i colori.

Al nostro rientro al Campo troviamo un gran numero di bambini, uomini e donne sorridenti e bambini che disegnano e giocano con la palla intorno alle attività ricreative proposte dai nostri volontari.

Si respira ora un’aria molto diversa da quella silenziosa e tesa del nostro arrivo.

Sono tornata a casa arricchita, vogliosa di fare di più, col desiderio di approfondire la cultura afghana e grata alla Croce Rossa Italiana per avermi dato questa opportunità.

Vol. Margherita Rotondi

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