24 giugno 2025
Il 24 giugno 1859, in Lombardia, tra Solferino e San Martino, si è svolta una delle battaglie più cruente della storia italiana: oltre 6.000 morti e 40.000 feriti in appena quindici ore di combattimento.
Tra i testimoni c’era anche Henry Dunant, che non si trovava lì per la guerra, ma per incontrare l’Imperatore Napoleone III. Non ci riuscì. Al suo posto, incontrò la sofferenza.
E da quella sofferenza nacque un’idea che avrebbe cambiato il mondo: aiutare chi soffre, ovunque, senza distinzione.
Ogni anno, migliaia di fiaccole attraversano i campi che furono testimoni di dolore e morte, ma anche di soccorso e speranza.
In quei giorni del 1859, furono le donne di Castiglione le prime ad accorrere per prestare aiuto, con gesti semplici e concreti, senza distinzione di divisa o bandiera.
Furono loro a ispirare il giovane Dunant, che in quel momento non solo vide l’orrore della guerra, ma fu testimone diretto dell’Umanità che si mette in azione. Quella stessa Umanità che, ancora oggi, guida il nostro Movimento.
Anche nel 2025, a 166 anni di distanza, proprio lì dove tutto è iniziato, i volontari e le volontarie della Croce Rossa Italiana sono tornati a Solferino con oltre 5.400 fiaccole accese, illuminate dalla forza dei 7 Principi fondamentali e da un impegno che non si è mai spento.
Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana, ha invitato tutti i presenti a osservare un minuto di silenzio per le vittime delle guerre di oggi, da Gaza all’Ucraina, al resto del mondo, dove la violenza di 56 conflitti armati – il numero più alto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a oggi – continua a colpire civili, bambini, operatori umanitari, impedendo aiuti e distruggendo speranze.
“La Croce Rossa non parla, la Croce Rossa agisce. E quando agisce, sta parlando. Sta dicendo da che parte sta: dalla parte di chi aiuta tutti, senza distinzioni. Dalla parte dell’Umanità.”
— Rosario Valastro, Presidente CRI
A pochi chilometri da Solferino, a Montichiari, si è svolta la tavola rotonda internazionale “Le sfide attuali dell’azione umanitaria, a sessant’anni dall’adozione dei Principi Fondamentali”.
Oltre 30 Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa hanno partecipato all’iniziativa, promossa dalla CRI per rafforzare il dialogo tra consorelle e riaffermare il valore dei Principi Fondamentali in un mondo sempre più frammentato, polarizzato e militarizzato.
I temi centrali emersi sono stati la protezione dell’azione umanitaria in contesti sensibili e la salvaguardia degli operatori umanitari attraverso advocacy, cooperazione e comunicazione.
Tra gli interventi più toccanti, quello di Younis Al-Khatib, Presidente della Mezzaluna Rossa Palestinese, che ha denunciato le gravi violazioni del Diritto Internazionale Umanitario nella Striscia di Gaza, ricordando le colleghe e i colleghi uccisi mentre cercavano di salvare vite.
Da Solferino è nato il movimento di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, oggi presente in 192 Paesi, e con esso una nuova visione di solidarietà, fatta di neutralità, ascolto e azione.
Un’idea che non si è fermata alle parole di Dunant, ma che ha preso forma nella Convenzione di Ginevra del 1864 e nella nascita del Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Ricordare Solferino non è solo un esercizio di memoria, ma un ritorno alle radici dell’impegno umanitario, un modo per rinnovare la nostra missione quotidiana: esserci, sempre, per chi ha bisogno. Ovunque per chiunque.