Cooperazione CRI Lombardia e Bosnia-Erzegovina: intervista a Ibrahim Malla

Le procedure di scarico dei beni donati alla Bosnia
Le procedure di scarico dei beni donati alla Bosnia

L’attenzione dell’opinione pubblica è attualmente concentrata sugli sviluppi dell’epidemia mondiale del COVID 19. I volontari di Croce Rossa stanno offrendo una significativa risposta ai bisogni della popolazione italiana colpita dall’emergenza sanitaria. Tuttavia, la linea dell’orizzonte delle crisi è molto più ampia e una grande organizzazione umanitaria deve offrire risposte anche ad altre situazioni di pericolo per la salute e la vita umana. 

Una intensa attività di cooperazione è in corso fra il Comitato Regionale Lombardia della Croce Rossa Italiana e la Croce Rossa della Federazione di Bosnia ed Erzegovina.
 
Nell’autunno del 2019,  il Presidente lombardo Antonio Arosio e il Presidente Bosniaco hanno siglato un Memorandum of Understanding per sviluppare la cooperazione attraverso scambi di volontari, addestramenti e attività di sensibilizzazione in diverse aree quali, ad esempio, l’assistenza ai più vulnerabili, attività sociali e di primo soccorso, il Diritto Internazionale Umanitario.

“I migranti che cercano di raggiungere l’Unione Europea lungo la rotta balcanica, si riversano in gran numero in Bosnia – spiega Ibrahim Malla, responsabile per la cooperazione Internazionale della CRI Lombardia – e la Croce Rossa locale fatica a soddisfare le richieste di aiuto.  Haris Magrdzija, volontario della Croce Rossa in Bosnia,  mi chiamò per raccontarmi la difficile situazione che stavano vivendo.

In seguito al Memorandum of Understanding, come fotografo umanitario e come ambasciatore di buona volontà della Croce Rossa della federazione di Bosnia ed Erzegovina, ho lanciato una campagna fotografica intitolata FarfromHome in cui ho ritratto alcuni migranti incontrati in Bosnia. Ho calcolato la distanza percorsa da ognuno di loro, spesso a piedi, per mostrare la loro fatica, la loro sofferenza e la ricerca di condizioni di vita più dignitose. Le persone che ho ritratto venivano dal Pakistan, India, Nepal, Iran, Iraq, Siria, Marocco, Egitto, Afganistan. Ho raffigurato i loro volti, carichi di speranza e di dignità,  i loro piedi feriti, le scarpe rotte”.

L’ultima missione, avvenuta a febbraio, ha visto la donazione di moltissimo materiale sanitario e per l’inverno. Sono stati raccolti 83 bancali di abiti, scarpe, coperte, kit igienici e di pronto soccorso, nonché una cucina da campo donata dal comitato di Lurate Caccivio. Il materiale è stato poi distribuito fra i diversi punti strategici nell’assistenza ai migranti.

 
 
La situazione di grave disagio che vivono i migranti della rotta balcanicaFreddo, condizioni igieniche scarse, sono alcuni dei gravi problemi con cui sono costretti a vivere i profughiIbarhim Malla insieme a Namik Hodžić durante un briefing

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