Continua l'emergenza nei porti siciliani. CRI Sicilia: “Necessario migliorare le procedure di sbarco”

 
Migrant Aid Station Offshore (MOAS)
Migrant Aid Station Offshore (MOAS)

Palermo, 26 ottobre 2016  –  Dall’inizio del 2016, sono circa 153.000 le persone in fuga arrivate in Italia dal mare. Soltanto lo scorso anno, ben  2892 persone hanno perso la vita sulla rotta del Mediterraneo centrale, nel tratto tra la Libia e l’Italia, e ancora per migliaia di persone quel viaggio pericoloso è l’unica speranza di una vita dignitosa.
 
Il maggior numero di sbarchi è avvenuto sulle coste siciliane, dove i volontari e gli operatori CRI della Sicilia sono impegnati nelle operazioni di assistenza sanitaria, ristoro e supporto psicologico, mentre le autorità procedono all’identificazione delle persone sbarcate. Da giugno 2016, Croce Rossa Italiana è inoltre impegnata nelle operazioni di soccorso in mare a bordo di due navi di Migrant Aid Station Offshore (MOAS), la Phoenix e la Responder, con il sostegno della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FICR), dove offre  primo soccorso, assistenza sanitaria e provvede alla distribuzione di cibo, vestiti e coperte alle migliaia di persone che vengono salvate. 
Lo scorso 24 ottobrediciassette persone hanno perso la vita in mare, tra questi anche bambini. Diciassette vite hanno arrestato la loro corsa a poche ore dal traguardo e quel sogno che li aveva portati a mettersi in viaggio è sparito con loro. “Abbiamo messo delle rose bianche sulle bare, a me è toccato metterla su quella di una bambina di soli sette mesi. È la prima volta che partecipo a un’operazione di soccorso con delle vittime“, racconta Riccardo, volontario CRI della Sicilia, presente ieri a Palermo durante le operazioni di sbarco. 
Ancora una volta siamo diretti testimoni di una crisi umanitaria inaccettabile e spesso le risposte degli organi competenti sono inadeguate o insufficienti a garantire condizioni di sbarco dignitose: “Le attuali operazioni di ricerca e soccorso messe in atto sono il risultato di politiche temporanee di risposta all’emergenza. Una soluzione di certo provvisoria e non risolutiva della crisi migratoria in atto. In quanto chiamati in prima persona a ridurre le condizioni di vulnerabilità e rendere più umane le condizioni di chi arriva sulle nostre coste, non possiamo restare indifferenti neanche davanti a quanto accade nei nostri porti”, afferma Luigi Corsaro, Presidente Regionale CRI Sicilia. 
Nonostante gli intensi rapporti di collaborazione fra la Croce Rossa Sicilia e gli organi coinvolti, i tempi di attesa durante le operazioni di sbarco sono ancora troppo lunghi e rendono insostenibili le ore trascorse nei porti e sulle navi sia per le persone sbarcate che per gli stessi volontari CRI e per il personale di enti e associazioni coinvolto nelle operazioni, creando una situazione di malessere diffusa
L’esperienza diretta nei porti siciliani di cui siamo testimoni suggerisce che l’attuale risposta alla crisi è ancora di tipo emergenziale, di certo non adeguata a una situazione che richiederebbe processi di coordinamento centrale e locale snelli e reattivi e di risposte operative più adeguate per il miglioramento delle procedure di sbarco .

 
 

 

 
 
 
 
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