Croce Rossa Italiana: Il Confine tra la Vita e la morte
“Una lettera di cuore che fa riflettere sull’importanza della collaborazione tra enti che condividono un unico obiettivo: Salvare Vite Umane!”
E’ con queste parole che Stefano Principato, il Presidente CRI di catania si è espresso in un post su FB domenica, giorno di Pasqua al termine di una giornata intensa di salvataggi in mare. Il tutto è scaturito da una lettera scritta dal Comandante della Nave Ubaldo Diciotti che grazie ad una lunga e stretta collaborazione con il Comitato CRI di Catania, i militari della nave avevano usufruito nel dicembre del 2017 di un addestramento e di una formazione sulle manovre di emergenza salva vita. Oltre a questo, l’equipaggio della nave e i volontari del Comitato di Catania avevano già collaborato insieme in innumerevoli operazioni di sbarchi di migranti durate giornate intere sotto il sole cocente o la pioggia battente.
La lettera del Comandante è molto commovente. Essa percorre tutte le fatiche e le pene condivise fino al giorno in cui quel livello di collaborazione istituzionale si era trasformato in “un rapporto empatico di profondi e radicati intenti che accumunano non solo entrambe le Organizzazioni ma lo spirito degli Uomini e delle Donne che ne sono l’anima.”
La gratitudine del Comandante si evince di più quando ricorda che pochi giorni dopo la conclusione della formazione agli inizi dell’anno 2018, la sua nave si è trovata il 06 gennaio ad affrontare un’operazione di soccorso tra le più complesse che il suo equipaggio abbia mai fatto.
Dal suo racconto emerge, l’orgoglio, l’onore e la profonda sensibilità di una persona che senza queste caratteristiche, non avrebbe mai potuto avvicinarsi alla Croce Rossa, collaborare strettamente con essa al punto di sposare alcuni dei suoi prinicipi fondamentali: l’umanità, l’Unità, la Volontarietà… Quel giorno, la vista di quel gommone a 40 miglia dalle coste libiche semi affondato con almeno 50 persone già in acqua ed un’altra cinquantina appese su ciò che rimaneva in galleggiamento del relitto, non ha dato il tempo al Comandante di riflettere, dubitare, consultarsi e senza esitazione, tralasciava tutte le ordinarie procedure, disponeva il lancio di tutti i quattro veloci battelli di soccorso al fine di raggiungere quanto prima il punto di naufragio, anche se tale scelta fosse carica di responsabilità!
Al diavolo la responsabilità! Non esiste alcun confine tra la vita e la morte. In quei pochissimi attimi, era in gioco la vita di un centinaio di persone innocenti, alla ricerca di un futuro migliore, che vive e sogna la speranza. Gente, che si accontenta di poco, che è stata priva dal minimo essenziale per vivere. Gente che scappa per sopravvivere in un mondo crudele dove la dignità umana è calpestata giorno dopo giorno e i diritti fondamentali somigliano a delle pedine di dama che vengono spostate da un posto all’altro dimenticando ogni sentimento di umanità e di rispetto della Vita.
Fortunatamente, la scelta fu comunque vincente. I venti soccorritori inviati sul luogo della tragedia sono risuciti a salvare 86 persone e a recuperare purtroppo 8 oramai prive di vita.
Molto profondamente, il comandante precisa che: “coloro che non ce l’hanno fatta, insieme ai molti, per un soccorritore sono delle ferite che lo accompagnano per tutta la vita, ricordare i miei uomini che oltre ogni logica e possibilità si prodigavano in manovre di rianimazione su ognuno di quei poveri naufraghi, tra cui anche alcuni bimbi di due anni e le loro grida di gioia in risposta al cenno di ripresa di coscienza, ripagano noi e sono sicuro anche Voi, di quanto fatto”.
Certo, vivere e pensare intensamente a questi ricordi rappresenta effettivamente quello che è lo spirito della Croce Rossa: “Aiutare i deboli, dare voce a chi non ha voce, stare sempre della parte di chi ha bisogno di una mano, di una carezza, di una parola, a volte anche di uno solo sguardo, è l’essenza stessa della nostra missione” ricorda Luigi Corsaro, Presidente Regionale della CRI.
Questa è una delle tante vittorie, piccola o grande che sia è pur sempre in questo caso un onore e un miracolo della forza di volontà delle persone e della giusta collaborazione tra la Croce Rossa e la Nave Diciotti!
Di Houda Sboui, Volontaria CRI di Palermo