Era notte fonda, di corsa la giovane Agata, esponente di una famiglia patrizia salì sulla carrozza e si fece accompagnare a Palermo nella sua villa al quartiere Guilla. Purtroppo, dopo poco tempo, l’allora governatore romano Quinziano la scovò e la fece tornare forzatamente a Catania, dove tentò di blandirla e sedurla in ogni modo. La voleva solo per sé!
Al  rifiuto deciso della fanciulla, egli, la perseguitò in quanto cristiana e perdurando il rifiuto della giovane, la fece martirizzare e mettere a morte il pomeriggio del 5 febbraio 251. Subito dopo la morte cominciò ad essere venerata da gran parte della popolazione anche di religione pagana. Da qui si sviluppò il culto di Agata.

Tu che splendi in paradiso
Coronata di vittoria
O sant’Agata la gloria
Per noi prega, prega di lassù

È il ritornello dell’Inno di Sant’Agata, considerata la festa religiosa piu’ importante di Catania. È una tra le feste cattoliche più seguite proprio per il numero delle persone che coinvolge e attira. Si svolge ogni anno, dal 3 al 05 febbraio, date in cui giugnono a catania più di un milione tra fedeli e turisti e il 17 agosto. 
La ricorrenza di febbraio è legata al martirio della santa catanese, mentre la data di agosto ricorda il ritorno a catania delle sue spoglie. 

Sicuramente i primi festeggiamenti a sant’Agata, anche se non programmati, avvennero spontaneamente il 17 agosto 1126 quando le spoglie della Santa catanese, trafugate nel 1040, furono riportate in patria da due soldati, Gilberto e Goselino, dalla città di Costantinopoli. Il vescovo di Catania, Maurizio si recò al Castello di Jaci per accoglierle. Sparsa la voce, nel corso della notte i cittadini si riversarono nelle strade della città per ringraziare Dio di aver fatto tornare, dopo 86 anni, le spoglie dell’amata martire Agata.

Anche quest’anno, come oramai avviene da più di 25, il Comitato CRI di Catania è stato impegnato nell’assistenza sanitaria in occasione delle festività in onore della patrona alla quale si chiede protezione e aiuto. I devoti che trainano il fercolo vestono un saio di cotone bianco detto saccu, un copricapo di velluto nero detto scuzzetta, un cordone monastico bianco intorno alla vita, dei guanti bianchi e un fazzoletto, anch’esso bianco, che viene agitato al grido Tutti devoti tutti, cittadini viva sant’Aita. I volontari della Croce Rossa indossano il loro saccu rosso rappresentato dall’uniforme che simboleggia l’amore e si nota tra il mare bianco dei devoti.

I preparativi dei mezzi e del materiale sanitario avviene come un mese prima e quest’anno il Comitato di Catania ha voluto supportare i propri colleghi con un servizio in più alquanto straordinario. Infatti, è stato messo a disposizione dei volontari un Camper per poter riposare qualche minuto, bere una bevanda calda, mangiare un panino e ricaricarsi di energia per affrontare la pioggia, il freddo e la stanchezza fisica.

Com’è noto, la Croce Rossa è un’associazione laïca e la sua  presenza in questa manifestazione non ha alcuna connotazione religiosa. La sua partecipazione con numerosi volontari vari mezzi è legata  alla sicurezza dei fedeli che giungono da ogni parte del mondo per celebrare e ricordare la loro santa patrona.

Quest’anno, sono state impiegate 5 ambulanze di tipo A, 1 bus per trasporto di persone, 1 mezzo per le Maxi Emergenze MDU, 1 camper per supporto ai volontari, 2 autovetture. 50 volontari sono stati coinvolti per la sfilata offerta della cera, 34 equipaggi di ambulanze con un impiego di 140 volontari, 37 squadre appiedate con un impiego di 220 volontari e 25 volontari quali autisti superiori e reperibili maxi emergenza.

Tutto il nostro lavoro si ispira agli ideali umanitari contenuti nei nostri valori e Principi fondamentali senza compromettere i nostri emblemi, né l’indipendenza, l’imparzialità e la neutralità che essi rappresentano.

Houda SBOUI
Volontaria CRI Palermo
Staff DTR Obiettivo 6 « Sviluppo e Comunicazione »
Palermo, 23/02/2018