Sono partiti da Leopoli il 26 aprile scorso grazie al terzo convoglio della Croce Rossa, organizzato per evacuare decine di persone fragili, anche bambini, con disabilità fisiche. Sono persone giunte a Leopoli affrontando lunghi e difficili viaggi: molti di loro sono fuggiti dalle città più colpite (Charkiv, Cherson, Kiev), hanno bisogno di cure che non possono fare rimanendo in Ucraina e che potranno invece ricevere in Italia presso strutture specializzate.
Quarantaquattro di queste persone hanno fatto il loro arrivo al CODAM di Marina di Massa nella notte fra mercoledì 27 e giovedì 28 aprile. Il centro è stato allestito per dare loro non solo ospitalità ma anche tanti altri servizi come il supporto psicologico, il servizio mensa, le attività di socializzazione ed alfabetizzazione.
La Sala Operativa regionale coordina e dispone l’attivazione dei volontari CRI di tutta la regione per garantire giornalmente la copertura delle varie attività. Sono state allestite anche ulteriori attrezzature necessarie alla permanenza degli ospiti, come l’allacciamento e la messa in funzione dei due moduli operativi igienico-sanitari donati alla croce Rossa Italiana da Whirlpool.
Il servizio di mensa è garantito dai volontari toscani abilitati alla ristorazione in emergenza: a turno, riescono a coprire il servizio tutti i giorni da lunedì a domenica. Si preparano i pasti tenendo conto di quelle che possono essere le intolleranze ed allergie alimentari degli ospiti, così come diete particolari (vegane, vegetariane, ecc.) o regimi alimentari diversi per motivi religiosi.
Il momento del pasto è sicuramente un’occasione di socializzazione e di incontro fra ospiti e volontari, ma se necessario il pasto viene portato in camera per coloro che non possono deambulare.
Con gli ospiti si instaura fin dall’arrivo un rapporto di ascolto attivo, cordiale ed amichevole. I volontari del Servizio psicologico in emergenza (SEP) così come gli operatori del Servizio RFL (Restoring family links) parlano con ciascuno per conoscere la sua storia, capire le necessità e i bisogni. Per quanto possibile, si tenta di ricreare una vita fatta di normalità e di routine, anche se non è facile: i bambini, sopratutto, al passaggio degli aerei sono ancora sconvolti e scappano impauriti alla ricerca di un rifugio.
Con loro, ma non solo, i volontari hanno tentato di organizzare anche delle attività all’aperto: una simpatica iniziativa è stata quella di una partita di pallone Italia-Ucraina che ha visto competere la squadra dei volontari CRI contro quella dei profughi ucraini.
Fra gli ospiti ci sono persone con storie diverse, una cantante lirica, una fotografa, una coppia di anziani che è fuggita portandosi anche il cagnolino: così come, un’altra anziana signora, ha portato con sè i suoi gatti, che non abbandona mai. I più piccoli improvvisano giochi nel giardino del centro. Qualcuno preferisce stare da solo: i ricordi della fuga dalla guerra, della tragica esperienza vissuta, sono ancora vivi e non facili da superare.
Nel centro è stata allestita anche una sala per seguire attività di alfabetizzazione e non solo. I volontari aiuteranno gli ospiti ucraini ad imparare un pò di lingua italiana.